A volte capita che un cavallo si rifiuti di eseguire ciò che gli viene chiesto. Ma qual è la ragione dietro questo rifiuto? Spesso, la risposta è semplicemente che il cavallo non ha capito ciò che gli viene richiesto.
La confusione è un’emozione che non sempre permettiamo ai nostri cavalli di sperimentare, anche se siamo noi stessi a generarla. La maggior parte dei cavalli desidera compiacerci. Quindi risponderanno a un segnale nel modo in cui pensano che noi vogliamo che rispondano.
Quando un cavallo si rifiuta di eseguire o non risponde nel modo desiderato, potrebbe essere utile esaminare la chiarezza delle nostre richieste e cercare di comprendere se abbiamo fornito al cavallo le informazioni necessarie per capire ciò che ci aspettiamo da lui. Nel libro “I misteri del cavallo” del dottor Robert M. Miller, viene sollecitato il lettore a riflettere sull’ampio utilizzo dei segnali vocali.
Quando utilizziamo segnali vocali, dobbiamo fare attenzione a essere chiari e coerenti con il messaggio che vogliamo trasmettere al cavallo. Inoltre, dobbiamo prestare attenzione a non confonderlo con segnali vocali ambigui o contraddittori.
Molti cavalieri dicono “whoa!” quando vogliono che un cavallo rallenti. Il comando vocale “Whoa!” dovrebbe significare unicamente STOP. Ripetuti “whoa!” per rallentare un cavallo o cambiare la sua andatura non significano niente.
Se un cavallo scuote la testa mentre lo imbrigliamo o gli esaminiamo gli occhi e sta già fermo, perché dobbiamo dire “whoa”? “Whoa” significa “fermati”, non “tieni ferma la testa”
(Robert M. Miller, I misteri del cavallo, p. 51)
È irrealistico aspettarsi che un cavallo capisca automaticamente che “whoa” significa semplicemente “fermarsi” e nient’altro. Altri comandi devono essere utilizzati per gestire l’irrequietezza del cavallo e altri ancora per rallentarne l’andatura.
I cavalli sono animali intelligenti ma, come con qualsiasi forma di apprendimento, richiedono tempo e addestramento per comprendere i comandi e le aspettative del cavaliere. È fondamentale utilizzare una combinazione di segnali chiari e coerenti, sia vocali che non vocali, per comunicare le nostre intenzioni al cavallo.
Per gestire l’irrequietezza del cavallo, possono essere necessari comandi specifici. Si può usare la parola “calmo”, per indicare al cavallo di moderare il suo stato di agitazione e di ritrovare una postura tranquilla. Questo comando può essere supportato da gesti o da un cambiamento nella nostra comunicazione non verbale per trasmettergli tranquillità
Per rallentare l’andatura del cavallo, possono essere usata la parola “piano” o il suono “shhh”. Comandi che indicano al cavallo di ridurre la velocità. È importante fornire le indicazioni in modo chiaro e coerente, utilizzando il linguaggio del corpo e la pressione appropriata delle gambe o delle redini, a seconda dell’addestramento del cavallo.
È compito del cavaliere formulare la domanda adeguata. Quando non riusciamo a porre la domanda corretta e il cavallo non esegue ciò che desideriamo, è normale sentirsi frustrati. Tuttavia, è importante evitare che questa frustrazione ci spinga a chiedere con maggior forza la stessa richiesta. Perserverare, farà continuare il cavallo a non rispondere. In realtà, quanto più aumentiamo l’intensità della richiesta, tanto più aumenterà la resistenza del cavallo, fino a poterlo portare a reazioni aggressive.
È essenziale affrontare in modo adeguato il comportamento aggressivo del cavallo, poiché trascurarlo potrebbe confermare la sua reazione come un comportamento accettabile. Se non interveniamo efficacemente, quando riprenderemo l’addestramento in futuro, il cavallo potrebbe continuare a esibire comportamenti aggressivi. Con il tenpo, diventerà sempre più difficile da gestire.
L’aggressività nel cavallo può avere diverse cause, come paura, frustrazione, dolore o un addestramento inadeguato. È fondamentale evitare di rispondere all’aggressività del cavallo con violenza o punizioni eccessive. Ciò può solo peggiorare la situazione e creare una relazione negativa con il cavallo. Al contrario, un approccio basato sulla comprensione, sul rinforzo positivo e sull’offerta di alternative a comportamenti indesiderati può portare a risultati migliori nel lungo termine.
È importante identificare la radice del problema e adottare un approccio calmo e coerente per risolverlo.
Il più grande impegno che si richiede a un esperto addestratore di cavalli è la coerenza. Affinché un comportamento venga consolidato fermamente come una risposta comportamentale condizionata, l’istruttore deve essere coerente nel mandare i segnali e nel somministrare le ricompense. Nulla confonde un cavallo più dell’incoerenza.
(Robert M. Miller, I misteri del cavallo, p. 124)
Si devono osservare e riconoscere le sue espressioni, inclusi lo sguardo e la postura. Possiamo notare se il cavallo appare confuso, arrabbiato o spaventato. Se ci affidiamo al nostro istinto e percepiamo come si sente il cavallo, possiamo regolare il modo in cui comunichiamo con lui. Lo aiuteremo così a trovare la risposta corretta.
Un cavallo confuso potrebbe essere indeciso su cosa fare. In questo caso, possiamo fornire indicazioni chiare e coerenti per guidarlo nella direzione desiderata, cercando di eliminare qualsiasi ambiguità o incertezza.
Un cavallo arrabbiato potrebbe opporsi intenzionalmente o resistere alle nostre richieste. In questo caso, è importante mantenere la calma e la pazienza evitando di reagire con frustrazione o rabbia. Dovremmo cercare di comprendere le cause della sua irritazione e adottare un approccio graduale per affrontare il problema.
Un cavallo spaventato reagirà istintivamente allontanandosi o fuggendo dalla situazione percepita come minacciosa. Dobbiamo essere sensibili e rispettosi delle sue paure, offrendo un ambiente sicuro e rassicurante. Dovremmo aiutarlo a sviluppare fiducia e fidarci delle nostre indicazioni, in modo che si senta incoraggiato a superare le sue paure.
Osservare attentamente il cavallo e comprendere le sue emozioni ci permette di adattare la nostra comunicazione in modo adeguato. L’obiettivo è creare un ambiente di comprensione reciproca e di fiducia, dove il cavallo si senta sicuro nel rispondere alle nostre richieste. L’empatia e la sensibilità verso il suo stato emotivo favoriranno una comunicazione più efficace e una relazione più armoniosa con il nostro cavallo.
Quando osservate un comportamento indeciso nel vostro cavallo, è importante adattare la domanda che state ponendo e ridurre le vostre aspettative rispetto a ciò che chiedete. Se non apportate modifiche, non otterrete una risposta migliore da parte del cavallo. È fondamentale essere consapevoli della sua confusione per evitare di generare una maggiore resistenza.
Se non riusciamo a riconoscere la confusione del cavallo, potremmo alimentare ulteriormente la sua resistenza. Aumentando la resistenza, si crea solo un’escalation che potrebbe portare inesorabilmente a un rifiuto totale del cavallo.
È importante ricordare che ogni cavallo è un individuo unico e potrebbe reagire in modo diverso a determinate situazioni. Prendersi il tempo per comprendere il linguaggio del proprio cavallo, rispettare i suoi limiti e creare una relazione di fiducia reciproca può contribuire a ridurre la confusione e favorire una migliore comprensione tra il cavaliere e il cavallo.
La riflessione e la capacità di adattarsi alle esigenze del cavallo sono cruciali per una comunicazione efficace. Dobbiamo essere disposti a modificare il nostro approccio, a migliorare la nostra comprensione reciproca e a trovare modi alternativi per comunicare con il cavallo. La flessibilità e la capacità di adattamento ci permetteranno di superare gli ostacoli e di sviluppare una partnership armoniosa con il nostro amico equino.
Infine, è sempre consigliabile lavorare con un istruttore di equitazione esperto o un professionista del comportamento equino per migliorare le proprie abilità di comunicazione, comprendere meglio le esigenze del proprio cavallo e apprendere le tecniche di addestramento appropriate, al fine di garantire la sicurezza e il benessere del cavallo durante l’addestramento e l’interazione.
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