Gli asini amano il calore naturale. Questo è il risultato di uno studio che ha esaminato il comportamento di asini e muli in climi caldi e asciutti.
Continuano gli studi su abitudini e comportamenti di asini e muli. Nel 2017 una ricerca pubblicata sulla rivista Equine Veterinary Journal aveva dimostrato che gli asini soffrono il freddo molto più dei muli e dei cavalli.
Una recente ricerca, condotta dall’Università di Portsmouth nell’Hampshire, in Inghilterra, conferma gli studi precedenti e mostra che gli asini preferiscono i periodi più caldi dell’anno.
La ricerca è stata condotta su 130 asini e muli studiati in due località della Spagna meridionale in un periodo di sette settimane durante l’estate. In entrambe le località, i ricercatori hanno registrato il bisogno di ombra degli animali. Tutti gli animali dello studio erano sani, avevano libero accesso ai rifugi e venivano regolarmente monitorati dai veterinari dell’associazione internazionale per il benessere degli animali, The Donkey Sanctuary. Le temperature, durante il periodo di studio, variavano da 14 a 37 gradi C e i dati venivano raccolti tra le 8:00 e le 16:15. Sono stati registrati i dati che riguardavano la temperatura esterna, la velocità del vento, i livelli di luce, le precipitazioni, la densità degli insetti e il livello di fastidio.
È noto che quando, a causa del calore, la temperatura ambientale supera la zona termica neutra (TNZ) genera un effetto stressante nell’animale. Si definisce zona termica neutra quell’intervallo di temperatura ambientale, inferiore alla normale temperatura corporea, in cui i mammiferi hanno un consumo minimo di ossigeno. Quando la temperatura ambientale scende poco al di sotto di quella corporea vengono usati meccanismi di conservazione del calore che non richiedono un grande dispendio di energia (contrazione dei muscoli piliferi, vasocostrizione periferica, diminuzione della sudorazione). Quando la temperatura ambientale raggiunge la temperatura corporea, si attuano meccanismi opposti, ma sempre poco energetici. Al di sotto della temperatura critica inferiore, o al di sopra della temperatura critica superiore, invece, l’organismo deve ricorrere ad adattamenti e “aggiustamenti” fisiologici che comportano un notevole dispendio di energia. Il TNZ è diverso per ogni specie. Un metodo importante per controllare lo stress da calore, dovuto alle radiazioni solari, è registrare come e quanto un animale cerchi l’ombra.
La ricerca condotta dell’esperta di comportamento equino, la dr. Leanne Proops, docente dell’Università di Portsmouth presso il Dipartimento di Psicologia, è stata pubblicata sul Journal of Applied Animal Behaviour Science. La dr. Proops riporta che è stato osservato il fatto che gli asini cercano meno riparo dal calore e dalla luce rispetto ai muli. La sensibilità dei muli alle temperature più elevate e alla luce solare, spiega Proops, può essere dovuta all’evoluzione, geograficamente diversa, di cavalli e asini e ai loro adattamenti ai diversi climi. Gli asini si adattano meglio ai climi aridi e caldi e quindi ai livelli di luce solare più elevati. I cavalli sono più adatti alle condizioni fredde, mentre i muli, in quanto soggetti ibridi, mostrano spesso attributi che sono una miscela di entrambe le specie, come la crescita del loro pelo invernale. Pertanto, dai risultati dello studio emerge che i muli si adattano meno alle condizioni con alte temperature e con livelli di luce solare rispetto agli asini.
Il dottor Faith Burden, direttore della ricerca e supporto operativo presso The Donkey Sanctuary e coautore dell’articolo, fa notare che la maggior parte degli equidi, in tutto il mondo, sono esposti a climi caldi e di conseguenza possono soffrire di problemi come disidratazione e stress da calore. Auspica che i loro studi forniscano una linea guida sul benessere di asini e muli e incoraggino una buona gestione di questi animali.