La storia di Napoli è intrecciata con il cavallo, simbolo di tradizione, cultura e potere attraverso i secoli.
Il cavallo è stato a lungo un simbolo venerato a Napoli. Originariamente, una maestosa statua equestre sorgeva nei pressi della Basilica di Santa Restituta, un tempo sede del tempio di Apollo. Questo luogo sacro, demolito con l’avvento del cristianesimo, divenne poi il sito del Duomo. Nei tempi antichi, i napoletani portavano cavalli e altri animali malati al tempio, ornati di ghirlande e fiori, eseguendo un rituale che prevedeva di girare tre volte attorno alla statua per ottenere la guarigione.
Il declino della statua
Nel 1322, la statua del cavallo fu smantellata per ordine dell’arcivescovo di Napoli. La Chiesa, desiderosa di eliminare i residui dei riti pagani e delle superstizioni, decise di fondere la statua di bronzo, utilizzandone il metallo per forgiare le campane del Duomo. Si narra che, ascoltando attentamente, si possa ancora sentire il nitrito del cavallo quando le campane suonano.
La tradizione equestre di Napoli
Napoli vantava una tradizione equestre molto antica, con il cavallo come uno dei suoi emblemi principali. In epoca classica, un colossale cavallo di bronzo, scolpito secondo la leggenda da Virgilio, si ergeva davanti al tempio di Apollo. Questo cavallo, simbolo del popolo napoletano, era ritenuto capace di guarire e irrobustire gli animali, grazie a un rituale praticato fino al XIV secolo.
Il cavallo nell’araldica napoletana
La sacralità del cavallo si riflette anche nell’araldica medioevale di Napoli. Due dei principali sedili della città, Capuano e Nilo, adottarono il cavallo come loro emblema. Il sedile di Capuano scelse un cavallo frenato d’oro su campo azzurro/rosso, rappresentando Apollo e il sorgere del sole. Il sedile di Nilo, invece, optò per un cavallo nero rampante su campo oro, simbolizzando le tenebre e la luna.
Virgilio e Napoli
Il legame tra Napoli e il poeta latino Virgilio è profondo. Virgilio, sepolto nel Parco Vergiliano a Piedigrotta accanto a Giacomo Leopardi, era considerato non solo un poeta, ma anche un vate e un mago. La sua figura taumaturgica e profetica lo rese un protettore della città fino a quando non fu sostituito da San Gennaro.
Curiosità: il cavallo e il calcio Napoli
La storia di Napoli è intrecciata con il cavallo anche nel calcio. Infatti, un’interessante curiosità riguarda lo stemma originale della squadra di calcio del Napoli, che presentava un cavallo rampante. Tuttavia, a causa della deludente performance della squadra nel primo anno di vita, questo simbolo fu presto sostituito da un asino. La squadra era conosciuta come “Associazione Calcio Napoli” e il cambio di simbolo fu un ironico commento alle difficoltà iniziali della squadra. Infatti la sua deludente partenza nel primo anno di vita (retrocessione in B con un fortunoso ripescaggio) fece scrivere a un cronista che quel cavallo era piuttosto un somaro. Da allora sparì il cavallo e si fece costantemente riferimento all’asino.
Il cavallo rimane un simbolo affascinante e ricco di storia per la città di Napoli. Attraverso statue, leggende e tradizioni, questo animale ha incarnato l’anima e lo spirito della città, riflettendo il suo orgoglio, la sua libertà e la sua ricca eredità culturale. Oggi, il ricordo del cavallo continua a vivere nelle storie e nei simboli della Napoli moderna, mantenendo viva una connessione storica che attraversa i secoli.
Fonti:
Mario Gennero, Cronache del cavallo, luna edizioni, 2023, pp.180-181
Il popolo napoletano e il cavallo
Ciuccio o cavallo rampante? Questo è il dilemma del simbolo del Napoli
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