Con l’arrivo del nuovo anno l’idea che la nostra fattrice partorirà il suo piccolo si fa sempre più concreta, le aspettative sono tante ma con esse aumentano anche i dubbi e i timori. Ci si sta avvicinando all’ultimo trimestre di gravidanza, e tutto è proseguito liscio, senza problemi. Ci si stupisce sempre (nonostante la lunga attesa) di quanto velocemente si avvicini la stagione delle nascite: il parto è alle porte e la speranza si trasforma in realtà.
Il tempo è finalmente arrivato, e gli ultimi undici mesi sembreranno essere passati in pochi minuti appena il puledrino cercherà di alzarsi per la prima volta. Mentre lo si guarda tentare più volte di stare in piedi sulle sue gambe tremolanti, ci si chiede: “Si è fatto tutto in modo giusto? Sta andando tutto bene? Quanto tempo impiega normalmente un puledro ad alzarsi e a prendere il latte per la prima volta? Come posso aiutarlo a crescere sano e forte?”
La preparazione per l’arrivo del puledro dovrebbe avvenire molto prima del parto. La fattrice deve essere seguita con una corretta alimentazione, con la somministrazione del vermifugo e con un corretto piano di vaccinazione. La cavalla andrebbe sverminata il giorno del parto per impedire il passaggio del parassita “Strongloides westeri”, che può causare diarrea nel puledro neonato. Una volta che il puledro è arrivato, non concentriamoci solo sul piccolo ma valutiamo anche lo stato di salute della fattrice: “Sta reagendo normalmente? Ha espulso tutta la placenta?”
Si controlli che nella placenta non ci siano rotture se non quell’unico foro da dove è uscito il puledro. Se ci si accorge che è strappata, o non sembra essere stata espulsa tutta, chiamare immediatamente il veterinario. Un placenta ritenuta o strappata può causare diversi problemi.
Il puledro deve manifestare il riflesso di suzione entro circa 20 minuti dalla nascita e dovrebbe essere pienamente attivo nel giro di un’ora e mezza circa. Se ciò non dovesse verificarsi, è necessario far venire il veterinario per aiutare a mungere la cavalla e alimentare il puledro per garantire un adeguato apporto di colostro.
Il colostro è il primo latte che il puledrino andrà a bere subito dopo la nascita. È un liquido molto complesso, ricco di sostanze nutritive e composti che regolano il sistema immunitario ed è progettato per dare al puledro neonato il supporto immunitario di cui ha bisogno per crescere sano e forte. I piccoli di cavallo, infatti, non nascono con un livello iniziale di immunità, non beneficiano del trasferimento placentare di immunoglobuline; quindi devono consumare il colostro nelle prime ore di vita per sopravvivere.
Dopo che il puledro ha allattato, ispezionare le mucose ed esaminare il puledro per eventuali condizioni anomale (ad esempio: overbite, deformità congenite). Le gengive dovrebbero essere rosa e umide. Se si nota una colorazione gialla delle mucose, potrebbe trattarsi di una grave condizione nota come isoeritrolisi neonatale e il veterinario dovrebbe esaminare il puledro.
Un clistere, acquistato in farmacia, può essere utile per aiutare il passaggio del meconio (primo letame del puledro). Il meconio è costituito da secrezioni ghiandolari, fluido amniotico ingerito e detriti cellulari. Prima della nascita, il meconio viene trasportato lungo l’intestino da movimenti peristaltici intermittenti e depositato nel colon, cieco e retto, per essere espulso dopo la nascita, frequentemente, dopo la prima suzione. La mancata espulsione del meconio nelle prime ore di vita determina una patologia, con sintomatologia colica, che nel neonato viene definita come ritenzione del meconio la quale, se non precocemente e opportunamente trattata, può portare alla morte del puledro.
Pulire l’ombelico con una soluzione disinfettante aiuta a prevenire infezioni. L’ombelico deve essere pulito con una soluzione di clorexidina allo 0,5% o una tintura di iodio (concentrazione 2%) per ridurre il rischio di infezioni ascendenti. I lavaggi dovrebbero essere ripetuti almeno 2 volte al giorno per 3 giorni.
L’ispezione delle gengive, il praticare un clistere, il lavaggio dell’ombelico sono tutte procedure che presuppongo un buon Imprint Training. Non si può dare per scontato che il puledro tolleri le nostre dita in bocca o una mano sulla pancia come se fosse, per lui, naturale. Se non adeguatamente preparato potremmo spaventarlo e lasciare un terribile segno indelebile di queste prime esperienze che, invece, sono procedure essenziali per verificare il suo stato di salute. Attenzione, però, a non confondere l’imprinting con l’Imprint Training. L’imprinting indica «la fissazione di un istinto innato su un determinato oggetto». È un processo con cui una persona ha la possibilità di “farsi accettare” in modo naturale da un puledro appena nato come se fosse un individuo della sua specie. È una registrazione cerebrale delle prime percezioni sensoriali: vista, udito, olfatto, tatto, gusto. La persona presente non deve in nessun modo inibire il naturale legame che il puledro instaura con la madre. Il piccolo deve essere riscaldato e accudito dalla madre che lo stimolerà ad alzarsi, ad orientarsi per trovare i capezzoli, trovare il colostro e in generale la fonte di cibo. La persona può partecipare a questo processo, emettendo insieme alla fattrice dei segnali chiave che aiuteranno il puledro a categorizzare l’essere umano nella lista delle cose gradite e piacevoli e soprattutto non pericolose.
L’Imprint Training, invece, è una forma di addestramento precoce che sfrutta le possibilità fornite dall’imprinting e, ovviamente, la collaborazione della fattrice che deve essere docile e già abituata alla presenza umana. L’imprint Training può essere praticato subito dopo la nascita ma anche a distanza di ore o addirittura il giorno dopo (purché però il puledro abbia avuto l’imprinting con l’essere umano). La procedura studiata e approfondita dal dr. Robert M. Miller consiste nel desensibilizzare il puledro a diversi stimoli attraverso una manipolazione e a sensibilizzare il piccolo a delle richieste elementari.
Per approfondire l’argomento si può leggere Imprint Training del puledro appena nato di Robert M. Miller; A prima vista di Serena Cappello; Imprinting e training precoce nel puledro di Alice Calmasini
L’Imprint Training prevede una grande competenza, l’addetto alla manipolazione del nuovo nato deve avere una preparazione che gli permetta di affrontare ogni azione e reazione del puledro senza causargli traumi: tutto quello che si deve fare è studiare il metodo, seguire le istruzioni e… godersti i risultati.
Oggi l’imprinting nei puledri è una pratica accettata in quasi tutto il mondo e in tutte le discipline, inclusa l’ippica. Ci saranno sempre delle persone che lo riterranno inutile, ma questo è un loro problema. L’imprint training è un metodo dolce ed efficace da cui traggono un reale beneficio sia i cavalli che le persone che li gestiscono… ma deve essere eseguito correttamente.
ISBN: 9788890529313
A prima vista – Esperienze di imprinting nasce dall’esperienza diretta di Serena Cappello. L’autrice, studiosa di psicologia equina ed etologia si è dedicata allo studio e al perfezionamento di un approccio precoce al puledro. A prima vista presenta in modo semplice, ed accessibile a tutti, le fondamentali regole per un approccio sano e rispettoso dei puledri, descrive nel dettaglio l’imprinting e i suoi effetti raccontando le storie di vita vissuta di due muli e di due cavalli e dei loro cavalieri. Un libro che spiega la validità di tale intervento e i suoi vantaggi.
ISBN: 9788890950407
ISBN: 9788890950445
I testi si possono acquistare presso l’e-store di Zoraide Editore, presso ElephantsBooks (on line oppure in libreria) e presso le principali librerie on line. Si possono ordinare (fornendo il codice ISBN) presso tutte le librerie in territorio nazionale.
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