Nell’articolo precedente si è accennato all’importanza dello stato mentale del cavallo. L’impegno e lo sforzo che gli si richiede a livello cerebrale non è inferiore a quello che si chiede a livello muscolare. Per questo la sua mente va trattata con la stessa cura con cui si tratta il suo corpo.
Tanti studi hanno dimostrato che i cavalli hanno un’eccellente capacità di apprendimento e possono immagazzinare una grande quantità di informazioni. Il punto è come metterli nelle condizioni di poter sfruttare al massimo queste loro potenzialità.
Spesso si paragona la capacità di apprendimento del cavallo a una spugna in grado di assorbire le informazioni. Proviamo a immaginare la mente del cavallo come una spugna asciutta all’inizio di un allenamento. Ora proviamo a paragonare il procedere dell’allenamento al versare dell’acqua sulla spugna. Cosa succede?
Ad un certo punto la spugna si impregna, si satura e non assorbe più l’acqua (le informazioni dell’allenamento). Inoltre, se si inizia a versare l’acqua più velocemente di quanto la spugna possa assorbire o se non le si dà il tempo di assorbirla, la spugna “rifiuta” l’acqua.
Per i cavalli funziona allo stesso modo. Se al cavallo non si dà il tempo di assorbire le informazioni o se continuiamo a fornirgliene anche quando è già saturo lo mettiamo nella condizione di rifiutarle. Anche i soggetti più predisposti all’apprendimento non riusciranno a imparare in una simile condizione. Per questo motivo è fondamentale impiegare tutto il tempo di cui hanno bisogno per fargli apprendere la specifica lezione.
L’unico modo per creare le condizioni ottimali per l’apprendimento è quello di permettere loro di assorbire le informazioni fornite attraverso pause e riposo.
Esistono diversi tipi di riposo che possono essere utilizzati in vari modi e che devono essere adattati alle esigenze del singolo cavallo.
Riposo a lungo termine: potrebbe durare minimo un paio di giorni a fino diversi mesi o anni senza nessun tipo di apprendimento. Può essere utile per tutti i tipi di cavalli in ogni momento della vita poiché gli consente di tornare a uno stato più naturale. Tuttavia, affinché questo tipo di riposo sia un vero beneficio, il cavallo deve avere accesso costante a un ambiente naturale, a una vasta area dove vagare e pascolare possibilmente con un gruppo di cavalli. Il riposo a lungo termine è molto utile per i soggetti che lavorano con regolarità e duramente.
Riposo a breve termine: dura minimo una notte e massimo un giorno. Il cavallo, però, deve essere lasciato libero nel paddock, ma anche nel suo box, per poter riposare a suo piacimento. È il tipo di riposo più comune ed è fondamentale per la sua salute mentale e fisica.
Riposo temporaneo: potrebbe durare minimo pochi minuti fino a massimo mezz’ora durante una sessione di lavoro. In questo breve arco di tempo al cavallo non gli si deve richiedere nulla anche se c’è l’intenzione di continuare la sessione di allenamento. Si lascia il cavallo libero nel campo o nel tondino. Gli si concede di mangiare un po’ di fieno e di bere un po’ di acqua. Poi si tolgono le briglie e gli si allenta il sottopancia o il fascione. È meglio evitare di legarlo (se possibile) in quanto ciò gli richiede effettivamente un minimo di attività mentale e di autocontrollo per stare fermo. Sono delle brevi pause che dovrebbero essere ripetute spesso durante l’allenamento, specialmente quando si lavora con cavalli giovani o inesperti.
Riposo parziale: più che una vera pausa si tratta di una transizione. Durante una sessione di allenamento si passa con una certa frequenza da un’attività impegnativa o nuova ad un’attività “conosciuta” per poi ricominciare con l’esercizio più difficile. In questo modo, quando si fa eseguire un esercizio che richiede un’elevata quantità di energia mentale, si può offrire una diminuzione della difficoltà, consentendo un riposo parziale, passando a un compito più facile prima di tornare nuovamente all’esercizio più impegnativo. Queste transizioni incoraggiano i cavalli verso all’apprendimento tuttavia, non è un’attività realmente riposante per il cervello del cavallo, alleggerisce solo l’impegno richiesto.
Riposo divertente: è un tipo di riposo simile al riposo parziale quindi si alternano i compiti impegnativi con quelli più leggeri. La differenza sta nel fatto che dopo un esercizio difficile si fa eseguire al cavallo qualcosa che lo diverte. Ad esempio, se si sta lavorando nel maneggio lo si lascia per una breve passeggiata tra i sentieri (purché ciò lo diverta o lo rilassi davvero); oppure si può alternare il lavoro con le briglie con il lavoro in libertà. Come il riposo parziale, non è un vero riposo.
Il riposo è importante per il cervello tanto quanto una comunicazione chiara e concisa. La tempistica nell’addestramento è importante ma è ugualmente fondamentale saper riconoscere il momento giusto per chiedere di più e il momento giusto per consentire il riposo. Si deve dare al cavallo il tempo necessario per assorbire le informazioni che si stanno fornendo. Senza riposo non può esserci apprendimento e senza apprendimento non può esserci nessun tipo di progresso.
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