Il lavoro con i cavalli: Massimo Pierini esplora accettazione, cambiamento e legami profondi tra uomo e animale.

Il tema dell’accettazione e della resistenza al cambiamento è profondamente esplorato nel testo di Massimo Pierini, “un dono da ogni cavallo”, incentrato sulla relazione tra un addestratore e i cavalli che incrocia nel suo percorso. Questo racconto offre uno sguardo emozionante e realistico su una delle esperienze più difficili nella vita di chi lavora con gli animali: imparare a lasciar andare ciò che si è costruito con cura e dedizione. Pierini affronta con delicatezza e profondità questo tema universale.

L’accettazione del cambiamento: un processo doloroso

Il testo di Massimo Pierini presenta fin dalle prime righe un protagonista che si interroga sulla propria capacità di accettare ciò che la vita gli pone davanti. Questa riflessione iniziale ci introduce alla tematica centrale del racconto: l’accettazione del cambiamento, un processo spesso doloroso, ma inevitabile.

Il lavoro dell’addestratore è descritto con precisione e attenzione ai dettagli: la quotidianità fatta di piccole conquiste, il paziente costruire di una relazione di fiducia con la cavalla. “Cavallina”, come viene chiamata affettuosamente dal protagonista, diventa l’emblema di questo legame profondo e intimo. Tuttavia, proprio quando il legame sembra più solido, arriva la realtà brutale: la cavalla sarà presto portata via.

Il cambiamento, qui, viene rappresentato come una forza inarrestabile contro cui il protagonista non ha potere. La resistenza iniziale a questa realtà è palpabile, ma alla fine è costretto ad accettarla, seppur con un profondo senso di perdita. Pierini, attraverso una narrazione toccante, descrive il cambiamento non come una scelta, ma come un evento inevitabile che va accettato per forza di cose.

Il legame tra l’uomo e l’animale: una connessione spezzata

Nel racconto, la relazione tra l’addestratore e la cavalla rappresenta uno degli aspetti più emozionanti e delicati. L’addestratore non considera i cavalli solo come animali con cui lavora, ma piuttosto come compagni di avventure, delle presenze che hanno dato un significato importante alla sua quotidianità. Questo legame viene descritto con immagini che evocano un “nodo” stretto e invulnerabile, che rende l’addio finale ancora più doloroso.

La resistenza al cambiamento: una lotta interiore

La resistenza al cambiamento, centrale nel racconto, è una lotta interiore costante. Il protagonista fatica ad accettare che ciò a cui ha dedicato mesi di lavoro e passione possa essere portato via in un attimo. Questa resistenza è visibile nei pensieri che attraversano la mente dell’addestratore mentre si rende conto che sta per perdere il cavallo. Pierini descrive con maestria la sensazione di vuoto e di impotenza che pervade il protagonista: il nodo stretto tra uomo e cavallo si spezza, e con esso crollano le certezze e le aspettative costruite nel tempo.

La verità che si svela alla fine è amara: il protagonista non era il vero attore nella vita dei cavalli, ma solo una comparsa. Questo confronto con la realtà provoca una frattura emotiva che il protagonista deve, suo malgrado, accettare.

L’addestramento dei cavalli: una metafora della vita

Il lavoro di addestratore viene utilizzato da Pierini come una potente metafora della vita. Il processo di addestramento, fatto di pazienza, cura e attenzione, riflette il modo in cui spesso ci dedichiamo alle relazioni e ai progetti personali, costruendo con fatica qualcosa di significativo. Tuttavia, proprio come accade nel racconto, la vita può sorprendere con eventi inaspettati che ci costringono a lasciar andare ciò che abbiamo costruito.

L’addestramento dei cavalli richiede disciplina, ma anche una certa capacità di adattarsi ai cambiamenti. Proprio come nella vita, non tutto può essere controllato. Ciò che conta è saper accettare il cambiamento, per quanto doloroso possa essere.

Il testo di Massimo Pierini ci offre una riflessione profonda sul tema dell’accettazione e della resistenza al cambiamento. Attraverso il rapporto tra l’addestratore e i cavalli, Pierini descrive un’esperienza universale di perdita e accettazione, mettendo in luce la vulnerabilità umana di fronte agli eventi che non possiamo controllare. L’accettazione, seppur difficile, emerge come una necessità, una fase dolorosa ma imprescindibile per continuare a vivere e a crescere.

Attraverso una narrazione emotiva e ricca di dettagli, Pierini riesce a coinvolgere il lettore, portandolo a riflettere su questioni che vanno oltre il semplice lavoro con i cavalli: la fragilità dei legami, l’importanza di accettare la realtà e la resistenza che tutti noi, in un modo o nell’altro, opponiamo ai cambiamenti inevitabili della vita.

Libri di cavalli: Massimo Pierini, Un dono da ogni cavallo, zoraide editore, p. 35-37

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È un libro che parla di cavalli e di uomini. Il testo si compone di tre storie che raccontano di un ragazzo che cresce in una valle sperduta e che impara a coniugare gli insegnamenti del passato con la sua esperienza personale e le esperienze più moderne in campo etologico e addestrativo.

Per Maria Cristina Magri di Cavallo Magazine,  Massimo con il suo libro ha messo in luce «l’aspetto poco illuminato» del lavoro e dei sentimenti dell’addestratore che per mesi e mesi lavora con un cavallo per risolvere problemi difficili, instaura con lui un legame stretto come un nodo «e poi arriva qualcuno che prende il cavallo, lo carica su un van», se lo porta via e con molta probabilità non lo incontrerà mai più.

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