Per far sì che i cavalli mantengano una parvenza di “sanità mentale” in un mondo in continua evoluzione e che li sottopone a innumerevoli stimoli, dobbiamo aiutarli a sentirsi a proprio agio. Per questo motivo sia che stiamo lavorando sulla desensibilizzazione a un particolare stimolo o solo sulla gestione quotidiana è importante che il cavallo sia calmo e non oltrepassi la soglia della paura. Invece di concentrarsi sul negativo e aspettare il momento in cui il cavallo reagisce a qualcosa, è assolutamente fondamentale iniziare a concentrarsi sulla calma e sui buoni comportamenti, anche se all’inizio sono rari e temporalmente molto distanti tra loro. Rinforzare i comportamenti calmi deve essere una priorità durante la manipolazione e l’allenamento dei cavalli. A poco a poco il cavallo imparerà a migliorare la calma e la distensione, anche di fronte a uno stimolo spaventoso, e imparerà che sei lì per aiutarlo a rispondere con calma.
Per fare questo si dovrà innanzitutto capire la differenza tra reazione e risposta. Il cavallo reagisce, in modo naturale e istintivo, a una stimolazione dell’ambiente con un’azione o un comportamento volto a contrastarla o a difendersi mentre risponde a una stimolazione facendo seguire un’azione per soddisfare la richiesta mostrando di acconsentire allo stimolo. In altre parole esiste una differenza tra una risposta causata dalla reazione alla paura e una risposta data con calma per aver compreso la richiesta.
In particolare ci si deve concentrare su come il cavallo comunica la sua paura. I cavalli comunicano informazioni, il loro stato d’animo o di salute attraverso il linguaggio del corpo: volto, orecchie, gambe, schiena, coda. All’inizio bisognerà fare un po’ di pratica, ma fondamentalmente i cavalli tendono ad esprimere la paura e la calma in un modo abbastanza chiaro e uniforme in tutta la specie.
Alcuni dei “comportamenti calmi” sono:
Questi sono alcuni dei comportamenti che dobbiamo vedere e dobbiamo cercare di stimolare (rinforzando) nei nostri cavalli, soprattutto in risposta a qualcosa che normalmente troverebbero spaventoso. Ad esempio: si sta lavorando con un cavallo e un sacchetto di plastica vola inaspettatamente nel campo. Il cavallo alza la testa, sbuffa un po’, rifiuta di avanzare. Obbligarlo a muoversi con gambate e frustino o alzare la voce e rimproverarlo non farebbe altro che confermare le sue paure. È più efficace permettere al cavallo di “valutare” la situazione e aspettare che offra alcuni comportamenti calmi per ricompensarlo o lodarlo verbalmente e accarezzargli il collo. L’obiettivo è quello di rinforzare il momento in cui il cavallo ha scelto di non reagire. Poiché il rinforzo è arrivato dopo che il cavallo ha preso la sua decisione, assume il valore della ricompensa che premia la decisione giusta; aumentando quindi le possibilità che in futuro il cavallo risponda in modo simile ad altre situazioni paurose.
Ogni cavallo è diverso. Un cavallo con un temperamento nevrile o con una spiccata personalità potrebbe trovare l’intera situazione estremamente spaventosa. In questo caso, la persona dovrà fare del suo meglio per ritrovare la concentrazione del cavallo e, in modo calmo e paziente, cercare di intravedere uno spiraglio di calma per rinforzare quel comportamento. Anche se sarà necessario un bel po’ di tempo, anche se sarà un leggerissimo accenno bisogna approfittare dell’opportunità e premiarlo, azione che gli dovrà comunicare di aver dato una risposta corretta. Con il tempo e la pratica, la calma arriverà sempre più velocemente e anche il soggetto ombroso imparerà a rispondere come i soggetti più calmi di natura (forse anche meglio).
Lo stesso vale per ogni situazione, tutto ciò che si vuole è rendere il cavallo calmo, reattivo e fiducioso.
Principi di apprendimento – il ruolo del rinforzo positivo
di Eleonora Dordoni
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