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Cavalla a fine gravidanza: cosa sapere

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La fine gravidanza è un periodo delicato che richiede attenzione e cure specializzate per garantire la salute di cavalla e puledro.

Nell’ultimo anno, abbiamo dedicato tempo, denaro ed energie per garantire la salute e il benessere della nostra cavalla. Durante i mesi di attesa, le nostre aspettative e speranze sono cresciute esponenzialmente. Qualsiasi problema di salute, o peggio ancora, la perdita della giumenta e/o del puledro, rappresenterebbe un colpo devastante. Fortunatamente, le complicazioni gravi verso fine gravidanza, negli ultimi 100 giorni di gestazione — un periodo che varia dai 320 ai 365 giorni — sono relativamente rare. Tuttavia, è essenziale che i proprietari e i gestori di fattrici siano consapevoli delle sfide che possono emergere nelle fasi finali della gravidanza.

Identificazione e trattamento delle complicazioni più comuni

Infezione da Herpesvirus equino

Le fasi finali della gravidanza equina possono nascondere rischi significativi per la salute della cavalla e del puledro. È essenziale un monitoraggio costante, che include regolari controlli veterinari e tecniche diagnostiche come l’ecografia transrettale per rilevare eventuali anomalie. La vaccinazione, in particolare contro l’herpesvirus equino (EHV-1), è fondamentale per prevenire complicazioni come l’aborto.

Il virus EHV-1 si trasmette per via respiratoria, attraverso il contatto con le secrezioni o con particelle virali trasportate dall’aria provenienti da cavalli infetti. Una volta entrato nel flusso sanguigno, il virus può raggiungere il feto, comportando un elevato rischio di aborto durante l’ultimo trimestre di gestazione.

Per contrastare l’EHV-1, noto come herpesvirus equino, i veterinari raccomandano l’uso di un vaccino inattivato, specificamente approvato per l’uso durante la gravidanza. Questo vaccino viene somministrato al quinto, settimo e nono mese di gestazione. Alcuni specialisti suggeriscono di iniziare la vaccinazione già al terzo mese di gestazione per garantire una protezione ottimale.

Tuttavia, la vaccinazione da sola non garantisce una protezione completa. È essenziale isolare le fattrici dai cavalli che partecipano a mostre o eventi, che possono essere fonti di esposizione al virus. Per ridurre ulteriormente il rischio di contagio, è importante evitare l’uso comune di acqua, il contatto diretto naso-naso tra i cavalli e la vicinanza eccessiva tra box o recinti. Anche i cavalli immuni al virus possono trasportarlo e rilasciarlo nell’ambiente, rendendo queste precauzioni cruciali.

Patricia Sertich, VMD, MS, Dipl. ACT, del New Bolton Center della University of Pennsylvania, sottolinea le limitazioni della vaccinazione contro l’EHV (herpesvirus equino). Spiega che la vaccinazione non garantisce una protezione totale, poiché le cavalle possono ancora abortire a causa del virus nonostante siano vaccinate. L’immunità, sia naturale sia da vaccino, è di breve durata. Per diagnosticare l’EHV-1, i veterinari utilizzano l’analisi PCR su un tampone nasale per identificare il DNA virale. Un’infezione durante la gravidanza può causare aborti senza segni premonitori, e i puledri che nascono sono spesso infetti e compromessi, con possibili esiti fatali. La malattia si trasmette anche tramite contatto diretto con cavalle infette, feti abortiti, tessuti, fluidi fetali e lettiera contaminata.

Placentite

La placentite può essere causata da infezioni batteriche o fungine ed è fondamentale riconoscerne i segni. Se notate perdite vaginali o un ingrossamento prematuro delle mammelle della vostra cavalla, questi potrebbero essere indicatori di placentite, un’infiammazione della placenta generalmente dovuta a infezioni batteriche e/o fungine. La forma più comune di placentite è quella ascendente, che si verifica quando microrganismi presenti nel tratto riproduttivo risalgono verso l’utero durante la gravidanza. Esistono anche altre forme di placentite, come quella diffusa, causata da batteri che infettano il sistema a livello sistemico, e quella nocardioforme, che provoca lesioni localizzate nell’utero.

Normalmente, tutte le cavalle ospitano una flora batterica nel vestibolo del tratto riproduttivo, che mantiene un equilibrio salutare e impedisce la proliferazione eccessiva di agenti patogeni. Tuttavia, le fattrici con una competenza inadeguata del tratto genitale caudale, dovuta a una cattiva conformazione perineale, a una condizione corporea scarsa o a un eccessivo numero di parti, sono a rischio. Queste condizioni possono facilitare la migrazione di microrganismi attraverso il tratto riproduttivo, che alla fine possono attraversare una cervice rilassata e invadere l’utero, portando all’infezione della placenta.

Se l’infezione si manifesta precocemente, può compromettere seriamente il corso della gravidanza. In molti casi, il feto stesso non risulta infetto. Tuttavia, i cambiamenti infiammatori nella placenta causano un ispessimento e un indurimento delle membrane fetali, che possono rompersi in modo inappropriato al momento del parto. Questo ritardo nel processo può causare ipossia nel puledro, ossia una carenza di ossigeno durante il travaglio.

Se l’infezione si verifica nelle prime fasi della gravidanza e progredisce rapidamente, può estendersi al puledro, compromettendo la sua capacità di posizionarsi correttamente per il parto. Nei casi di infezione grave, il feto può morire, portando la cavalla all’aborto.

Per diagnosticare la placentite, il veterinario utilizza un’ecografia transrettale per rilevare l’ispessimento anormale uteroplacentare e individuare aree di separazione delle membrane e la presenza di materiale infettivo. Inoltre, il veterinario può considerare l’opzione di eseguire una coltura batterica, sebbene molti siano riluttanti a prelevare campioni cervicali o uterini per la coltura batterica, a causa del rischio di introdurre batteri nel tratto riproduttivo, l’identificazione dei batteri è essenziale per scegliere l’antibiotico più adatto al trattamento.

Tossicosi da festuca

Mantenere un ambiente sicuro e fornire una nutrizione adeguata alle cavalle in gravidanza è essenziale per prevenire problemi come la tossicosi da festuca. Questa condizione può causare una serie di complicazioni, tra cui aborti, nascite di puledri morti, ispessimento della placenta, gestazione prolungata, produzione limitata di colostro e latte, e la nascita di puledri deboli o sottosviluppati.

È importante analizzare gli alimenti per escludere la presenza di funghi tossici e garantire una dieta equilibrata che supporti la salute dell’utero e del feto.

Ernia addominale

Un’interruzione della parete addominale in tarda gestazione può essere causata da un’ernia addominale, che si verifica quando i muscoli della parete corporea si strappano, o da una rottura del tendine prepubico, che avviene quando il tendine che sostiene la parete addominale si rompe, causando il cedimento della parete sotto il peso dell’utero gravido. Tali eventi possono compromettere anche il sistema di supporto della ghiandola mammaria, provocandone l’abbassamento e lo spostamento in avanti.

I proprietari dovrebbero sospettare un problema alla parete addominale se notano secrezioni mammarie sanguinolente o la presenza di edema, ossia un rigonfiamento dovuto a liquido, nella parte alta del fianco della cavalla. Questi animali spesso mostrano segni di dolore acuto e riluttanza a muoversi. È consigliabile mantenere queste cavalle a riposo in stalla e applicare una fasciatura di sostegno attorno alla parete del corpo per alleviare la pressione nell’area interessata. La dottoressa raccomanda di ospitarle in un luogo dove sia disponibile assistenza veterinaria per il parto.

L’idrope, un accumulo eccessivo di liquido fetale nell’utero, può mettere a rischio la parete addominale della cavalla. Questa condizione si manifesta con un utero notevolmente disteso e un addome ingrossato. I veterinari possono diagnosticare l’idrope tramite palpazione transrettale ed ecografia.

Sebbene le cause precise dell’idrope non siano completamente chiare, l’eccesso di liquido all’interno delle membrane fetali può portare a una situazione in cui la parete corporea della cavalla non è più in grado di sostenere l’utero ingrossato, rischiando di rompersi prima che il puledro raggiunga la maturità necessaria per nascere. Se la cavalla è vicina al termine, è possibile procedere con un drenaggio lento e controllato del liquido uterino, somministrando contemporaneamente liquidi endovenosi per prevenire lo shock, e successivamente inducendo manualmente il parto. Se il puledro è sufficientemente maturo, di solito non ci sono problemi. Tuttavia, se è troppo presto nella gestazione, potrebbe essere necessario sacrificare il feto per salvare la vita della cavalla.

Torsione Uterina

La torsione uterina, o torsione dell’utero, può verificarsi in qualsiasi momento tra i cinque e gli undici mesi di gestazione. Se la cavalla mostra segni di colica, come agitazione a terra o rotolamenti, è importante sospettare una torsione uterina.

La gravità dei sintomi clinici dipende dal grado di torsione dell’utero e dall’eventuale coinvolgimento di altri organi addominali. Se il problema è limitato all’utero, la situazione potrebbe essere meno grave. Tuttavia, se il tratto gastrointestinale è coinvolto, il dolore può essere estremamente acuto. Questa condizione può manifestarsi sia in cavalle al primo parto che in quelle con più gravidanze alle spalle.

I veterinari diagnosticano la torsione uterina tramite palpazione rettale ed ecografia, tecniche che permettono di valutare la posizione e le condizioni dei legamenti larghi che sostengono l’utero. Se la torsione viene identificata tempestivamente, spesso è possibile risolvere il problema efficacemente, salvaguardando sia la salute della cavalla che quella del puledro. Il trattamento più comune per questa condizione è l’intervento chirurgico, che può essere eseguito sia con la cavalla in piedi sia sotto anestesia generale. Si preferisce l’intervento con la cavalla in piedi, poiché la correzione della posizione dell’utero risulta più agevole.

Preparazione al Parto

Nelle fasi finali della gravidanza, i gestori dovrebbero prepararsi attentamente al parto, assicurandosi che sia disponibile assistenza veterinaria qualificata. Dopo il parto, è cruciale un follow-up per verificare che la cavalla e il puledro stiano bene e per gestire eventuali complicazioni post-parto.

Monitorare regolarmente le fattrici e segnalare tempestivamente al veterinario qualsiasi problema è essenziale. Un intervento rapido può migliorare significativamente le prospettive sia per la cavalla che per il puledro.

Una gestione quotidiana accurata è fondamentale per mantenere le cavalle in salute. I proprietari e i gestori dovrebbero monitorare attentamente la condizione corporea delle cavalle, esaminare quotidianamente vulva e ghiandole mammarie, soprattutto quando l’animale è vicino al parto, e prestare attenzione ai segni di edema.

In caso di eventi spiacevoli, come la perdita di un puledro, è importante un accurato follow-up veterinario. Questo non solo aiuta nella gestione futura, ma è anche cruciale per valutare i rischi per altre cavalle gravide presenti in scuderia.

Conclusione

La gestione attenta e informata delle fattrici durante la gravidanza è fondamentale per garantire la nascita sicura e sana di puledri. Proprietari e gestori devono essere equipaggiati con la conoscenza e le risorse necessarie per affrontare le sfide che possono presentarsi, garantendo un esito positivo per madre e puledro.

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Attenzione

Abbiamo scritto il presente articolo consultando diverse fonti tecnico/scientifiche e forum di discussione. Il suo scopo è solo quello di fornire spunti di riflessione e di approfondimenti. Per questo ti chiediamo di suggerire integrazioni o modifiche e di segnalare eventuali inesattezze o errori in questo o in altri articoli scrivendoci a info@imisteridelcavallo.it

Vi invitiamo a consultare il vostro veterinario.

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Serena Cappello

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