federico caprilli

Federico Caprilli: l’innovazione in un sistema specializzato

Federico Caprilli, differenze tra equitazione di scuola ed equitazione da caccia. L’innovazione sta in un sistema specializzato.

Nel mondo dell’equitazione, è fondamentale comprendere le differenze tra le varie specialità per poter sviluppare al meglio le capacità di cavallo e cavaliere. In un passaggio significativo del suo libro “Scritti Equestri”, Francesco Amalfi esplora queste differenze. Nel suo testo, cita il celebre maestro Federico Caprilli, il cui lavoro ha rivoluzionato l’approccio all’equitazione da caccia e militare.

La visione di Federico Caprilli: l’essenzialità nell’addestramento

Federico Caprilli, un pioniere dell’equitazione moderna, ebbe una visione chiara e precisa: per ottenere il massimo da un cavallo in una determinata disciplina, è necessario eliminare tutto ciò che non è strettamente pertinente. Caprilli intuì che, sebbene un cavallo educato all’equitazione di scuola potesse eccellere anche come cavallo da caccia, non era necessario che un cavallo da caccia padroneggiasse le virtuosità tipiche della scuola.

Un cavallo educato alla equitazione di scuola potrà an­che essere un ottimo cavallo da caccia, ma non è detto che per addestrare e preparare un cavallo da caccia bisogna renderlo capace delle virtuosità della equitazione di scuola.

Francesco Amalfi, Scritti equestri, a cura di Mario Gennero, zoraide editore, 2024, p.33

Questa distinzione è alla base della sua metodologia, che si concentra sull’eliminazione delle tecniche superflue e sull’adattamento delle tecniche generali alle specifiche esigenze della caccia e dell’equitazione militare.

Equitazione di scuola vs. equitazione da caccia: le differenze fondamentali

Amalfi sottolinea nel suo testo come l’equitazione di scuola e l’equitazione da caccia si distinguano non solo per gli obiettivi, ma anche per i metodi di addestramento e le qualità richieste sia al cavallo che al cavaliere. Ecco le principali differenze:

  1. Obiettivo dell’addestramento
    • Equitazione di scuola. Si concentra su precisione, controllo e l’esecuzione di movimenti complessi, come il piaffer e il passage. L’obiettivo è sviluppare una connessione profonda e precisa tra cavallo e cavaliere, spesso esaltando l’estetica e la perfezione dei movimenti.
    • Equitazione da caccia. L’obiettivo principale è l’efficacia pratica su terreni variabili e difficili, come quelli che si incontrano durante una caccia o in operazioni militari. La priorità è data alla funzionalità e alla sicurezza, piuttosto che all’eleganza dei movimenti.
  2. Assetto del cavaliere
    • Equitazione di scuola. Richiede un assetto elegante e raccolto, con staffe più lunghe che permettono una postura eretta e composta.
    • Equitazione da caccia. Predilige un assetto più flessibile e stabile, con staffe corte che consentono al cavaliere di mantenere un equilibrio solido su terreni irregolari, mantenendo le mani libere per seguire i movimenti del cavallo.
  3. Posizione del cavallo
    • Equitazione di scuola. Il cavallo viene addestrato a mantenere una posizione raccolta, con il collo piegato e una grande enfasi sull’incollatura.
    • Equitazione da caccia. Il cavallo deve avere la libertà di muoversi in modo naturale, con un’incollatura distesa che segue la linea delle reni, permettendo la massima libertà di movimento della colonna vertebrale. Questo è fondamentale per evitare tensioni e facilitare i movimenti su terreni accidentati.
  4. Appoggio e comunicazione:
    • Equitazione di scuola. Richiede un contatto più fermo e costante tra la bocca del cavallo e le mani del cavaliere, per un controllo preciso.
    • Equitazione da caccia. Favorisce un appoggio leggero e reattivo, che permette al cavallo di adattarsi rapidamente ai cambiamenti del terreno, riducendo l’interferenza del cavaliere e permettendo al cavallo di muoversi con maggiore autonomia.

L’innovazione di Caprilli: un sistema specializzato

Seguendo i principi delineati da Caprilli, si sviluppò un sistema specializzato per l’equitazione da caccia, focalizzato sull’adattamento delle tecniche alle esigenze pratiche e operative. Questo approccio ha permesso di migliorare le performance in contesti di caccia e militari, rendendo cavalli e cavalieri capaci di affrontare qualsiasi sfida con efficienza e sicurezza.

Amalfi, citando Caprilli, mette in luce come la specializzazione e l’adattamento siano chiavi per l’eccellenza in ogni disciplina equestre. Perciò, eliminando ciò che non è necessario e concentrandosi sulle specificità della disciplina, cavallo e cavaliere possono raggiungere un livello di competenza superiore, mirato alle reali necessità del loro campo di azione.

La differenza tra equitazione di scuola ed equitazione da caccia non è solo una questione di stile, ma di funzionalità e adattamento. Francesco Amalfi, con il supporto delle teorie di Caprilli, ci ricorda che ogni disciplina ha le sue esigenze uniche e che il successo nell’addestramento equestre risiede nella capacità di rispondere esattamente a queste necessità. Per chiunque sia interessato all’equitazione, comprendere queste differenze è fondamentale per sviluppare una pratica efficace e in linea con i propri obiettivi.

Questa analisi di Amalfi offre un’importante lezione sull’adattamento e la specializzazione, principi che rimangono rilevanti non solo nell’equitazione, ma in ogni ambito in cui la competenza tecnica e la capacità di rispondere alle condizioni reali sono cruciali.

Francesco Amalfi, Scritti equestri, a cura di Mario Gennero, zoraide editore, 2024, p.33

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Francesco Amalfi
Scritti equestri

Nel panorama della cavalleria italiana del Novecento, la figura di Francesco Amalfi si distingue come emblema di coraggio e dedizione, incarnando l’evoluzione dello sport equestre. Senza lasciare opere firmate, la sua voce si è fatta strada attraverso le pagine della rivista “Il Cavallo Italiano” e una preziosa collezione di manoscritti, lettere e dattiloscritti che narrano di dedizione, innovazione e amore per l’equitazione. Mario Gennero, con instancabile cura filologica, porta alla luce queste testimonianze inedite, offrendoci un viaggio nelle profondità della storia dell’equitazione italiana.

Questi documenti offrono uno sguardo intimo sulle innovazioni e sul profondo amore di Amalfi per l’equitazione, seguendo l’insegnamento pionieristico di Federico Caprilli verso una concezione rinnovata dell’arte equestre. Arricchiscono l’opera fotografie d’epoca, che non solo catturano momenti personali ma anche il contesto storico, trasformando il libro in un prezioso documento visivo e un omaggio vibrante a un maestro dell’equitazione. Questo volume rappresenta non solo un omaggio a Francesco Amalfi ma anche un invito a riscoprire l’essenza dello sport equestre, lasciando che il suo spirito continui a ispirare le generazioni future. Un tesoro di sapienza e passione che, grazie a Gennero, rimarrà vivo nel tempo, perpetuando l’eredità di un maestro indimenticabile.

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