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Dopo il parto: i comportamenti anomali della cavalla

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Dopo il parto, la cavalla stabilisce un legame con il suo puledro. Però sono possibili comportamenti anomali. Vediamo quali.

Dopo il parto, la cavalla inizia presto a stabilire un legame con il puledro attraverso un tipo di vocalizzazione che può variare da un lieve sussurro a un suono più forte e distintivo. Talvolta avviene ancor prima che il puledro sia completamente nato.

Questa vocalizzazione è spesso usata dalla cavalla per stabilire un contatto vocale con il suo puledro appena nato o per riconoscerlo tra gli altri cavalli. Questo suono può manifestarsi come un modo per rassicurare il puledro, per attirare la sua attenzione o per stabilire un legame emotivo e comunicativo tra la madre e il suo piccolo. È una forma di comunicazione importante nel mondo equino e gioca un ruolo chiave nell’interazione tra cavalle e puledri.

Di solito, le cavalle dimostrano notevoli capacità materne. Un comportamento materno inadeguato è raro e si stima che si verifichi in meno del 5% dei parti. Comportamenti anomali sono più comuni tra le madri alla loro prima esperienza di parto e possono diventare evidenti poco dopo il parto. Tuttavia, il comportamento anomalo potrebbe richiedere alcuni giorni prima di manifestarsi appieno. Alcuni esperti suggeriscono che il comportamento di “cattiva madre” potrebbe avere una componente genetica.

I cinque comportamenti materni anomali più comuni

L’assenza di legame e di comportamento protettivo si riscontra generalmente quando la cavalla o il puledro sono malati o stanno ricevendo farmaci.

La paura del puledro appena nato si verifica quando la cavalla non riconosce il puledro come suo figlio. Invece di manifestare il normale comportamento di legame, la cavalla cerca di allontanarsi dal puledro, come se lo considerasse un estraneo. Col tempo, la cavalla può adattarsi al piccolo, ma potrebbe non sviluppare un forte legame con lui. Questo tipo di comportamento è più frequente nelle cavalle alla loro prima esperienza di maternità ed è improbabile che si ripeta nelle gravidanze successive.

Nella maggior parte dei casi, il rifiuto è il risultato della paura che la cavalla prova nei confronti del piccolo. Questo può verificarsi soprattutto nelle cavalle arabe, una razza nota per la loro sensibilità. Molte cavalle arabe non hanno l’opportunità di partorire nei pascoli, dove potrebbero essere esposte a numerosi puledri. Invece, crescono in ambienti protetti e potrebbero non aver mai visto un puledro neonato prima. Quando improvvisamente si trovano di fronte a un puledro nella propria stalla, questo evento insolito può spaventarle. La loro reazione è simile a quella che i cavalli hanno quando vedono per la prima volta animali a loro sconosciuti – suscitando paura.

L’iperprotezione è una forma di protezione eccessiva. È importante notare che, nonostante molte cavalle siano normalmente docili, alcune possono mostrare una gelosia estrema nei confronti dei loro puledri e possono diventare aggressive nei confronti di chiunque si avvicini.

Tuttavia, il dottor Miller, rinomato veterinario americano specializzato nella gestione dei puledri appena nati e ideatore della tecnica di manipolazione precoce chiamata Imprint Training, afferma di non aver mai osservato una cavalla comportarsi in modo iperprotettivo se il puledro è stato sottoposto a questa manipolazione precoce. Sospetta che quando la cavalla si alza subito dopo il parto e annusa l’odore dei fluidi placentali presenti sia sulle mani delle persone che sul puledro, questo odore possa scatenare l’istinto materno in lei. Miller ipotizza che si possano instaurare tre tipi di legame: tra la cavalla e il puledro e tra la cavalla e l’uomo. Tuttavia, ritiene che questo argomento richieda ulteriori ricerche e analisi approfondite.

Alle madri iperprotettive può succedere che nel precipitarsi davanti al puledro per difenderlo da una minaccia percepita, potrebbero accidentalmente ferire il piccolo, calpestandolo o schiacciandolo.

Va notato che l’iper-protezione è differente dagli attacchi deliberati al puledro che si verificano con un vero rifiuto materno. Si sta parlando di due comportamenti distinti. Inoltre, non si sta facendo riferimento alle rare situazioni in cui una madre, di qualsiasi specie, attacca e uccide il proprio piccolo appena nato.

Il rifiuto ad allattare rappresenta un problema comune. Alcune cavalle non consentono ai loro puledri di allattare a causa del dolore che provano alla mammella, e in alcuni casi possono addirittura colpire i piccoli con calci causando ferite.

Il disagio associato all’uscita del latte potrebbe scatenare una reazione esagerata da parte della cavalla. In alternativa, la cavalla potrebbe mostrare riluttanza nel far allattare il puledro a causa di una sorta di “gelosia” riguardo alla sua mammella. In questo caso, è essenziale manipolare regolarmente la mammella prima e durante le gravidanze successive per ridurre questa reazione.

Il rifiuto reale del puledro è un grave comportamento materno inadeguato, ma fortunatamente è molto raro. Le ragioni per cui alcune cavalle rifiutano veramente i loro puledri rimangono sconosciute. Si crede che questo comportamento abbia una maggiore probabilità di manifestarsi nelle gravidanze successive rispetto ad altri comportamenti materni anomali. In questo caso, la cavalla diventa aggressiva nei confronti del suo piccolo, spesso aggredendolo in modo feroce. Questo può includere morsi, sollevamenti e lanci del puledro o addirittura il suo calpestamento. Quando è evidente che la cavalla sta davvero rifiutando e attaccando il puledro, la separazione definitiva diventa necessaria.

Ci sono alcune cose che si possono fare per evitare le interazioni anomale tra madre e neonato menzionate sopra. Dovete maneggiare la cavalla per tutta la gravidanza e dopo il parto, con cautela ma con costanza. Dovete evitare di fare troppa confusione intorno alla cavalla e al suo neonato ed evitare di confinarli in uno spazio ristretto. È importante lasciare spazio sufficiente, soprattutto alle cavalle estremamente protettive. Maneggiate il puledro in modo rispettoso e costante. Assicuratevi sempre che il puledro abbia ricevuto una quantità adeguata di colostro di buona qualità e verificate l’adeguato trasferimento passivo dell’immunità materna. Ricordate di essere attenti e di affrontare qualsiasi problema il prima possibile.

Il dott. Miller riporta che non hai visto né gli è stato mai riferito un caso di una cavalla che abbia rifiutato un puledro che ha subito la procedura di imprinting. Eppure, una delle più frequenti preoccupazioni espressa sulla tecnica della manipolazione precoce riguarda il fatto che, in qualche modo, essa interferirà con il legame tra la cavalla e il puledro, o che ne causerà il rifiuto da parte della cavalla.

Invece crede che, quando tale cavalla si guarda intorno e vede un uomo a lei familiare che interagisce con lei e con il suo puledro, si rassicura. In genere, non tarderà ad avvicinarsi al piccolo, ad annusarlo e a leccarlo. Gli unici tre passaggi necessari perché lei leghi con lui. Presto, il puledro avrà stabilito un legame ed avrà subito il processo di imprinting sia da parte dell’uomo che da parte della madre.

Robert M. Miller, Imprint Training del puledro appena nato, pp. 140-142.

Per informazioni più dettagliate sulla gestione della cavalla incinta, sulle procedure di imprinting o la procedura Imprint Training, si suggeriscono i seguenti testi:

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Serena Cappello

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