La Desmite Degenerativa del legamento sospensore è una malattia comunemente chiamata DSLD. E’ nota anche come Equine Sistemyc Proteoglycan Accumulation (ESPA). E’ una malattia sistemica del tessuto connettivo del cavallo e di altri equini. Si tratta di un disturbo simile alla sindrome di Ehlers-Danlos ora oggetto di ricerca in diverse razze di cavalli.
Originariamente la si considerava come una condizione legata a un eccesso di lavoro e alla vecchiaia. Invece oggi si sa che la malattia è ereditaria. Inoltre la si è osservata in cavalli di tutte le età, compresi i puledri. Le ultime ricerche hanno portato alla ridenominazione proposta della malattia da DSLD a ESPA a causa delle componenti sistemiche ed ereditarie riscontrate.
La patologia è stata riconosciuta in molte razze di cavalli, tra cui Arabi, Purosangue, American Quarter Horses, Morgans, peruviana Pasos, Paso Finos e americani Saddlebreds. Ma anche tra diverse razze a sangue caldo, Appaloosa, Frisone, Missouri Fox Trotters, Tennessee Walkers e Mustang, così come in mezzosangue e muli.
La DSLD in passato era considerata una condizione patologica legata solo agli arti
Il segno più tipico era il collasso di garretti e nodelli, le cosiddette “coon legs”. Tuttavia, l’esame microscopico a necroscopico ha mostrato che i cavalli affetti da DSLD / ESPA non manifestano solo problemi a tendini e legamenti di tutti gli arti. Possono presentare anche il coinvolgimento di altre parti del corpo. Ta queste il legamento nucale, gli occhi, l’aorta, la pelle, le fasce muscolari, i polmoni ed altri organi. Così come legamenti e tendini in tutto il corpo.
A causa della sua natura sistemica, e anche perché il tessuto connettivo è presente quasi ovunque, l’intero corpo viene interessato in vari modi nel momento in cui la malattia progredisce. In alcuni cavalli è stato anche dimostrato un sovraccarico di ferro a livello del fegato. In questa patologia si riscontra un accumulo anomalo di sostanze chiamate Proteoglicani fra le fibre del tessuto connettivo. Queste sostanze alterano la sua resistenza ed elasticità.
Ricerche in corso stanno indagando sugli aspetti biochimici della malattia. Hanno trovato una anomalia nel fattore di crescita e di trasferimento decorina. Ci sono molte indicazioni che la patologia sia di origine ereditaria.
Al momento non esistono cure o trattamenti che si siano dimostrati efficaci.
Dr. Andrea M. Brignolo, veterinario ippiatra con particolari competenze in medicina interna e sportiva e aspetti peritali medico legali ed assicurativi della medicina veterinaria.
Club Member and past president presso SIVE International, Resident assistant presso UCDavis Veterinary Medical Teaching Hospital e Vicepresidente con delega agli Equini presso ANMVI Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani. Nel 2007 ha conseguito un Dottorato di Ricerca in Scienze Cliniche Veterinarie alla Facoltà di Medicina Veterinaria di Torino.
Ha scritto pubblicazioni sia scientifiche che divulgative pubblicate su riviste di settore e giornali a livello provinciale, nazionale ed internazionale. Effettua dal 1989 seminari, corsi ed incontri presso varie associazioni ed enti legati all’ambiente del cavallo sportivo.
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Dr.Andrea M. Brignolo
Medico Veterinario DVM-PhD
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