I cavalli difficili da prendere non si lasciano ingannare da carote e zuccherini. Bisogna innanzitutto capire il motivo della loro ritrosia.
I cavalli difficili da prendere generano situazioni di frustrazione e tensione. Inseguirli o “ingannarli” con delle leccornie non è un modo positivo e produttivo per iniziare a trascorrere il tempo insieme. Molti proprietari danno per scontato che i loro cavalli gli si avvicinino spontaneamente e stiano fermi mentre gli vengono messe le capezze. Non è sempre così. Alcuni cavalli sono difficili da prendere nel paddock; altri persino nel box.
Non essere in grado di prendere il proprio cavallo è forse la situazione più frustrante. Inseguirlo o tentare di “ingannarlo” con escamotage non è un modo positivo e produttivo per trascorrere il tempo insieme. È fondamentale insegnare al cavallo a essere preso con facilità anche perché potrebbe esserci un momento in cui il tempo a disposizione può essere limitato, come ad esempio per le visite del maniscalco o del veterinario.
Corrompere il cavallo con dolcetti è solo una soluzione temporanea. Inoltre, se ci sono altri cavalli nel pascolo, può diventare pericoloso perché se scoprono che nascondi i dolcetti in tasca potrebbero iniziare a seguirti e a farti male mentre si spingono l’un l’altro per soddisfare la loro golosità. L’ideale sarebbe riuscire a convincere il cavallo ad avvicinarsi spontaneamente per farsi prendere.
Se il cavallo fugge lontano ogni volta che vede una cavezza e una lunghina, avrà i suoi buoni motivi. Forse è intimidito oppure spaventato; se è reduce da un pessimo o incompleto addestramento si allontana da un’attività indesiderata oppure è semplice mancanza di rispetto. Generalmente è un atteggiamento dovuto alla combinazione di alcuni di questi motivi.
Se vuoi essere in grado di prendere il tuo cavallo, dovrai innanzitutto convincerlo che la cavezza non implica necessariamente disagio o lavoro. A tale scopo si deve trascorrere del tempo insieme a lui senza coinvolgerlo in attività che percepisce come esperienze negative. Quindi ci si può dedicare alla pulizia del pascolo o del paddock, a controllare le sue recinzioni o a fare delle semplici passeggiate: qualsiasi cosa purché non ci si avvicini al cavallo. Se la nostra presenza lo incuriosisce ed è lui ad avvicinarsi, lasciamolo fare, lasciamoci annusare ma senza cercare di prenderlo.
Non lasciamogli però la possibilità di decidere di allontanarsi, piuttosto interrompiamo noi questo contatto. Brevi incontri giornalieri sono più efficaci di lunghe visite occasionali. Col tempo potrai provare ad avvicinarti ma tieni a mente che i cavalli sono talmente sensibili che percepiscono all’istante qualsiasi umore anche se si cerca di mascherarlo. Anche se hai delle buone intenzioni, ma la tua postura indica il contrario il cavallo si metterà subito in allerta. Quindi fai un respiro profondo, rilassati, rallenta la frequenza cardiaca e assumi una postura passiva. Prova a camminare verso di lui a zig zag dirigendoti verso il collo o la spalla e guarda a terra come se stessi cercando il cellulare.
Se il cavallo ti permette di mettergli la cavezza, non lo condurre da nessuna parte. Dedica piuttosto il tempo ad attività per lui gradevoli come dei massaggi o dei grattini. A questo punto devi essere tu a decidere quando finire la sessione e quindi sganciare la lunghina e allontanarti da lui.
Se questo approccio non funziona allora è necessario educare o rieducare il cavallo con tecniche diverse e un po’ più articolate. Esistono diversi metodi educativi e tutti accomunati dal fatto che simulano i comportamenti messi in atto dai cavalli per stabilire la scala gerarchica nel branco. È importante avere l’umiltà di riconoscere i propri limiti e chiedere aiuto a un professionista che vi guiderà nello studio e nella comprensione del linguaggio del cavallo aiutandovi a migliorare la comunicazione per guadagnarsi la sua fiducia e il suo rispetto.
se comprendi la mente del cavallo, riuscirai a prevedere il suo comportamento.
Robert M. Miller
Per comprendere il comportamento del cavallo
I misteri del cavallo
Robert M. Miller
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