Velocità, resistenza, potenza, eppure il suo spirito selvaggio non smette di ardere. La scintilla di un mito antico, orgoglio di re e conquistatori, è stato la colonna portante della civilizzazione. La storia è stata scandita dal ritmo dei suoi zoccoli, ancora oggi colpisce dritto al cuore con la superba bellezza dei suoi tratti.
Tutto è iniziato circa sessanta milioni di anni fa, nelle foreste del Nord-America, una creatura grande come una volpe che vive sul terreno, si muove con passo felpato nel sottobosco. Col passare del tempo le foreste cedono il posto a grandi praterie, le zampe si allungano e alle loro estremità si formano zoccoli leggeri per sorreggere un corpo costruito per correre.
Circa un milione di anni fa i primi veri cavalli migrarono verso l’europa e L’Asia, il loro numero si fece dapprima più consistente e poi a mano a mano iniziò a diminuire forse a causa di cambiamenti climatici oppure per l’avvento di un nuovo predatore bipede. Durante l’era glaciale le mandrie sembravano inesauribili, ma otto mila anni fa nel continente americano i cavalli si estinsero.
Poi circa quattro mila anni fa nelle steppe dell’Eurasia qualcuno intuì che il cavallo poteva soddisfare i bisogni che andavano al di là della pura sussistenza. Tutto potrebbe essere iniziato con un rito sciamanico o con una bravata adolescenziale, comunque sia andata qualcuno dotato di grande coraggio è salito in groppa ad un cavallo cambiando le sorti del mondo.
Il cavallo modificò totalmente il nostro senso della distanza e della velocità, ci portò avanti nello spazio e nel tempo e ridusse le distanze del nostro mondo. Nacquero grandiose tradizioni equestri che trionfarono nei tempi antichi. Oggi la maggior parte di questre tradizioni è scomparsa ma nelle steppe della Mongolia i cambiamenti sono stati ben pochi…