Il salto ostacoli non è una disciplina a sé. Riassume tutti gli aspetti dell’equitazione ed è inestimabile per la coordinazione del binomio.
Colui che ha detto che «un salto inizia quando ci avviamo verso di esso” non ha mai pronunciato parole più vere. Io [Piero Santini] aggiungerei che si conclude solo quando ci fermiamo o cominciamo a guardare l’elemento successivo.» (Piero Santini, Principi Fondamentali del Sistema Naturale, Zoraide editore, p. 109)
Inoltre, «Il salto, […] presenta un compendio di tutte le fasi dell’equitazione ed è quindi un’attività inestimabile per lo sviluppo della coordinazione tra uomo e cavallo.» (Piero Santini, Principi Fondamentali del Sistema Naturale, Zoraide editore p. 108).
«In effetti, se ci avviciniamo al nostro ostacolo da una distanza sufficiente e abbiamo anche abbondante spazio subito dopo, possiamo imparare di più prima e dopo di esso che nel salto vero e proprio. Questo lo si deve sempre considerare – non importa quanti ne facciamo o quanto ci piace – più un mezzo che lo scopo dell’equitazione.» (Piero Santini, Principi Fondamentali del Sistema Naturale, Zoraide editore, p. 109)
Pensate a un percorso. Il tracciato non è fatto solo da ostacoli ma da punti precisi in cui girare, cambiare mano e galoppo, rallentare o accelerare. In pratica, il percorso è composto da ostacoli e da lavoro in piano da svolgere con precisione fin nei minimi dettagli.
Occorre infatti la massima attenzione e concentrazione nella fase precedente al salto, sul salto stesso e nella fase successiva. Si deve stare attenti all’assetto, alla velocità del galoppo, al controllo del cavallo e alla direzione.
Uno degli errori più comuni, tuttavia, è quello di rilassarsi non appena il cavallo atterra. Tutta l’attenzione svanisce. Succede così di vedere cavalieri sdraiati sul collo del cavallo, cavalli che galoppano o scappano senza meta, perché il loro cavaliere ha lasciato dietro di sé, ad ostacolo superato, tutta la concentrazione e l’attenzione.
In realtà, come ha spiegato Santini, in un salto non c’è una fase più importante dell’altra. Hanno tutte la medesima importanza, compresa la fase successiva al salto. La concentrazione deve rimanere alta anche quando il cavallo rimette i piedi a terra. Infatti il compito del cavaliere non è concluso. Deve condurre il suo compagno nella direzione che ha programmato, deve mantenere il galoppo regolare e ristabilire l’equilibrio.
Non dimentichiamo che il cavallo dopo il salto tende ad accelerare. Una reazione normale poiché dopo il salto è sbilanciato. Una volta ritrovato l’equilibrio, il cavallo – di solito – rallenta spontaneamente.
Capita spesso che, per inesperienza o per spirito giovanile, dopo un salto, un cavallo inizi a correre o a sgroppare. In simili situazioni, non dobbiamo commettere l’errore di sederci di colpo nella sella e cercare di rallentarlo tirando le redini. Nè restare sollevati dalla sella, buttare il busto in avanti, arretrare con le mani e tirare con forza.
Così facendo, otteniamo l’effetto opposto. Il cavallo infatti non riesce a ritrovare l’equilibrio. Anzi sovraccarica ancora di più l’anteriore e comincia a lottare contro la mano e quindi a resisterle.
Inoltre, ripetendo questo comportamento errato, il cavallo imparerà ad associare l’azione della mano a un forte dolore. Quindi, soprattutto dopo il salto temerà l’intervento forte della mano aspettandosi uno strattone in bocca. Di conseguenza reagirà diventando ancora più forte e scappando ancora di più.
Al contrario, dopo il salto, il nostro comportamento deve essere quello di rimanere in asssetto leggero e con l’inforcatura solida e profonda. Il busto deve rimanere nella posizione corretta e associare alle azioni l’uso della voce. Un tono di voce pacato e rassicurante invita il cavallo a calmarsi e perciò a rallentare.
Il nostro atteggiamento in sella è quindi fondamentale, dalla compostezza dell’assetto al controllo delle azioni. E non dobbiamo mai dimenticare che di fatto il cavallo spicca il salto, ma il cavaliere deve occuparsi di tutto il resto.
Principi Fondamentali del Sistema Naturale
di Piero Santini
Principi Fondamentali del Sistema Naturale di Piero Santini, discepolo del capitano Federico Caprilli, maggiore della cavalleria italiana, è un manuale che promuove il rivoluzionario Sistema Naturale di Equitazione di Caprilli. In questo testo, un classico della letteratura equestre, Santini, con un linguaggio semplice e dettagliato, introduce, spiega e promuove il Metodo Italiano e l’assetto in avanti. Si rivolge sia ai cavalieri principianti che ai cavalieri esperti e agli istruttori. I primi saranno aiutati a fissare i principi di base prima di prendere qualsiasi parte attiva in un campo all’aperto o in una competizione. I cavalieri esperti troveranno in queste pagine molti contenuti e spunti di riflessione per migliorare la loro tecnica. Gli istruttori, che, a beneficio dei loro allievi, desiderano condensare e semplificare i concetti di base dell’equitazione all’aperto e del sistema naturale, ne trarranno una risorsa incredibile. Il testo è arricchito da numerose fotografie, disegni e diagrammi.
Piero Santini (1881-1960). Cavaliere di grande esperienza e reputazione internazionale, fu un autore molto rispettato. Espose per la prima volta in lingua inglese, il rivoluzionario “sistema di equitazione naturale”. Ciò gli portò una fama immediata. Di padre italiano e madre americana, Santini parlava e scriveva inglese come seconda lingua. Tra le sue opere si annoverano 5 libri, tra cui “Learning to Ride”, “The Forward Impulse” e “Riding Reflections”. Ha inoltre tradotto e curato gli articoli di Caprilli.
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