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Francesca Inaudi torna a montare a cavallo per lavoro

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L’attrice senese nei panni di Sofia nel film co-diretto da Daniela Cursi e Salvatore Allocca.
Francesca Inaudi, senese doc, trentatrè anni e nessun problema a dichiararlo. Una passione per il mondo equestre, la sua, nata all’età di nove anni. Dopo aver iniziato dalle basi dell’equitazione e in particolare del salto ostacoli, ha dovuto interrompere il percorso ed oggi la sua soddisfazione è grande per essere risalita in sella: complice, il lavoro. Sul set di “Come trovare nel modo giusto l’uomo sbagliato” co-diretto da Daniela Cursi e Salvatore Allocca, nelle sale i primi mesi del 2011, nei panni di Sofia (single che ama solo i cavalli e pensa che gli uomini siano divisi in stalloni, castroni e giuda), la Inaudi ha potuto riprendere il filo dello sport equestre e ricominciare dall’inizio. Con la voglia, stavolta, di non smettere più.
Sei senese di nascita: quanto ha influito il Palio sulla tua passione per i cavalli?
Chi nasce a Siena ha un amore particolare per i cavalli, li sente e li vive in maniera diversa e molto frequente: questo gli permette di entrarti nell’anima. Così è stato per me. Purtroppo da piccola non ho potuto praticare molto l’equitazione, prima era uno sport più elitario e dispendioso, ma avrei voluto molto.
Nei panni di Sofia, single convinta che considera gli uomini un po’ animali, monti a cavallo: quanto ti ha fatto piacere quando te lo hanno comunicato?
Ho accettato di fare questo film, oltre al fatto che la sceneggiatura mi è piaciuta tantissimo, proprio perché mi dava la possibilità di tornare a montare.
Da quanti anni non andavi più a cavallo?
Dovetti interrompere le lezioni all’età di dieci anni e ora che mi soffermo a pensare ne sono passati quasi venticinque! Ho ripreso di colpo e molto rapidamente, sto recuperando tutto il tempo perso.
Che rapporto hanno avuto i tuoi colleghi sul set con i cavalli?
C’era un atmosfera di festa, tutti più rilassati, entusiasti e la frenesia terminava nella visione della mano tesa a dare carote a Sultano, il quattordicenne cavallo-attore del film, che poi è diventato mio. D’altronde già con l’ippoterapia sono noti i benefici che i cavalli sono in grado di apportare, e lì si parla di problemi che necessitano di tempo e diversi step, figuriamoci cosa sono in grado di fare in situazioni normali.
Quindi hai comprato il cavallo- attore dopo le riprese del film?
Il proprietario mi ha detto che dopo il film lo avrebbe venduto e allora mi si è stretto il cuore. Io non avevo nessuna idea dei costi quindi quando mi ha proposto di acquistarlo l’ho guardato e le parole sono uscite sole: SI….ma a rate! Poi ho capito che il mondo dell’equitazione è diventato più accessibile di una volta, anche per le lezioni è equiparabile ai costi della palestra e forse tanta gente non lo sa.
Per le scene del film girate a cavallo hai avuto una controfigura?
“Si, Maria Sole De Angelis, lei è bravissima. Devo ringraziarla. Mi sono impegnata e qualche salto l’ho fatto anch’io ma era davvero troppo tempo che non praticavo più questo sport, ho dovuto ricominciare dalle basi.
Ora quanto tempo dedichi al tuo Sultano?
Da quando sono finite le riprese del film sto attraversando un periodo un po’ più di calma, lavorativamente parlando, ma presto ricomincerà la frenesia per “Tutti Pazzi per amore 3”, quindi sfrutto il momento, monto tutti i giorni e se non vado per qualche motivo, sto male!
Se nel futuro ti proponessero una parte in un film tutto girato a cavallo?
Accetterei già domani! Il mio impegno è costante e stavolta non mollo, mi alleno con Sultano e voglio crescere.

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Serena Cappello

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