Il 14 marzo 2023 ricorre il 150° anniversario della morte di François Baucher, uno dei più grandi cavalieri della storia moderna.
François Baucher è stato uno dei più grandi cavalieri della storia moderna, noto per il suo stile di equitazione innovativo e controverso. La sua influenza si estende ancora oggi nel mondo dell’equitazione. Oggi, 14 marzo 2023, in tutto il mondo si svolgono eventi e celebrazioni per commemorare la sua vita e il suo lavoro.
Questo articolo esplorerà la vita e l’eredità di Baucher, nonché la sua influenza sulla comunità equestre.
La Vita
Baucher è nato a Versailles il 16 giugno 1796, da una famiglia umile di commercianti di vino e madre popolana. Trascorse l’infanzia a due passi dalle scuderie reali, dove proprio in quegli anni venne trasferita l’Ecole Nationale d’Equitation. Probabilmente sin da bambino è stato spettatore degli spettacoli equestri che si tenevano presso le terrazze adiacenti alle scuderie.
Baucher trascorse la sua giovinezza a Milano dove lavorò presso le scuderie dello zio, Camillo Borghese, principe di Sulmona e ex sposo di Paolina Bonaparte. Qui, probabilmente influenzato dagli insegnamenti di Federico Mazzucchelli, sviluppò la sua passione per l’equitazione.
Lavorò come insegnante nei maneggi più importanti del nord della Francia, e nel frattempo si sposa con Elisabeth Haret, da cui nel 1818 avrà un figlio, Henri.
È il periodo in cui sviluppa la sua idea di equitazione e nel 1833 scrisse il Dizionario ragionato d’equitazione che rappresenta un manifesto rivoluzionario del suo metodo.
Nel 1834 entrò in contatto con importanti figure del mondo del circo, come Jules-Charles Pellier e la famiglia Franconi, che lo hanno aiutato a entrare nel mondo circense, ambiente che non lascerà praticamente più negli anni a venire.
Baucher si è esibito per circa vent’anni nel circo di Parigi, dove ha conquistato la popolarità e i più grandi successi della sua carriera equestre. Il circo era una vetrina importante poiché era frequentato dall’alta borghesia e dalle grandi personalità dell’epoca. Nel 1842, venne notato dal Generale Oudinot, aiutante di campo del Duca di Orleans, che più tardi si adoperò affinché l’esercito adottasse il suo metodo.
Nel 1843, Baucher realizzò il suo sogno di insegnare a Saumur, il tempio della cavalleria, erede della scuola di Versailles.
Tuttavia, la morte del Duca di Orléans segnò la fine della breve esperienza militare di Baucher. Il nuovo responsabile della Scuola di Cavalleria, il Duca di Nemours, sosteneva l’oppositore dei metodi di Baucher, il Conte d’Aure. Nonostante i risultati notevoli conseguiti nell’esercito nei vari corsi tenuti da lui e dal figlio Henri, il nuovo orientamento politico segnò la fine della sua esperienza militare.
Nonostante la delusione e l’amarezza, negli anni successivi, ottenne numerosi consensi e successi durante le sue esibizioni circensi in Europa, al seguito dei circhi Dejean e Soullier. Ha fatto tappa in varie città europee, tra cui Berlino, Vienna, Venezia e Milano, prima di tornare in Francia, dove ha incontrato il futuro Generale L’Hotte, uno dei suoi allievi più fedeli.
Intanto «[…]Suo figlio diffuse i nuovi principi in Belgio, in Russia e in Inghilterra. Nel frattempo, il “Metodo Baucher” fu tradotto in quasi tutte le lingue europee e ha visto tredici edizioni pubblicate in Francia. La quattordicesima edizione fu pubblicata da Henri Baucher nel 1874, un anno dopo la morte del padre».
Nel 1855, ebbe un tragico incidente. Mentre era in procinto di montare a cavallo, il grosso lucernario sopra di lui si staccò dal soffitto e gli piombò addosso. Il cavallo scappò ma lui rimase sotto, vivo, ma con numerose fratture e ferite in ogni parte del corpo.
In ogni caso si riprese e, negli anni successivi, ricominciò a insegnare e ad addestrare cavalli per il circo. Però non si esibì più in pubblico.
Avendo perduto gran parte della sua forza muscolare, rivide anche il suo metodo, che comunque nel corso degli anni aveva già subito una certa evoluzione.
Trascorse gli ultimi anni di vita insegnando a pochi allievi e beneficiando di una pensione concessagli da Napoleone III. La sua situazione economica peggiorò dopo gli eventi storici del 1870-71 (l’assedio di Parigi e la guerra). Morì in povertà la notte del 14 marzo 1873, circondato dall’affetto dei pochi allievi rimasti (fra cui il Gen. L’Hotte).
Il metodo
Baucher pubblicò diversi libri sul suo innovativo metodo di equitazione. Tra questi, spicca Méthode d’équitation basée sur de nouveaux principes, uscito per la prima volta nel 1842 e subito acclamato dal pubblico. Quest’opera rivoluzionaria rappresentò una vera e propria scossa per l’equitazione classica dei Vecchi Maestri, introducendo nuovi principi e concetti.
Il “méthode” incontrò molte critiche e controversie durante la sua vita. Molti tradizionalisti dell’equitazione lo consideravano eretico e la sua tecnica non era accettata dalle istituzioni ufficiali dell’equitazione francese. Tuttavia, la sua reputazione crebbe a livello internazionale e Baucher divenne noto in tutta Europa per le sue abilità equestri.
L’editore ebbe la possibilità di produrre numerose edizioni del libro senza il permesso dell’autore, limitando quest’ultimo a piccole correzioni e aggiunte. Baucher, tuttavia, sempre in evoluzione nei suoi insegnamenti orali, sempre prolifico di novità tecniche, continuò a perfezionare il suo metodo, lasciando che il testo rimanesse invariato fino alla dodicesima edizione, pubblicata nel 1864 (scaduti, l’anno precedente, i vincoli con l’editore).
Solo in quella occasione, poté finalmente introdurre le sue ultime novità tecniche, dando vita alla cosiddetta Seconda Maniera. La tredicesima edizione del 1867 consolidò il suo contributo alla letteratura equestre. L’ultima edizione, la quattordicesima, fu pubblicata postuma nel 1874 dal figlio Henry.
L’eredità di Baucher
Baucher ha basato il suo metodo sull’idea che il cavallo dovesse essere addestrato prima di tutto nella sua postura e nella sua capacità di equilibrio, anziché solo nell’obbedienza ai comandi del cavaliere. Questo approccio innovativo ha portato alla creazione di una serie di esercizi di flessioni e di movimenti lenti, che venivano gradualmente intensificati fino a raggiungere i movimenti più avanzati aiutando il cavallo a migliorare l’elasticità, la fluidità e la coordinazione.
Parlare di Baucher significa descrivere le origini di un’equitazione colta, gentile e raffinata, dove qualsiasi cavallo, anche se non di buona conformazione o di pessimo carattere, può esprimere al massimo le sue qualità. Baucher questo lo rese possibile grazie a un intelligente impiego degli aiuti che diventano sempre meno evidenti e sempre più discreti, permettendo al cavallo di rispondere immediatamente e perfettamente.
La Leggerezza, sintesi di questa equitazione, si riferisce a un cavallo che si muove in equilibrio e nella massima scioltezza, senza disperdere le sue energie attraverso resistenze o difese.
Nel corso del Ventesimo Secolo alcuni eccellenti cavalieri e maestri, come René Bacharach, Jean-Claude Racinet, Patrice Franchet D’Espèrey e Philippe Karl, si sono impegnati a mantenere integro il concetto di leggerezza.
Le commemorazioni
La commemorazione dei 150 anni dalla morte di Baucher è un’occasione per celebrare la sua eredità e il suo contributo all’equitazione moderna. Il suo Metodo ha influenzato molte scuole di equitazione in tutto il mondo, incluso la Scuola di Vienna in Austria. Molti club e associazioni equestri stanno organizzando eventi, mostre, conferenze e spettacoli per celebrare la vita e il lavoro di uno dei più grandi Maestri di tutti i tempi.
In Francia, La commission Culture ha organizzato un simposio per rendere omaggio a questo grande Maestro che ha avuto un’importante influenza sull’evoluzione dell’equitazione moderna.
In Italia, Massimo Basili (Istruttore Fise di III livello, già Istruttore di III livello Ecole de Légèreté e ideatore dell’Equitazione Classica in Leggerezza ECL) Serena Cappello (zoraide editore) ed Eleonora Cividini (Istruttore di equitazione, certificato British Horse Society) hanno deciso di commemorare il Maestro con la pubblicazione (a breve) de “La Seconda Maniera”.
Il testo è un’assoluta novità perché rende accessibile e comprensibile al pubblico italiano l’evoluzione del Maestro scritta da suo pugno, nonostante il fatto che i suoi successori, in particolar modo Faverot de Kerbrech ed Étienne Beudant (di quest’ultimo ricordiamo di Zoraide editore il volume “Esterno e alta scuola”), l’abbiano poi sviluppata e fatta conoscere al grande pubblico. Però, considerando che essi stessi possano aver contribuito a migliorarla e perfezionarla risulta ancora più importante conoscere la prima versione, quella da cui ha avuto inizio ufficialmente la nuova metodologia, andando a scoprire le espressioni particolari, i termini e le definizioni di cui Baucher si è servito.
Il testo presenta l’introduzione di Eleonora Cividini, mentre Massimo Basili ha esaminato il testo con millimetrica precisione identificando le principali differenze tra la Prima Maniera (Metodo di equitazione) e la Seconda Maniera. I suoi approfondimenti, spiegazioni e curiosità ne rendono agevole e gradevole la lettura e chiariscono tutti quei punti che hanno reso spesso Baucher un autore controverso.
«Questa pubblicazione – spiega Eleonora Cividini – rinnova l’impegno a tramandare una tradizione equestre che è patrimonio immateriale dell’umanità ed è parte fondamentale della nostra cultura; un dono del passato che rischia di essere dimenticato in un contesto sociale moderno dove lo spazio per il cavallo negli anni che verranno non è stato ancora ben delineato. Questo è un compito onorevole e il suo fine ultimo è di trasmettere a tutti coloro che approcciano oggi l’equitazione l’importanza del rispetto del cavallo determinata dalla comprensione profonda della sua natura, sia da un punto di vista psicologico che biomeccanico, basi queste che François Baucher fu tra i primi a gettare.»
Partecipare a questi eventi e leggere questa nuova pubblicazione è un modo per aumentare la conoscenza e l’apprezzamento dell’equitazione e per mantenere viva la tradizione equestre.
Fonti:
Prefazione di Massimo Basili a “Metodo di equitazione” di François Baucher, zoraide editore, pp. 8-34
Massimo Basili, La leggerezza, un’eredità dei classici