Addestramento del cavallo: Il valore dell’attesa, un fondamentale dono reciproco che costruisce una connessione duratura e rispettosa.
L’addestramento del cavallo è un’arte delicata che richiede pazienza, comprensione e una connessione profonda tra il cavaliere e il suo compagno a quattro zampe. Nel libro “Un Dono da Ogni Cavallo”, l’autore, Massimo Pierini, ci guida attraverso un viaggio intriso di saggezza e insegnamenti preziosi, con un focus particolare sul concetto di “aspettare” come fondamentale nell’arte di addestrare un cavallo.
Aspettare: Un Atto di Rispetto e Comprensione
Il libro sottolinea che “aspettare” va oltre il semplice gesto di attendere; è un atto di rispetto nei confronti del cavallo. Aspettare implica una comprensione profonda del suo ritmo, della sua personalità e dei suoi segnali. È un invito a entrare nel mondo del cavallo con pazienza e rispetto, anziché imporre la propria volontà.
“Parlale e aspettala. Guardala, non lasciare niente al caso nessun particolare” mi diceva J.
“Aspettala!”
Aspettarla significava attendere che fosse lei ad accettare una mia richiesta senza forzatura. Aspettare, significava far diventare ogni piccola richiesta una cosa semplice, naturale, indotta quasi per caso. Parlandole, lavorando, provando e riprovando fino a che fosse tutto perfettamente in sincronia.
Massimo Pierini, Un dono da ogni cavallo, Zoraide editore, p. 22
Accettazione e Connessione
L’aspettare, come descritto nel libro, è una forma di accettazione. Accettare il passo del cavallo, il suo tempismo e il suo livello di comprensione. Questo atto di accettazione è fondamentale per creare una connessione autentica. Quando il cavaliere impara ad aspettare, si apre a una comunicazione più profonda e rispettosa con il suo compagno equino.
Lavoro da Terra e l’Importanza dell’Aspettare
Il libro esplora l’addestramento da terra come un terreno fertile per apprendere l’arte dell’aspettare.
Capii in quel frangente, quanto lavorare da terra in un tondino con un cavallo, fosse difficile ed importante per le fondamenta dell’intero muro. Un cavallo nel tondino diventa immediatamente “libero” di prendere le sue decisioni. Continuando a inserire pressioni e non pressioni, rinforzando positivamente o negativamente ogni suo gesto corretto o non corretto, costruiremo insieme qualcosa che il cavallo non dimenticherà mai per tutta la vita.
Massimo Pierini, Un dono da ogni cavallo, Zoraide editore, p. 22
Lavorare con il cavallo a terra richiede una sincronizzazione di movimenti e intenzioni, in cui l’aspettare diventa una chiave per costruire una base solida. L’autore ci invita a considerare questo periodo come la costruzione delle fondamenta per un edificio stabile.
Pressioni Bilanciate e Rinforzi Positivi
Un altro concetto importante del libro è l’idea delle pressioni bilanciate. L’aspettare non significa essere passivi, ma piuttosto applicare pressioni per guidare il cavallo nella giusta direzione. Rinforzi positivi e negativi vengono enfatizzati come strumenti chiave per comunicare con il cavallo in modo chiaro e rispettoso.
Creare un Ricordo Duraturo
Il libro suggerisce che l’aspettare nel corso dell’addestramento crea ricordi duraturi nel cervello del cavallo. Questo approccio rispettoso costruisce una fiducia duratura e una connessione che va oltre il momento presente. Un cavallo che impara attraverso l’aspettare sviluppa una fiducia nel suo cavaliere, formando una partnership che dura nel tempo.
In “Un Dono da Ogni Cavallo”, l’arte dell’aspettare emerge come una pratica chiave per una formazione equina rispettosa e efficace. Imparare a rispettare i tempi del cavallo, a comunicare attraverso pressioni bilanciate e rinforzi positivi, crea una base solida per una connessione duratura. L’aspettare non è solo un atto di pazienza, ma un dono che arricchisce la relazione tra cavaliere e cavallo, creando una connessione che va oltre le lezioni di addestramento quotidiane.
Foto di Chema Photo su Unsplash
Leggi la recensione di Maria Cristina Magri su Cavallo Magazine
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Massimo Pierini
Un dono da ogni cavallo
🐴 zoraide editore
È un libro che parla di cavalli e di uomini. Il testo si compone di tre storie che raccontano di un ragazzo che cresce in una valle sperduta e che impara a coniugare gli insegnamenti del passato con la sua esperienza personale e le esperienze più moderne in campo etologico e addestrativo.
Per Maria Cristina Magri di #cavallomagazine, Massimo con il suo libro ha messo in luce «l’aspetto poco illuminato» del lavoro e dei sentimenti dell’addestratore che per mesi e mesi lavora con un cavallo per risolvere problemi difficili, instaura con lui un legame stretto come un nodo «e poi arriva qualcuno che prende il cavallo, lo carica su un van», se lo porta via e con molta probabilità non lo incontrerà mai più.
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