Premi e punizioni possono facilitare l’apprendimento del cavallo solo se il cavaliere conosce il modo corretto di somministrarli.
L’addestramento del cavallo si basa sullo schema stimolo-risposta-ricompensa. Viene ripetuto per un numero di volte sufficiente fino ad ottenere un insight . Cioè finché il cavallo non apprende che una determinata risposta a un determinato stimolo gli procura un vantaggio o gli evita un fastidio.
Quando un cavallo ha imparato a eseguire un comportamento appropriato sarebbe buona norma incoraggiarlo a ripeterlo. Per ottenere ciò si somministrano dei premi. Si concede un premio solo quando compie l’azione da noi desiderata. Il premio può essere cibo (zollette di zucchero, carote, specifiche caramelle, ecc). Oppure lo si può accarezzare parlandogli con un tono di voce suadente. Lo si può premiare concedendo una pausa dopo un esercizio complicato. O ancora, il riposo dopo un intenso allenamento.
Molti addestratori concordano sul fatto che il premio migliore è la carezza
Questa deve essere somministrata sempre nello stesso modo e con coerenza. Altrimenti si rischia di confondere il cavallo. Infatti il “premio” deve essere dato in un lasso di tempo molto breve. Deve rientrare nell’ordine di tre secondi – e non di minuti – dal comportamento desiderato. Ciò è importante per fare in modo che il cavallo sia in grado di stabilire un collegamento tra la ricompensa e la sua azione.
Altri addestratori ritengono che il premio più incisivo sia un tono di voce dolce e pacato. Tale ricompensa sfrutta l’eccezionale sensibilità dell’apparato uditivo del cavallo. Quindi ciò che rende il cavallo più disponibile a imparare sono le ricompense.
Cosa fare se il cavallo mette in atto un comportamento scorretto?
Fruste, frustini, corde e catene non sono una risposta. Tali mezzi non possono risolvere un problema comportamentale. I mezzi punitivi di solito suscitano una risposta di fuga. Anzi, possono essere causa dei più svariati traumi. Questi ultimi potrebbero rimanere impressi nella mente dell’animale per sempre.
Se proprio si deve “punire” un cavallo la punizione più immediata è, ancora una volta, la voce. Il tono di voce, da pacato e dolce, deve diventare più aspro e incisivo. Ma si dovrà essere molto sensibili ed esperti. È fondamentale raggiungere sempre l’obiettivo prefissato.
Si dovrà imparare ad agire senza strafare. Una punizione esagerata aumenterà la paura del cavallo. Farà correre il rischio che il cavallo, anziché riconoscere un’autorità da rispettare, finisca per vedere il suo cavaliere come un nemico capace di violenza cieca. Si avrà in questo caso un cavallo spaventato, insicuro e, a sua volta, capace di azioni violente.
Il comportamento ideale deve essere del tipo “pugno di ferro nel guanto di velluto”
Infliggendo una punizione severa ogni volta che il soggetto adotta un comportamento indesiderato può generare effetti collaterali. Innanzitutto, punizioni severe potrebbero determinare risposte di esitamento. Queste non saranno necessariamente circoscritte allo specifico comportamento indesiderato. Esse potrebbero estendersi all’intera situazione.
In secondo luogo, una punizione severa può generare un disagio psicologico. Tale condizione si potrebbe manifestare ogni qualvolta che si tenterà di avvicinarsi. La punizione può controllare efficacemente il comportamento solo se viene associata all’opportunità di imparare comportamenti adeguati alternativi in sostituzione di quelli vecchi e inaccettabili.
Principi di apprendimento – il ruolo del rinforzo positivo
di Eleonora Dordoni
Principale obiettivo di questo lavoro è quello di mettere in evidenza il valore delle teorie dell’apprendimento nell’addestramento del cavallo. Al giorno d’oggi la scienza, grazie ai suoi importanti progressi, può aiutare a capire il modo in cui i cavalli pensano e reagiscono ai diversi stimoli. Il saggio analizza dettagliatamente le tecniche del rinforzo positivo e illustra i vantaggi dell’utilizzo del clicker training nel lavoro con i cavalli.
La prefazione del prof. Antonio Lucio Catalano (già Presidente del Corso di Laurea in Scienze e Tecniche Equine della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Parma) apre il volume. Nell’introduzione il dr. Angelo Telatin sottolinea che «questo libro contribuisce, grazie a molti esempi e a una filosofia di base, a ridurre il gap tra psicologia dell’apprendimento e addestramento […] Eleonora Dordoni è stata in grado, grazie alla sua abilità di tradurre in un linguaggio accessibile concetti complessi, di fare una sintesi accurata e intuitiva di cosa sia la psicologia dell’apprendimento».
Le splendide foto scattate da Giulia Basaglia impreziosiscono il volume e contribuiscono a rendere ancora più piacevole la sua lettura. Fotografa, grafica pubblicitaria e web designer, Giulia Basaglia è specializzata in fotografia equestre. Per lei riuscire a catturare il fascino dei cavalli ed esaltarne la bellezza è una vera e propria sfida con me stessa.
Questo libro permetterà al lettore di approfondire i concetti della psicologia dell’apprendimento e di acquisire nuove capacità per interagire in modo corretto con il proprio cavallo.
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