Il rinforzo positivo usato con il Clicker Training è uno strumento di formazione estremamente potente, ma elimina completamente la necessità di apportare correzioni?
Eleonora Dordoni, nel suo saggio “Principi si apprendimento” chiarisce innanzitutto i concetti e la loro semantica. Per punizione – spiega l’autrice – s’intende la presentazione di uno stimolo che sopprime un determinato comportamento. Esistono due tipi di punizioni: la punizione positiva (+ P) e la punizione negativa (-P). Come per i rinforzi i termini “positivo” e “negativo” non hanno alcun significato etico (buono/cattivo) bensì matematico. Positivo significa che qualcosa viene aggiunto, negativo che qualcosa viene sottratto. Quindi “punizione positiva” significa applicare una correzione e “punizione negativa” significa rimuovere uno stimolo gradito per punire un comportamento indesiderato.
Un esempio pratico di punizione positiva è l’utilizzo di Fruste, frustini, corde e catene. È bene sottolineare che il loro utilizzo, nelle situazioni frustranti per il cavaliere, può facilmente trasformare una finalità educativa in un’azione di indiscriminata violenza. I mezzi punitivi di solito suscitano una risposta di fuga e possono essere causa dei più svariati traumi, che potrebbero rimanere impressi nella mente dell’animale per sempre. L’utilizzo della punizione positiva necessita di molte cautele in quanto gli aspetti negativi sono maggiori di quelli positivi, considerando anche la mancanza di eticità del trattamento che lede il cavallo sia fisicamente che emotivamente.
Un esempio di pratico di punizione negativa lo si può attuare al momento della somministrazione del pasto se si ha a che fare con un cavallo che agisce in modo aggressivo. Ci si può avvicinare alla stalla con il cibo in mano e nel momento in cui mostra segni di aggressività, si va via con il cibo. Si ritorna pochi istanti dopo e ci si avvicina gradualmente finché il cavallo è calmo e andando via appena cambia atteggiamento. Tanti esempi si possono vedere nell’utilizzo del clicker training. Quando il cavallo non esegue il comportamento desiderato l’addestratore trattiene il rinforzo positivo e associa una sorta di segnale vocale facendogli capire che non è riuscito a guadagnare la sua ricompensa. Di solito si usa rivolgersi al cavallo con un tono serio dicendogli “NO!” oppure “RIPROVA!”
La punizione positiva è molto più comune nel mondo dell’addestramento dei cavalli ma è anche la più abusata e fraintesa. La punizione negativa, ancora oggi, viene difficilmente applicata nel mondo equestre e, nel corso degli anni, è stata erroneamente etichettata. Tutti i programmi di formazione dei cavalli, chi più e chi meno, utilizzano i rinforzi positivi e negativi e le punizioni positive e negative ma un cavaliere deve sapere come funzionano e quando usarli, deve conoscere la scienza dietro il metodo. Non ci si deve mai dimenticare che ogni comportamento del cavallo è la manifestazione di uno stato d’animo, di un bisogno o di una sofferenza fisica e anche per queste ragioni, prima ancora di essere punito, tale comportamento andrebbe analizzato per capirne le motivazioni e scongiurare fattori di cui si è ignari.
Principi di apprendimento – il ruolo del rinforzo positivo
di Eleonora Dordoni
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