Attrezzatura cavallo. Solo un uso consapevole garantisce una comunicazione efficace senza compromettere la salute dell’animale.
L’addestramento dei cavalli è una pratica complessa che richiede competenza, pazienza e l’uso di strumenti adeguati. L’attrezzatura del cavallo usata per l’addestramento come fruste, speroni, capezzine e martingale sono al centro di un dibattito acceso. Il settore equestre è diviso sull’uso di questi strumenti, con opinioni contrastanti di addestratori, divulgatori, cavalieri agonisti e occasionali.
In uno sport dove verità, tradizione ed emozioni spesso si scontrano, è fondamentale analizzare attentamente le questioni per formare un proprio pensiero e affinare il senso di ciò che funziona e ciò che non funziona. Questo processo richiede non solo un’esperienza personale ma anche una riflessione critica e il supporto della scienza.
L’esperienza personale, per quanto preziosa, non può essere l’unica guida. Essa deve essere bilanciata con i risultati della ricerca scientifica. La scienza dell’equitazione, infatti, offre una comprensione affascinante di come i cavalli pensano e imparano. Questo sapere è essenziale per migliorare il modo in cui interagiamo con loro.
La scelta dell’attrezzatura del cavallo
Un aspetto spesso sottovalutato è la scelta dell’attrezzatura. Bisognerebbe chiedersi:
- Perché si usa l’attrezzatura che si usa?
- È stata scelta perché era già in dotazione con il cavallo quando lo si è comprato?
- Oppure è quella che usano tutti?
- È una questione estetica?
- O la scelta è ben ponderata?
La varietà dell’attrezzatura
L’attrezzatura che si usa o aiuti artificiali rappresentano strumenti fondamentali che il cavaliere impiega per amplificare o sostituire gli aiuti principali come l’assetto, il busto, le gambe, le mani e la voce. Ogni attrezzo ha uno scopo specifico e deve essere utilizzato con attenzione e competenza per garantire il benessere del cavallo e l’efficacia della comunicazione tra cavaliere e animale.
Lo strumento più comune è il chiudibocca, spesso stretto in modo eccessivo. Questo può causare una marcata rientranza nella carne dell’osso nasale del cavallo e, in alcuni casi, piccole piaghe sulle labbra. Inoltre, un chiudibocca troppo stretto può interferire con il normale meccanismo di deglutizione del cavallo, producendo proprio la resistenza che dovrebbe curare.
Seguono fruste e frustini utilizzati per stimolare o correggere il comportamento del cavallo, possono variare in lunghezza e flessibilità. La tecnica di utilizzo è essenziale: un uso coerente e delicato può aiutare il cavallo a comprendere meglio i comandi per accelerare o muovere determinate parti del corpo. Usarli senza abusarne richiede pratica e dovrebbe essere riservato a cavalieri che hanno sviluppato un uso indipendente di assetto, gambe e mani.
Gli speroni sono un altro attrezzo controverso, usati per affinare i comandi delle gambe. Se utilizzati correttamente, possono migliorare la precisione dei segnali trasmessi al cavallo. Tuttavia, un uso scorretto può causare dolore e stress all’animale. È quindi fondamentale che solo cavalieri esperti e ben addestrati li utilizzino, assicurandosi di applicarli con la giusta tecnica e moderazione.
Le martingale sono strumenti progettati per controllare la testa e il collo del cavallo. In particolare, sono utilizzate per impedire al cavallo di alzare troppo la testa, aiutando a mantenere una posizione corretta. Tuttavia, se troppo strette, possono causare disagio e limitare il movimento naturale dell’animale. Anche in questo caso, la regolazione e l’uso appropriato delle martingale sono cruciali per evitare danni e garantire il comfort del cavallo.
La discussione sugli aiuti artificiali nell’addestramento dei cavalli
Nei corridoi delle scuderie e sui social media, si accendono vivaci dibattiti tra cavalieri e appassionati riguardo all’uso delle attrezzature per l’addestramento dei cavalli. Le opinioni sono polarizzate: alcuni difendono questi strumenti, mentre altri li disdegnano.
I favorevoli agli aiuti artificiali
Coloro che sostengono l’uso degli aiuti artificiali affermano che questi strumenti offrono un valido supporto per un allenamento efficace e sicuro. Vengono visti come mezzi utili per influenzare e contenere le risposte di un animale che può pesare oltre 100 chili, oltre che per motivare cavalli che non rispondono ai segnali tradizionali. Gli aiuti artificiali, secondo questa visione, non solo migliorano l’efficacia dell’addestramento ma contribuiscono anche a garantire la sicurezza del cavaliere e del cavallo.
I contrari agli aiuti artificiali
Dall’altra parte del dibattito, i detrattori sostengono che questi gadget rappresentano scorciatoie che compensano una mancanza di abilità e conoscenze nell’addestramento. Ritengono che l’uso di aiuti artificiali sia dannoso per il settore e che gli spettatori percepiscano tali strumenti come abusivi, il che getta una luce negativa sullo sport. Inoltre, affermano che soffocano il comportamento naturale dei cavalli e possono essere fonte di stress significativo per gli animali.
Una prospettiva filosofica
La mia formazione filosofica mi suggerisce di non cercare una risposta definitiva a questa complessa questione, ma piuttosto di pormi ulteriori domande: gli aiuti artificiali sono essi stessi causa di stress o lo stress deriva dal modo in cui vengono utilizzati?
Questa riflessione invita a considerare il contesto e l’approccio con cui vengono impiegati gli strumenti per l’addestramento. È possibile che l’uso appropriato e consapevole degli aiuti artificiali possa ridurre lo stress sia per il cavallo che per il cavaliere, mentre un uso improprio può effettivamente causare più danni che benefici. Pertanto, il dibattito dovrebbe forse spostarsi dall’uso o non uso degli aiuti artificiali, alla qualità e all’etica del loro impiego.
L’abuso degli attrezzi
Un uso scorretto degli attrezzi spesso deriva da un cattivo tempismo e da una tecnica inadeguata. Ad esempio, una frusta usata in modo imprevedibile può spaventare il cavallo piuttosto che guidarlo. Allo stesso modo, un cavallo può sentirsi intrappolato se le redini o le martingale sono troppo strette, causando stress e frustrazione. I cavalli sono animali claustrofobici e tendono a farsi prendere dal panico quando si sentono in trappola.
Quando un cavallo non ha imparato le basi, l’uso di morsi più forti e di attrezzature più restrittive non fa altro che amplificare segnali che il cavallo non comprende appieno. Utilizzare strumenti senza comprenderne l’uso e senza essere consapevoli dei potenziali danni fisici e psicologici che si possono causare al cavallo è come usare un megafono per comunicare in una lingua straniera: più forte non è più chiaro, è solo più spaventoso.
Possiamo abusare dell’attrezzatura da addestramento usandola in modi per cui non è stata progettata. Si indossano speroni capovolti, a volte i barbozzali sono fissati all’anello sbagliato e i chiudibocca stretti oltre il necessario. Mentre alcune di queste modifiche sono accidentali, altre sono scorciatoie premeditate per ottenere vantaggi nelle competizioni. Per questo motivo, le commissioni di gara e le federazioni rivedono costantemente le regole, cercando di prevenire tali abusi, rimanendo però sempre un passo indietro rispetto ai furbetti!
È essenziale che i cavalieri siano adeguatamente istruiti sull’uso degli attrezzi e che siano consapevoli delle conseguenze di un uso improprio. La domanda fondamentale che ogni cavaliere dovrebbe porsi è: “Il mio cavallo capisce cosa chiedo?”.
Solo con una comunicazione chiara e un uso corretto degli strumenti si può garantire il benessere del cavallo e un addestramento efficace. Pertanto, istruttori e cavalieri devono essere ben informati sulle tecniche corrette e sui possibili rischi associati all’uso degli attrezzi per evitare abusi e garantire il benessere dei cavalli. Solo attraverso un equilibrio tra tradizione, esperienza e scienza, possiamo migliorare le pratiche di addestramento e promuovere uno sport equestre più etico e rispettoso.