Desensibilizzazione progressiva: benefici e accortezze

La desensibilizzazione progressiva è il sistema di addestramento preferibile a qualsiasi altro metodo ma bisogna tenere presente tutte le variabili.

Nell’articolo precedente si è accennato all’errata interpretazione che, a volte, viene data alla desensibilizzazione in generale: alcune persone la immaginano come un processo che può rendere il cavallo selettivamente reattivo agli stimoli. Si è poi spiegata la desensibilizzazione d’urto mettendo in evidenza il fatto che è una procedura pericolosa in quanto mette a serio rischio sia il cavallo che le persone coinvolte. Inoltre, è una tecnica che ha quasi sicuramente l’effetto contrario di ciò che si vuole ottenere e nella maggior parte dei casi crea addirittura ulteriori problemi.

La desensibilizzazione però prevede un altro processo che è la desensibilizzazione progressiva. Essa consiste nell’esporre il cavallo, in maniera graduale e ripetuta, a uno stimolo nuovo e ipoteticamente pauroso. Usando questa tecnica il cavallo si abitua a qualsiasi stimolo che gli viene presentato in un modo e con una intensità che non gli mette paura e che aumenta gradualmente man mano che dimostra tranquillità,  interesse e fiducia. Il cavallo deve sempre rimanere al di sotto della soglia di paura e gli si deve fornire tutto l’incoraggiamento e l’assistenza di cui ha bisogno per apprendere tecniche “auto-calmanti”. In altre parole si insegna al cavallo a rispondere con calma quando si presenta uno stimolo nuovo o spaventoso. Torniamo all’esempio del cavallo che ha paura del sacchetto di plastica. Secondo i principi della desensibilizzazione progressiva il sacchetto di plastica viene presentato lentamente e in modo graduale, assicurandosi che il cavallo si mantenga sempre sotto la soglia di paura. Si può, per esempio, legare il sacchetto su un palo adeguatamente lontano e condurre il cavallo verso di esso. Bisogna essere attenti e cogliere il momento in cui il cavallo si accorge della presenza dell’oggetto e fermarlo prima che mostri segni di ansia. A questo punto occorre lasciare al cavallo il tempo di capire che non succede nulla di terrificante e aspettare che si disinteressi alla “novità” per chiedergli di muoversi in avanti. Il processo può continuare adattandolo man mano alle reazioni del cavallo e integrandolo con i rinforzi, la tecnica di “attacco e ritirata“, l’utilizzo di un clicker, ecc. L’aspetto fondamentale della tecnica è che il cavallo non prova mai una sensazione di costrizione o di paura. Ma anche se involontariamente il cavallo si dovesse spaventare (a causa di una situazione inaspettata) allora bisogna immediatamente ritornare nel punto in cui il cavallo si sentiva tranquillo (ad esempio allontanandosi dal palo su cui è legato il sacchetto) e ricominciare il processo.
La desensibilizzazione progressiva è, come afferma il dr. Robert Miller nel libro I misteri del cavallo, l’unico sistema di addestramento preferibile a qualsiasi altro metodo. Tuttavia è soggetta a molte variabili come il grado di generalizzazione (un cavallo che impara a ignorare un sacchetto trasparente potrebbe aver paura di un sacchetto colorato), le diverse situazioni, i diversi ambienti. Per tali ragioni il dr. Miller ritiene fondamentale impartire le stesse lezioni in luoghi diversi e in condizioni diverse per generalizzare la risposta e lavorare maggiormente anche sulla fiducia che il cavallo deve riporre nei confronti del suo cavaliere.

I misteri del cavallo è un libro che spiega ogni azione e reazione del cavallo da un punto di vista etologico, psicologico e comportamentale. Un libro di etologia? Non solo! L’originalità del libro sta nel fatto che affronta ogni azione e reazione del cavallo tenendo conto anche del comportamento dell’uomo e della sua psicologia. Chiarisce in modo semplice tutte le nozioni scientifiche dei meccanismi che entrano in gioco quando ci si relaziona con un cavallo aiutando così ad instaurare un canale di comunicazione corretto ed efficace per ambo le parti.

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