Molti cavalli sono “sensibili al sottopancia”. Questo è di solito un problema che si presenta quando il cavallo viene sellato per la prima volta. Si può evitare?
Alcuni cavalli quando gli si stringe il sottopancia si agitano, si muovono nervosamente. Altri appiattiscono le orecchie indietro. Altri ancora possono reagire inaspettatamente e in modo eccessivo ed eventualmente calciare o mordere quando viene applicata una pressione intorno alla loro pancia.
Il problema nasce quando un cavallo viene sellato per la prima volta. Se il proprietario stringe il sottopancia troppo e troppo presto, il cavallo si sente a disagio e si spaventa.
Poiché non è abituato ad avere niente sulla schiena, un sottopancia stretto rende la nuova esperienza della sella ancora più spaventosa. Spesso questo lo porta a reagire in modo eccessivo e a disarcionare. Infatti spiega il dr Robert M. Miller
[…] è la pressione che esercita il sottopancia la causa principale per cui i cavalli sgroppano quando vengono sellati per la prima volta.
Per questo motivo, ritiene che il momento migliore per abituare un cavallo al sottopancia sia quando il puledro è molto piccolo, a poche ore dalla nascita. Miller, nel suo manuale Imprint Training, suggerisce di abituare il puledro al sottopancia dopo che il piccolo ha allattato ed è abbastanza forte per reggersi in piedi per un breve lasso di tempo.
Tuttavia, sottolinea anche che i puledri appena nati si affaticano rapidamente e, a differenza dei cavalli adulti, che possono dormire in piedi e non si sdraiano mai o lo fanno raramente, i piccoli hanno bisogno di sdraiarsi per riposare. Per questo motivo, ogni manovra con un puledro non dovrebbe mai superare i 15 minuti. Se non la si completa entro quel tempo, è necessario comunque fermarsi e ricominciare dopo che il puledro si è riposato.
Innanzitutto, precisa Miller, il puledro deve essere abituato alle pressioni sulla schiena. Per fare questo sono necessarie tre persone. Una tiene sotto controllo la cavalla (la madre deve stare sempre vicino al suo puledro), un’altra pensa al puledro, una terza esegue la procedura sul piccolo.
Con il puledro in piedi, si prema con il palmo delle mani, quel tanto che basta a far sentire una leggera pressione sull’area dove si andrà a poggiare la sella. Si ripeta la manovra ritmicamente fino a raggiungere il punto di abitudine. Quindi si circondi l’area del sottopancia con le braccia, e, con le mani giunte sotto il petto del puledro, ritmicamente e ripetutamente lo si stringa almeno 50 volte. [Robert M. Miller, ImprintTraining del puledro appena nato, pp. 66-67.]
Quando il puledro sarà cresciuto tanto da non poterlo più abbracciare, allora è possibile utilizzare una lunghina che sostituirà la pressione esercitata dalle braccia. Utilizzate la lunghina come se fosse un sottopancia e sempre ritmicamente e ripetutamente la stringete fino ad esercitare una leggera pressione e poi la allentate. Il puledro era già abituato alle vostre braccia quindi non dovrebbe manifestare nessuna particolare reazione alla lunghina. Ripetere nel tempo l’esercizio con la lunghina è utile per rinforzare ciò che il puledro aveva già appreso in tenera età, inoltre permette di aumentare gradualmente la pressione sino ad arrivare ad esercitarne una simile a quella del sottopancia.
Eseguire queste manovre quando il cavallo è molto giovane, rispettando ovviamente i suoi tempi di apprendimento, farà una grande differenza quando arriverà il momento di mettere la sella e salire.
Sebbene non esista una regola d’oro per stabilire quanto stringere il sottopancia, ricordate che è bene stringerlo per gradi. All’inizio dell’addestramento (ma poi andrebbe fatto sempre), appena messa la sella, lo si allaccia lento. Quindi è consigliabile fare un lavoro di riscaldamento a terra almeno per cinque minuti. Poi si controlla il sottopancia e si stringe ancora un po’. Si continua il lavoro a terra per altri 5-10 minuti e si stringe il sottopancia per una terza volta.
La cosa più importante per evitare che il cavallo diventi “sensibile al sottopancia” è assicurarsi di non commettere nessun errore soprattutto all’inizio, quando si ha a che fare con un puledrino. La minima paura resterebbe impressa nella sua mente complicando qualsiasi lavoro futuro. I cavalli hanno una buona e lunga memoria, soprattutto quando è coinvolto il dolore. Traumi precedenti, in qualsiasi momento della vita, possono causare reazioni avverse. E se ricorda che una pressione sotto la pancia gli ha causato una paura o un dolore, potrebbe temere che ciò accada di nuovo.
Foto: Massimo Pierini a lavoro con un puledro
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