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Il cavallo imbrancato, cosa fare

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Il cavallo imbrancato si separa con angoscia dai suoi compagni. È una reazione causata dalla sua stessa natura che però può creare seri momenti di tensione.

Molti cavalli vivono con angoscia la separazione dai compagni di paddock o dal vicino di box. A volte manifestano il loro malessere con piccole ritrosie come non voler uscire dalla scuderia o dal paddock per poi seguire rassegnati il cavaliere e nel lavoro in campo nitriscono in continuazione. Altre volte la recalcitranza è più seria: manifestano nervosismo e agitazione, “cercano” i propri amici e quindi eseguono il lavoro con distrazione. Nei casi più gravi un cavallo imbrancato può tentare di raggiungere i loro compagni cercando di liberarsi, con azioni più o meno irruente, del cavaliere.

Se il comportamento inquieto del cavallo ti genera ansia  e agitazione, potresti mettere a rischio la tua sicurezza e quella del cavallo. È del tutto naturale che un cavallo si senta più al sicuro quando è con il suo gruppo. Quindi, cosa si può fare per cambiare questa reazione causata dalla natura stessa del cavallo? Non si deve dare per scontato nulla e si deve iniziare a costruire un vero un legame basato sulla fiducia, sulla comprensione e il rispetto reciproci. Il cavallo ha bisogno di sentirsi al sicuro anche con il cavaliere e non solo con il suo branco. È una connessione che la persona deve iniziare da terra.

È riduttivo considerare il lavoro a terra come quella attività che consiste nel far girare il cavallo nel tondino o alla corda. Nel lavoro a terra rientra tutto ciò che si fa con il cavallo quando non si è sella: toelettatura, conduzione a mano, passeggiate alla lunghina ma anche solo stare nel paddock o nel box insieme. Come ti comporti, cosa chiedi e come lo chiedi stabilirà il grado della sua sicurezza. La fiducia e la sicurezza non si possono instaurare se si obbliga il cavallo a far qualcosa usando la forza o incutendogli paura.

Per cominciare si può iniziare a lavorare dove il cavallo si sente più calmo. All’inizio, si dovrà agire vicino ai cavalli con cui ha legato in modo che il suo livello di stress sia il più basso possibile. Potresti essere nel paddock (se è sicuro) o semplicemente dall’altra parte della recinzione. Qualsiasi sia l’attività, ogni tua azione deve sempre essere orientata a indurre la calma per questo motivo non è mai utile tirare o scuotere la lunghina, devi però essere nella condizione di far rispettare il tuo spazio personale. Non è utile a nessuno che il cavallo ti si avvicini troppo e riesca spingerti con una parte del suo corpo. Non può rispettarti se riesce ad allontanarti. Ovviamente, la tua sicurezza viene prima di tutto: lo spazio deve darti sempre una via di fuga in modo che tu possa allontanarti velocemente se c’è il rischio concreto di essere preso a calci, calpestato o investito. Tuttavia rispetta il suo bisogno di muoversi quando è stressato, ma controlla dove va e come si muove. Chiedere a un cavallo stressato di stare fermo aumenta ancora di più la sua ansia meglio farlo muovere semplicemente attorno a te in un piccolo cerchio. Quando è calmo aumenta gradualmente la distanza dal gruppo. Al primo segno di stress se non riesci a calmarlo, torna al punto in cui si sente più a suo agio e ricomincia.

Lavora quotidianamente con il tuo cavallo in modo che ogni azione diventi naturale per entrambi. Le sessioni non devono essere troppo lunghe, e devono sempre concludersi lasciando il cavallo in uno stato di calma.

Attenzione: il presente articolo è stato redatto consultando diverse fonti tecnico/scientifiche e forum di discussione. Il suo scopo è solo quello di fornire spunti di riflessione e per approfondimenti. Per questo ti chiediamo di suggerire integrazioni o modifiche e di segnalare eventuali inesattezze o errori in questo o in altri articoli scrivendoci a info@imisteridelcavallo.it Vi invitiamo a consultare addestratori professionisti per risolvere qualsiasi tipo di problema comportamentale manifesti il vostro cavallo.

 

I MISTERI DEL CAVALLO
di Robert M. Miller

I misteri del cavallo“ è un libro che spiega ogni azione e reazione del cavallo da un punto di vista etologico, psicologico e comportamentale. Un libro di etologia? Non solo! L’originalità del libro sta nel fatto che affronta ogni azione e reazione del cavallo tenendo conto anche del comportamento dell’uomo e della sua psicologia. Chiarisce in modo semplice tutte le nozioni scientifiche dei meccanismi che entrano in gioco quando ci si relaziona con un cavallo aiutando così ad instaurare un canale di comunicazione corretto ed efficace per ambo le parti.

Uno dei libri di etologia più letto negli ultimi anni. Un bestseller secondo le classifiche di IBS.IT

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Principi di apprendimento – il ruolo del rinforzo positivo
di Eleonora Dordoni

Hai sentito parlare di clicker, clicker training e rinforzo positivo. Hai guardato video e googlato i termini ma le informazioni trovate sono molto generiche o vaghe? Il saggio “Principi di addestramento – il ruolo del rinforzo positivo”, a firma di Eleonora Dordoni, spiega in modo semplice e chiaro le tecniche del rinforzo positivo. Il principale obiettivo di questo lavoro è quello di mettere in evidenza il valore delle teorie dell’apprendimento nell’addestramento del cavallo. Al giorno d’oggi la scienza, grazie ai suoi importanti progressi, può aiutare a capire il modo in cui i cavalli pensano e reagiscono ai diversi stimoli. Il saggio analizza i vantaggi dell’utilizzo del clicker training nel lavoro con i cavalli. Il libro si apre con una prefazione del prof. Antonio Lucio Catalano (già Presidente del Corso di Laurea in Scienze e Tecniche Equine della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Parma) e con una introduzione del dr. Angelo Telatin il quale sottolinea che «questo libro contribuisce, grazie a molti esempi e a una filosofia di base, a ridurre il gap tra psicologia dell’ap­prendimento e addestramento […] Eleonora Dordoni  è stata in grado, grazie alla sua abilità di tradurre in un linguaggio accessibile concetti complessi, di fare una sintesi accurata e intuitiva di cosa sia la psicologia dell’apprendimento».

 

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Serena Cappello

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