Il mantello del cavallo subisce variazioni legate ai cambiamenti stagionali. Il dr. Andrea Brignolo spiega tutto quello che c’è da sapere.
La crescita del mantello nei mammiferi non è continua, ma ciclica e ha tre periodi. Durante la sua fase di crescita, denominata anagen, i peli crescono attivamente (allungandosi) dalla base (papille dermiche) del follicolo pilifero. La crescita è seguita da uno stadio di transizione chiamato catagen.
In questo stadio il bulbo pilifero si restringe gradualmente fino a quando si separa dai peli. Passa quindi al telogen o allo stadio di riposo. Durante il telogen i peli rimangono nel follicolo pilifero ma non hanno più una “radice” o un bulbo pilifero.
Nell’uomo questo processo si verifica continuamente. Una parte dei peli attraversano tutte e tre le fasi mentre un piccolo numero di peli cadono quotidianamente.
La crescita e la caduta del pelo del cavallo sono periodiche.
Gli stimoli ambientali
Il fotoperiodo, la durata del periodo di illuminazione giornaliera, è considerato il più importante stimolo ambientale. Esso consente agli animali di anticipare e adattarsi ai cambiamenti stagionali.
Nei mammiferi a riproduzione stagionale, le variazioni delle ore di luce alterano la secrezione epifisaria di melatonina e quella ipofisaria di prolattina. Nello specifico, con l’avanzare dell’inverno e la riduzione delle ore di luce, aumenta la secrezione di melatonina. Al contempo si riduce quella di prolattina. Tale condizione in molte specie determina la crescita del mantello invernale.
Studi hanno dimostrato, secondo il meccanismo inverso, che è possibile attivare la muta prolungando il fotoperiodo in maniera artificiale (aumentando le ore di luce).
Una varietà di altri fattori fisiologici modifica la crescita di un mantello equino. Tra questi temperatura, ambiente, nutrizione e ormoni. Ma anche lo stato generale di salute e altri fattori intrinseci poco conosciuti. Di questi, i due più importanti sono il fotoperiodo e la temperatura ambiente. Tuttavia, i dettagli del ciclo e della crescita del follicolo pilifero sono molto complessi e poco compresi.
Generalmente, il manto del cavallo inizia a cadere in primavera. In questa stagione il fotoperiodo aumenta (il che successivamente ha un effetto su molti ormoni) così come la temperatura ambientale. In autunno, un pelo più lungo e spesso sostituisce il pelo corto e fine mentre il fotoperiodo diminuisce e le temperature ambientali diventano più fredde.
La coperta
I cavalli tenuti con la coperta in inverno non riescono a sviluppare un denso cappotto invernale. Si potrebbe ipotizzare che la coperta mantenga la temperatura della pelle elevata rispetto alla temperatura ambientale. Pertanto, una mantello invernale non si sviluppa nonostante i cambiamenti nel fotoperiodo.
Una volta rimossa la coperta, temperature notturne più basse (come quelle riscontrate in primavera) possono attivare il ciclo periodico dei peli e stimolare la crescita del mantello (cappotto invernale) nonostante il cambiamento del fotoperiodo. In questi casi si può avere una perdita di pelo (a luglio). Essa potrebbe dovuta al fatto che il ciclo si sta normalizzando per l’influenza del fotoperiodo e della temperatura ambiente.
Si può notare l’effetto opposto in alcuni cavalli scoperti in inverno con un folto mantello invernale e successivamente portati all’interno e messi sotto le luci a metà inverno. Questi cavalli hanno perso pelo in gennaio, nonostante le basse temperature ambientali e nessun cambiamento significativo nel fotoperiodo. Ciò dimostra che i fattori gestionali possono interrompere il normale ciclo periodico dei capelli.
Un recente studio ha dimostrato che l’estensione artificiale del fotoperiodo, applicato però con precisione in momenti specifici dell’anno, condiziona la crescita del mantello.
I risultati dimostrano che per gestire con successo la crescita del mantello equino, preservando al contempo un’adeguata termoregolazione, è fondamentale applicare il fotoperiodo con tempistiche specifiche prestando, al tempo stesso, attenzione alle temperature ambientali.
Dr. Andrea M. Brignolo
Immagine in evidenza: Head of criollo horse in a rescue center in Italy. Author: Ildebrando
Dr. Andrea M. Brignolo, veterinario ippiatra con particolari competenze in medicina interna e sportiva e aspetti peritali medico legali ed assicurativi della medicina veterinaria.
Club Member and past president presso SIVE International, Resident assistant presso UCDavis Veterinary Medical Teaching Hospital e Vicepresidente con delega agli Equini presso ANMVI Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani. Nel 2007 ha conseguito un Dottorato di Ricerca in Scienze Cliniche Veterinarie alla Facoltà di Medicina Veterinaria di Torino.
Ha scritto pubblicazioni sia scientifiche che divulgative. Sono state pubblicate su riviste di settore e giornali a livello provinciale, nazionale ed internazionale. Dal 1989 tiene seminari, corsi e incontri presso varie associazioni ed enti legati all’ambiente del cavallo sportivo.
Per maggiori informazioni sul Dr. Andrea M. Brignolo potete visitare il sito: www.andreabrignolo.com oppure la pagina Facebook: @andreabrignoloveterinario
Dr.Andrea M. Brignolo
Medico Veterinario DVM-PhD
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