FISE: Più podi e meno poltrone

 

Parlano
i sostenitori del Presidente Paulgross

 

Juan
Carlos Garcia, a tre giorni dall’assemblea elettiva di Camaiore, scende in
campo al fianco del presidente FISE Andrea Paulgross. L’unico cavaliere della
storia dell’equitazione capace di conquistare due medaglie d’argento europee nel
salto ostacoli e nel completo durante la stessa stagione, crede fermamente
nell’importanza della prosecuzione di una politica sportiva seria. “Di
Paulgross – dice Garcia – mi ha subito colpito la grande vicinanza agli atleti.
Vedere un dirigente di quel livello scendere in campo-prova a collaborare come
uno di noi mi ha riempito di entusiasmo. Ci ha seguito in ogni allenamento, ci
ha accompagnati ovunque. Credo sia impossibile non attribuirgli qualche merito.
L’Italia è l’unico paese al mondo che nel 2009 ha vinto in tutte le
discipline e a tutti i livelli di età. Dobbiamo esserne fieri, non era mai
successo prima”. Garcia ha una sua idea ben precisa sul motivo per cui la FISE, pur a fronte dei grandi
risultati conseguiti nel 2009 sia attraversata da tante polemiche: “Purtroppo
non tutti quanti vivono nel mondo dell’equitazione sono sportivi veri. C’è
gente cui non importa l’agonismo, ma guarda altre cose. Si pensa alle poltrone,
ai pranzi, ai viaggi, al potere. Per questo credo che chi pratica questo sport
con passione sincera debba appoggiare un presidente come Paulgross. Un
dirigente che ha innanzitutto un occhio speciale per lo sport, per i risultati,
per l’immagine internazionale dell’equitazione italiana. Credo che la nostra
base, sabato 27 febbraio, possa solo dare fiducia a chi finalmente ha
dimostrato il suo valore con i risultati, non con le parole”.

Dopo Stefano
Brecciaroli, intanto, l’avvocato Francesco Vergine, trentaquattro anni, leccese,
professore aggregato di diritto processuale penale all’Università di Bari, già
membro della Corte d’Appello federale, si candida per un posto nel governo
della FISE:

 

“Sono
convinto – dichiara Vergine –la federazione debba assolutamente ripartire dal
progetto votato a larghissima maggioranza poco più di un anno fa. Lo sono
ancora di più dopo l’esperienza di questi primi complessi dodici mesi di vita
federale: facevo parte di una struttura importante, la Commissione scientifico-consultiva
della FISE: ebbene ho riscontrato le stesse difficoltà denunciate più volte da
Paulgross, trovando continui impedimenti allo svolgimento del compito che mi
era stato affidato.

 

“Ho
l’impressione che si stenti ad accettare il cambiamento ormai innescato. Le
vecchie gestioni federali si fondavano sul controllo del potere, non sullo
sport. S’è sempre fatta troppa politica. Non a caso, in un periodo in cui la FISE non può essere certo
attaccata per i risultati sportivi, si parla d’altro. C’è poco da fare: il
rinnovamento avviato da Paulgross pesta i piedi a troppi cacciatori di
poltrone”.

 

 

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