Il linguaggio non verbale richiede comprensione e interpretazione per costruire fiducia e ottenere risultati positivi con il proprio cavallo.
L’addestramento dei cavalli è un’arte che richiede una profonda comprensione del linguaggio non verbale di questi magnifici animali. Come sottolineato nel romanzo “Un dono da ogni cavallo” di Massimo Pierini, un addestratore deve essere in grado di interpretare ogni segnale comunicativo del cavallo, adeguando le proprie azioni di conseguenza. Questa abilità è cruciale per stabilire una relazione di fiducia e ottenere risultati positivi nell’addestramento.
L’importanza dell’ascolto attivo
Un bravo addestratore sa che ogni movimento, ogni respiro e ogni sguardo del cavallo hanno un significato preciso. Ad esempio, ci sono momenti in cui è necessario attendere, rallentare, o addirittura invertire la rotta. In altre occasioni, si deve accelerare il passo e approfittare dell’apertura comunicativa del cavallo. Come dice J nel romanzo, “prima di lavorare un cavallo, è importante capire cosa ti comunica in ogni istante”. Prendere una decisione sbagliata potrebbe compromettere l’intero lavoro.
Creare una connessione profonda
Arrivati a un certo punto dell’addestramento, è essenziale che il cavallo comprenda chiaramente cosa ci si aspetta da lui. Il passo successivo potrebbe sembrare semplice, come salire in sella e infilare i piedi nelle staffe con il cavallo immobile, ma per raggiungere questo obiettivo bisogna lavorare molto sulla connessione e sulla fiducia.
L’arte della pazienza
L’addestramento richiede pazienza. Bisogna sapere quando insistere e quando fermarsi. Ad esempio, l’addestratore del romanzo lascia rientrare il cavallo nel suo cerchio solo quando è davvero sereno, lavorando costantemente sulla sua calma e sulla sua disponibilità. Anche quando sembra che l’obiettivo sia stato raggiunto, spesso arriva un segnale che richiede di tornare sui propri passi e lavorare ancora.
Affrontare le proprie incertezze
Il processo di addestramento può portare a momenti di dubbio e autocritica. Come descritto da Pierini, quando il cavallo non risponde come previsto, è naturale chiedersi se l’errore non sia proprio dell’addestratore. Questa introspezione è fondamentale per migliorare e adattare le proprie tecniche di addestramento, comprendendo meglio il cavallo e sé stessi.
Chiudere il cerchio
Il successo arriva quando il cavallo si fida completamente del suo addestratore, rimanendo immobile e sereno anche nelle situazioni nuove. Questo stato di calma e fiducia è il segno che la comunicazione è stata efficace e che il legame tra cavallo e addestratore è solido.
Libri di cavalli: Massimo Pierini, Un dono da ogni cavallo, zoraide editore, pp. 28-29
È un libro che parla di cavalli e di uomini. Il testo si compone di tre storie che raccontano di un ragazzo che cresce in una valle sperduta e che impara a coniugare gli insegnamenti del passato con la sua esperienza personale e le esperienze più moderne in campo etologico e addestrativo.
Per Maria Cristina Magri di Cavallo Magazine, Massimo con il suo libro ha messo in luce «l’aspetto poco illuminato» del lavoro e dei sentimenti dell’addestratore che per mesi e mesi lavora con un cavallo per risolvere problemi difficili, instaura con lui un legame stretto come un nodo «e poi arriva qualcuno che prende il cavallo, lo carica su un van», se lo porta via e con molta probabilità non lo incontrerà mai più.
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