Tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX secolo i cambiamenti tecnologici, politici e militari ebbero molta influenza sull’equitazione generando un suo graduale e continuo processo di trasformazione. Uno dei personaggi della storia dell’equitazione che ha vissuto questi cambiamenti e a cui ha dato un forte contributo è stato il capitano Étienne Beudant. Beudant è stato un eccezionale écuyer, un «cavallerizzo mirabolante» per citare la definizione datagli dal generale Decarpentry. Oltre alle sue prodezze equestri segnò anche un altro importante cambiamento nella storia dell’equitazione: il modo di intendere l’intelligenza del cavallo. Il capitano si oppose con forza alla concezione cartesiana dell’animale “macchina” (appoggiata dal capitano di Saint Phalle con cui entra in contrasto) ritenendo i cavalli degli esseri dotati di una propria intelligenza e quindi in grado di comprendere cosa si vuole da loro. La sua concezione, innovativa all’epoca e quasi precorritrice della moderna etologia, sta l’origine del suo metodo basato principalmente sulla chiarezza dell’uso degli aiuti.
Il primo e fondamentale principio su cui si basa l’equitazione di Beudant è infatti l’uso alternato degli aiuti. Il capitano – rifacendosi alla nota formula di Baucher: “mani senza gambe, gambe senza mani” – non utilizza mai contemporaneamente gli “aiuti che spingono” e gli “aiuti che trattengono”. Un simile atteggiamento non crea confusione nel cavallo e di conseguenza evita il nascere di resistenze, sempre dannose in un allenamento. Beudant è un cavallerizzo che vuole rispettare i limiti del cavallo non chiedendogli mai più di quanto può dare. Riesce così a mantenere l’animale collaborativo e, al contempo, preserva la sua buona volontà invece di stancarlo e disgustarlo. Sempre per motivi di chiarezza per il cavallo e per limitare le possibilità al cavaliere di commettere errori, Beudant semplifica ulteriormente il suo metodo. Con alcuni dei suoi cavalli inizia a fare a meno degli esercizi che riguardavano le flessioni e i movimenti laterali. Per Beudant, l’obiettivo è avvicinarsi sempre di più alle leggi della natura, ai movimenti naturali del cavallo, al gioco naturale dei suoi arti. Spesso diceva “guarda il cavallo libero e rifletti”. Beudant voleva imitare la natura, stilizzare le andature naturali dei cavalli.
Il capitano pratica l’alta scuola, ma non solo. Come ufficiale dell’esercito si deve allenare a cavalcare all’aperto, ma anche nella corsa e nel salto. Praticare queste diverse discipline lo hanno portato ad affermare nel suo noto manuale “Esterno e Alta Scuola” che l’alta scuola non è incompatibile con le altre discipline, ma che è anzi, un’ottima preparazione per la loro pratica. Rende il cavallo docile, flessibile, molto forte fisicamente e consente al suo cavaliere di conoscerlo in tutti i suoi aspetti.
Beudant, come molti maestri di equitazione, lavorò con cavalli ritenuti difficili e “cattivi”. Ma superò le difficoltà e fece lavorare in alta scuola anche animali la cui conformazione non glielo avrebbe naturalmente permesso. Ciò suscitò l’ammirazione dei suoi contemporanei che lo definirono un écuyer brillante, e talvolta, un “mago” dell’equitazione. “Non è il metodo che è difficile, è l’equitazione”, affermava Beudant.
Una delle più grandi tragedie della storia dell’equitazione è che Beudant non ha avuto studenti, preferiva cavalcare i suoi cavalli per se stesso senza cercare di promuovere i suoi risultati. Non ha avuto uno studente o un successore diretto. Alla sua morte, non c’è stato nessuno come depositario delle sue conoscenze e in grado di trasmetterle. Il captano è stato una personalità discreta in un periodo di grandi cambiamenti per l’equitazione. La sua equitazione si basa sul lavoro di François Baucher, ma cerca di andare oltre spingendo i limiti dell’equitazione non i limiti dei cavalli. Cerca solo di imitare la natura, la sua arte si basa sul rispetto e l’amore per il cavallo. Alcuni suoi principi e metodi si trovano in alcuni dei suoi contemporanei, come il generale Decarpentry, o in alcuni écuyer più recenti come Nuno Oliveira o, più recentemente, Philippe Karl.
Étienne Beudant
Esterno e alta scuola di É. Beudant: (1° nella classifica Bestseller di IBS Libri – Sport – Sport equestri e con gli animali – Equitazione e salto ostacoli) è la prima e unica edizione italiana della pubblicazione del grande cavaliere francese. Si tratta di un’edizione evento in quanto riunisce in un unico volume l’edizione del 1923, la versione inedita del 1948 e dei testi inediti sul generale Faverot de Kerbrech.
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di François Baucher
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