Un cavallo su cui Étienne Beudant è stato spesso raffiguarto era Robersart II. Diverse sono le immagini in cui si può ammirare il binomio al passage o a un trotto a estensione sostenuta.
Robersart è stato il più noto dei suoi cavalli marocchini. Era nato a Bourkika (dipartimento di Algeri) il 5 Aprile 1905 da Robersart, un purosangue inglese e Baronne, una berbera non addestrata. Un castrone baio ciliegia alto 1,63 metri.
Di lui ha scritto il capitano Dutertre del primo Cacciatori d’Africa:
La sua leggerezza ha quasi raggiunto la perfezione che si sogna e che risiede, come scrisse il generale L’Hotte, “nell’impiego che il cavallo e il cavaliere fanno delle sole forze utili al movimento richiesto”.
Robersart II, racconta Beudant nel suo libro “Esterno e Alta Scuola”, eseguiva un lavoro di alta scuola incomparabile, ricco e difficile. Insieme davano spesso spettacolo, stupendo gli spettatori che erano loro stessi a richiedere un movimento o una combinazione di movimenti e, “non appena sollecitato Robersart scioglieva tutte le difficoltà” a cui cercavano di sottoporlo.
Il 9 novembre 1913 a Kenitra, dopo aver saltato magnificamente gli ostacoli del concorso ippico e circolato tutto il giorno presso l’organizzazione di una festa ippica indigena, si è esibito in una ripresa di alta scuola in presenza del generale Lyautey, del conte di Saint-Aulaire, ministro di Francia, e delle personalità più importanti della rappresentanza francese in Marocco. Poi con un peso di 75 kg, ha partecipato a una gara di corsa campestre di 4.500 metri, mantenendo un ritmo costante e reso faticoso dalla traversata delle varie dune di sabbia. Tuttavia, dopo aver rimediato a un errore di percorso da lui stesso commesso, è arrivato al palo con un enorme vantaggio sugli altri undici concorrenti, come lui mezzo-sangue algerini e cavalcati da ufficiali quasi tutti bravi fantini.
L’anno successivo, nel 1914, davanti a Sua Maestà il Sultano dell’Impero marocchino, eseguì un lavoro di alta scuola senza eguali. Senza perdere un istante la sua leggerezza, Robersart II, che sembrava assolutamente libero, alternò, senza fermarsi e senza eseguire andature intermedie, piaffo, passeggio su due piste, dietro-front sulle spalle e sulle anche al passeggio, trotto e galoppo all’indietro, cambiamento di piede al galoppo e a tempo, passo spagnolo, trotto spagnolo e trotto a estensione sostenuta. Le andature quali i cambiamenti in aria sono state effettuate senza che fosse possibile percepire nessun movimento del corpo del cavaliere, delle mani e delle gambe, o una contrazione del viso indicante uno sforzo (capitano Dutertre, «France Hippique» maggio 1914). Il sultano aveva scelto un cortile lastricato di pietre appuntite come luogo della presentazione. Pietre sulle quali sembrava impossibile far lavorare un cavallo, ma Robersart non commise nemmeno un errore.
Successivamente Robersart II fu acquistato da un cavaliere tutt’altro che finito che lui stesso si meravigliava di riuscire a eseguire arie di alta scuola.
Robersart II si distinse anche nelle corse regalando agli spettatori delle gare mozzafiato. La sfida più bella fu quella tra lui il suo avversario Velocity. A ogni ostacolo, Robersart dava un salto così potente da guadagnare diverse lunghezze, ma Velocity recuperava la distanza in piano. Robesart arrivò primo.
Purtroppo il grande successo che ottenne fu per lui il canto del cigno. Era troppo generoso per le mani ignoranti che avevano cercato di sfruttare le sue qualità.
Dopo un lungo periodo di maltrattamenti, Robersart II fu venduto al circo Nava per la somma di 7000 franchi. Morì a Guelma, nel dipartimento di Costantina nel 1930. Aveva più di 25 anni, e il personale del circo dove lavorava pianse come se avessero perso un membro della loro famiglia.
Robersart II in “Esterno e Alta Scuola” di Etienne Beudant, zoraide editore, 2016, pp. 108-112
quel fiore.»
Esterno e alta scuola di Étienne Beudant: è la prima e unica edizione italiana della pubblicazione del grande cavaliere francese. Si tratta di un’edizione evento in quanto riunisce in un unico volume l’edizione del 1923, la versione inedita del 1948 e dei testi inediti sul generale Faverot de Kerbrech.
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