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Il cavallo non va… neanche per un biscotto

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Perché il cavallo non va? Perché non vuole partecipare all’addestramento con rinforzo positivo? Potrebbero esserci diverse spiegazioni.

Perché un cavallo non vuole partecipare all’addestramento con rinforzo positivo? Potrebbero esserci diverse possibili spiegazioni, tra cui un basso valore del rinforzo, dolore fisico e una storia di addestramento negativa.

Se pensi che il cavallo diventi improvvisamente più reattivo quando inizi l’addestramento con un rinforzo positivo hai frainteso un po’ il tipo di lavoro. È vero che il cibo ha un grande potere motivante nei cavalli ma capita anche che alcuni soggetti non ne siano attratti. Quindi, nonostante la “promessa” di caramelle, il cavallo con cui stiamo lavorando è lento a rispondere, è distratto e ci ignora.

Eppure molti addestratori raccomandano l’uso del rinforzo positivo. Quest’ultimo generalmente rende i cavalli impegnati, interessati e motivati.

Ma se un cavallo non è motivato da un rinforzo positivo, è evidente che sta comunicando informazioni importanti. Ad esempio potrebbe provare a dirci che il valore del rinforzo è basso.

Nell’addestramento con rinforzo positivo, il rinforzo deve avere un alto valore per il cavallo. Il rinforzo e il modo in cui è somministrato devono essere sempre direttamente proporzionali alla richiesta. Se la richiesta è difficile e se il valore del rinforzo è basso, il cavallo sarà meno motivato.

Quando si insegna un nuovo comportamento, è importante iniziare con un alto tasso di rinforzo che si riduce gradualmente nel tempo e in base alle risposte. Se il tasso di rinforzo diminuisce troppo rapidamente e il cavallo non è adeguatamente compensato per il suo sforzo, potrebbe disinteressarsi o addirittura diventare frustrato e aggressivo.

Il disinteresse al rinforzo positivo potrebbe anche “rivelare” un vissuto spiacevole. Quindi un precedente addestramento piuttosto duro. Nonostante il nuovo ambiente sia positivo e sicuro, il cavallo può avere ricordi di spiacevoli esperienze passate in una situazione simile, durante attività simili. In questo caso è meno motivato da una ricompensa e molto di più dalla fuga.

Quando l’ambiente di addestramento include sia elementi che attraggono (il cibo) sia elementi che intimoriscono (una minaccia percepita), il conflitto motivazionale che ne deriva può portare alla “quiescenza comportamentale” o inattività.

Se il cavallo non risponde adeguatamente al rinforzo positivo chiediti se prova dolore. Potendo scegliere, i cavalli eviteranno le attività dolorose. Non è sempre facile identificare il malessere fisico provato dal cavallo.

Per cogliere i segni che possono essere indicatori di dolore fisico è necessario conoscere a fondo ogni atteggiamento “normale” del proprio cavallo. Non puoi capire cosa è anormale se non sai cosa è normale. Il dolore può sfuggire se non ci sono segni molto visibili e il cavallo potrebbe essere ingiustamente etichettato come testardo, pigro o irrispettoso. Pertanto, un cavallo può essere nervoso per il dolore e reagire di conseguenza. Oppure può rifiutare il cibo se raggiungerlo vuol di muoversi e provare dolore.

Per questo motivo, si raccomanda un approfondito esame veterinario ogni volta che un cavallo esita a partecipare alle attività.

I cavalli sono animali neofobici e quindi anche quando si addestrano con il rinforzo positivo, possono percepire suoni, viste, odori e attività non familiari come potenziali minacce che scatenano la paura. Lo stato mentale di un cavallo ha un forte impatto sulla sua capacità di apprendere. Durante tutto il processo di addestramento, è importante sottoporre il cavallo a stimoli che non siano di un’intensità tale da indurre paura. Questa provoca effetti psicologici e fisiologici che si posizionano in diversi stadi, i cosiddetti livelli della “soglia della paura”.

L’addestramento è monotono e poco interessante?

Il cavallo potrebbe annoiarsi. Alcuni animali annoiati appaiono apatici, disinteressati e lenti a rispondere. La noia è un problema di benessere animale molto comune ma spesso trascurato in particolare nei cavalli che trascorrono molto tempo in box.

Un animale può annoiarsi quando gli viene chiesto di esplorare e imparare, ma il suo ambiente è povero e sterile, la routine è monotona o gli esercizi sono ripetitivi o troppo facili o troppo impegnativi. Per rendere le sessioni di allenamento più interessanti per il cavallo, cambia la routine ed evita di ripetere la stessa cosa troppe volte.

Inoltre, anche la personalità del cavallo influenzerà il suo modo di reagire al dolore, alla novità, all’incoerenza e alla noia. Ad esempio, i cavalli coraggiosi si concentrano e si avvicinano ai premi, tendono a essere più persistenti di fronte a un compito difficile e cercano novità. Al contrario, i cavalli timidi sono generalmente avversi al rischio e cercano sicurezza e protezione.

L’addestratore può aiutare a mitigare i problemi comportamentali adottando uno stile di interazione che meglio si adatta al temperamento del cavallo. Con cavalli audaci che cercano ricompense, uno stile di interazione “vivace” sarà più efficace. Ciò includerà movimenti rapidi e animati e posizioni del corpo inclinate in avanti.

Con i cavalli avversi al rischio, funzionerà meglio uno stile di interazione cauto. Ciò includerà gesti e movimenti precisi e lenti, nonché una postura del corpo inclinata all’indietro.

Un addestratore esperto o un comportamentista che abbia familiarità con i metodi di addestramento con il rinforzo positivo può aiutare a identificare le ragioni più probabili e stabilire un piano di modifica del comportamento efficace e personalizzato per il cavallo.


Per capire come apprende il cavallo

Principi di apprendimento – il ruolo del rinforzo positivo
di Eleonora Dordoni

Principale obiettivo di questo lavoro è quello di mettere in evidenza il valore delle teorie dell’apprendimento nell’addestramento del cavallo. Al giorno d’oggi la scienza, grazie ai suoi importanti progressi, può aiutare a capire il modo in cui i cavalli pensano e reagiscono ai diversi stimoli. Il saggio analizza dettagliatamente le tecniche del rinforzo positivo e illustra i vantaggi dell’utilizzo del clicker training nel lavoro con i cavalli.

La prefazione del prof. Antonio Lucio Catalano (già Presidente del Corso di Laurea in Scienze e Tecniche Equine della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Parma)  apre il volume. Nell’introduzione il dr. Angelo Telatin  sottolinea che «questo libro contribuisce, grazie a molti esempi e a una filosofia di base, a ridurre il gap tra psicologia dell’ap­prendimento e addestramento […] Eleonora Dordoni è stata in grado, grazie alla sua abilità di tradurre in un linguaggio accessibile concetti complessi, di fare una sintesi accurata e intuitiva di cosa sia la psicologia dell’apprendimento».

Le splendide foto scattate da Giulia Basaglia impreziosiscono il volume e contribuiscono a rendere ancora più piacevole la sua lettura. Fotografa, grafica pubblicitaria e web designer, Giulia Basaglia è specializzata in fotografia equestre. Per lei riuscire a catturare il fascino dei cavalli ed esaltarne la bellezza è una vera e propria sfida con me stessa.

Questo libro permetterà al lettore di approfondire i concetti della psicologia dell’apprendimento e di acquisire nuove capacità per interagire in modo corretto con il proprio cavallo.

Disponibile su:

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Il testo è ordinabile (fornendo il codice ISBN: 9788890950483) presso tutte le librerie in territorio nazionale.

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Serena Cappello

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