Esiste un limite temporale entro il quale l’imprinting diviene irreversibile. Questo momento può variare da alcune ore o giorni negli uccelli, fino ad alcuni mesi nei mammiferi ed è denominato “fase sensibile” e si manifesta nel corso della vita dell’individuo una sola volta. È solo in questo periodo che i pulcini imparano a seguire una qualsiasi figura che può non essere necessariamente una persona; per dimostrarlo Hess costruì un apparecchio formato da una piccola camera circolare in cui poteva ruotare un modello di anatra di cartone in grado di emettere suoni registrati. Gli anatroccoli appena nati venivano introdotti nella cameretta e seguivano il modello in legno, preferendolo ad un adulto della propria specie. I pulcini possono anche dirigersi verso una sorgente di luce perché, essendo in contrasto con il resto dell’ambiente, come una luce intermittente, attira la loro attenzione.
Affinchè il pulcino possa manifestare la tendenza a seguire qualcuno o qualcosa è necessario che sia in grado di muoversi. Spalding aveva osservato che la fase sensibile non inizia subito dopo la schiusa ma quando il neonato manifesta una capacità di locomozione che possa permettergli di seguire lo stimolo a cui è sottoposto e comunque non oltre le prime diciotto ore. Questo limite temporale non varia solo da una specie all’altra ma può dipendere anche dal tipo di stimolo a cui viene sottoposto il piccolo. Quindi un pulcino inizia a seguire qualsiasi cosa purché questa sia in qualche modo animata ed emetta dei segnali chiave.
Uno di questi segnali è di tipo uditivo: Lorenz aveva imparato ad imitare il verso degli anatroccoli selvatici per indurli a seguirlo. A tal proposito Mainardi riporta esperimenti più esaurienti; egli riferisce, ad esempio, che se si fa udire un suono ritmico al momento della schiusa, o anche prima della schiusa, i piccoli seguiranno poi qualsiasi oggetto che emetta quel suono anche se non si tratta del verso caratteristico della propria specie. A questo proposito descrive il comportamento dell’anatra sposa durante il periodo della cova. In natura questa specie fa il nido nei tronchi cavi degli alberi ed emette un suono ritmico che viene udito dai piccoli ancora dentro le uova. Al momento della schiusa la madre esce dal nido ed emette il tipico richiamo. Non appena lo sentono, i piccoli si arrampicano lungo l’interno del tronco e dall’apertura si lanciano verso la madre. Mainardi ha voluto riprodurre tale situazione in laboratorio sostituendo l’anatra adulta con una scatola capace di emettere il «richiamo di uscita»: in poco tempo i piccoli escono dal nido e corrono verso questa scatola scambiandola per la loro mamma.
Un altro segnale è il movimento: Timbergen e Lorenz dimostrarono l’ipotesi compiendo degli esperimenti su di un’oca egiziana che avevano fatto nascere in incubatrice e chiusa in una scatola buia quindi liberata in una stanza vuota mentre i due scienziati rimanevano fermi, ciascuno in un angolo. L’oca rimase ferma al centro della stanza e solo quando fecero muovere un cuscino legato ad uno spago l’animale cominciò a corrergli dietro fermandosi quando il cuscino si fermava. A sostegno di questo Timbergen riporta gli esperimenti condotti da Fabricius che li considera molto più esaurienti per dimostrare l’importanza del movimento; esso deve essere compiuto precisamente da determinate parti del corpo in particolare dagli arti: gli anatroccoli di Fabricius erano talmente attratti da una mano che si muoveva, da ignorare persino la presenza di un’anatra impagliata e quindi immobile.
L’ultima caratteristica dell’imprinting è che non richiede stimoli di rinforzo. Klauss Immelmann in un esperimento ha confrontato sullo stesso individuo dei processi di apprendimento sia attraverso il condizionamento per rinforzo che attraverso l’imprinting. Egli esamina una specie di fringuelli – la cravattina – che aveva allevato dei giovani maschi di un’altra specie, di fringuelli e cioè il diamante mandarino. Quando questi giovani maschi vennero chiusi in una gabbietta insieme con delle femmine di ambedue le specie si accoppiarono con quelle della specie dei genitori adottivi, cioè con le cravattine. Solo dopo che Immelmann tenne per mesi questi giovani di diamante mandarino con femmine della propria specie, questi le fecondarono ed allevarono con esse i figli. Nonostante le coppie avessero portato a termine sei covate, quando questi maschi furono di nuovo rinchiusi con delle femmine di cravattina essi abbandonarono la femmina cospecifica, per sostituirla con una femmina dell’altra specie. «L’imprinting, che non era stato seguito da un rinforzo di nessun tipo, ebbe quindi la meglio su dei processi di apprendimento che si erano formati col rinforzo più potente che si possa immaginare».
Bibliografia
Danilo Mainardi, M. Mainardi, Il comportamento animale. Introduzione all’etologia, Zanichelli, Bologna,1970.
Aubrey Manning, Il comportamento animale, Bollati Boringhieri, Torino.
Marco Poli, Psicologia animale e etologia, Il Mulino, Bologna.
Renzo Canestrari, Antonio Godino, Trattato di psicologia, CLUEB, Bologna.
Konrad Lorenz, L’anello di Re Salomone, Adelphi, Milano, 2000.
Niko Timbergen, Il comportamento sociale degli animali, Einaudi, Torino, 1969.
Konrad Lorenz, L’etologia: fondamenti e metodi, Bollati Boringhieri, Torino, 1995.