Introdurre un cavallo a stimoli nuovi o, a volte, fargliene affrontare di inaspettati di solito causa delle reazioni non sempre positive, a volte anche la fuga. Eppure – spiega Andrew Fraser – il cavallo è un animale curioso. Il nuovo lo attrae. Se tutte le condizioni lo permettono, si avvicina, lo annusa e lo tocca. Ma è chiaro, comunque, che in natura il cavallo autogestisce le “novità”, decide autonomamente se aver paura e fuggire o ignorare la situazione. Nell’ambiente domestico, invece, bisogna avere determinate accortezze ed essere cauti.
Quando si introduce una novità (finimenti, sottosella, sella, il trasporto, oggetti sconosciuti su un sentiero) bisogna progredire persino più lentamente di quanto, di fatto, potrebbe richiedere la situazione. È controproducente correre il rischio di innescare una reazione negativa.
Prevenire la paura è molto più facile che estinguerla. Quindi si possono presentare nuovi stimoli in modo sistematico e paziente rinforzando sempre le risposte adeguate. Tuttavia ogni situazione è diversa e ogni cavallo è diverso. Il modo specifico con cui si agisce può cambiare di volta in volta. Quello che invece deve essere un punto fisso è la consapevolezza della soglia della paura dei cavalli e cercare di non andare mai oltre.
Alcuni soggetti si tranquillizzano velocemente, per altri ci vorrà molto più tempo per ignorare i nuovi stimoli. Indipendentemente dal caso, si può progredire solo quando l’animale è pronto. In questo modo l’intero processo diventerà un’esperienza positiva per il cavallo. Una ripetizione graduale gli insegnerà a rispondere con calma allo stimolo spaventoso e a non temerlo.
Le situazioni inaspettate sono dietro l’angolo: rumori improvvisi, oggetti svolazzanti, un oggetto sconosciuto su un sentiero conosciuto. In queste circostanze, mantenere la calma è della massima importanza. Se non si è calmi, non ci si può aspettare che lo sia il cavallo. Respirare profondamente e cercare di rallentare la frequenza cardiaca è davvero importante. È anche fondamentale mantenere la voce calma, bassa e rassicurante. A questo punto ci si deve concentrare esclusivamente sul cavallo e dimenticare tutto il resto.
Se il cavallo si allontana, inizia a correre freneticamente intorno o si mette in un galoppo fuori controllo, non cercare di fermarlo. Cerca invece di reindirizzare il suo movimento. In un modo molto rilassato, chiedi di fare qualcosa di semplice come mantenere un cerchio con un’andatura più regolare o cambiare direzione. Cerca di catturare di nuovo la sua attenzione. È ovvio che non riceverà una ricompensa, a causa del livello di ansia, ma lo si può lodare verbalmente per aver risposto.
Già aver riconquistato la sua attenzione e un po’ di concentrazione è un ottimo risultato ed è sufficiente per concludere la sessione in uno stato di calma. Si può ricominciare più tardi, tuttavia è consigliabile scegliere di lavorare su qualcosa di diverso quel giorno o chiedere molto meno in modo da non rischiare di mandare di nuovo il cavallo sopra la soglia della paura.
Alla fine della giornata, l’obiettivo è di avere un cavallo calmo, rilassato e affidabile. La formazione svolge un ruolo importante. Per incoraggiare un comportamento calmo e fiducioso occorre capire davvero cosa si sta facendo e perché lo si sta facendo. Risultato che si può ottenere concentrandosi con il rinforzo positivo dei comportamenti che si vogliono vedere e facendo del proprio meglio per evitare comportamenti che non si voglinoo vedere. Sta a te, essere umano, preparare il tuo cavallo per il mondo in cui vuoi che viva.
I misteri del cavallo
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Principi di apprendimento – il ruolo del rinforzo positivo
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La prefazione del prof. Antonio Lucio Catalano (già Presidente del Corso di Laurea in Scienze e Tecniche Equine della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Parma) apre il volume. Nell’introduzione il dr. Angelo Telatin sottolinea che «questo libro contribuisce, grazie a molti esempi e a una filosofia di base, a ridurre il gap tra psicologia dell’apprendimento e addestramento […] Eleonora Dordoni è stata in grado, grazie alla sua abilità di tradurre in un linguaggio accessibile concetti complessi, di fare una sintesi accurata e intuitiva di cosa sia la psicologia dell’apprendimento».
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