Imparare a cadere da cavallo è essenziale nell’equitazione. La caduta, spesso inevitabile, di solito inoffensiva, richiede preparazione fisica e mentale.
La caduta, purtroppo, è una parte spesso inevitabile e poco gradevole dell’equitazione. Può verificarsi durante una tranquilla passeggiata, durante l’allenamento in campo o durante un salto. Tale incidente può trasformare una giornata ordinaria in un evento traumatico.
La maggior parte delle cadute sono comuni. Fortunatamente, il cavaliere può rialzarsi senza problemi, pronto a rimontare e continuare l’attività con pochi graffi e qualche livido, solitamente più a livello morale che fisico. Tuttavia, in un istante, una caduta può evolversi in una situazione pericolosa o addirittura disastrosa.
L’equitazione è universalmente riconosciuta come uno sport ad alto rischio, poiché il cavaliere si trova sopra un animale di 500 kg con molte parti in movimento e una volontà propria. Nonostante le cadute siano inevitabili nell’equitazione, la stragrande maggioranza dei cavalieri non viene preparata adeguatamente all’evenienza e si ritrova impreparata quando essa si verifica. La loro formazione si concentra principalmente sul miglioramento della loro abilità in sella.
In questo contesto, è notevole che pochi manuali affrontino in modo approfondito il tema delle cadute. Tuttavia, Piero Santini si è distinto dedicando un intero capitolo del suo manuale “Principi Fondamentali del Sistema Naturale” proprio alla caduta da cavallo. In tempi passati, scrive Santini, si riteneva che fosse necessario affrontare un certo numero di “brutte cadute” (in genere si parlava di settantasette come cifra ufficiale) per diventare un vero cavaliere, ma questa concezione è stata fortunatamente superata. Avere il coraggio di affrontare una caduta in cui si rompono “ogni osso del proprio corpo”, come amici ammirati spesso esprimono, ammonisce l’istruttore, non è un indicatore diretto delle capacità equestri di una persona. In realtà, un vero cavaliere esperto dovrebbe evitare in modo significativo le cadute, specialmente quelle gravi, proprio perché è competente nella sua pratica.
Tuttavia, è innegabile che anche il cavaliere più esperto possa incorrere in una caduta “a capofitto”, talvolta con gravi lesioni permanenti o, purtroppo, con esiti fatali.
Nel periodo in cui Santini scrisse il suo manuale, riconobbe l’importanza di insegnare ai suoi allievi come gestire una caduta, ma condivise l’opinione che provocare deliberatamente la caduta dei cavalli fosse sia crudele verso gli animali che rischioso per i cavalieri.
Oggi, purtroppo, sono ancora pochi i cavalieri che ricevono istruzioni sulle tecniche di sicurezza in caso di caduta o su come proteggersi da lesioni in tali situazioni. Molte persone impegnate nell’equitazione, compresi gli allenatori, dedicano gran parte del loro tempo ed energie a migliorare la loro capacità di restare in sella, ma spesso trascurano l’acquisizione delle competenze di base necessarie per affrontare il pericolo.
La condizione fisica rappresenta, senza dubbio, uno dei migliori antidoti alle lesioni, in quanto accresce la prontezza di reazione, rafforza l’equilibrio e migliora l’agilità. Cadere da cavallo non è un evento che si pianifica, ma è piuttosto una situazione per cui dobbiamo prepararci. Imparare a gestire una caduta non è una questione di “se” si dovesse cadere, ma piuttosto di “quando” succederà.
Il modo in cui si cade può fare la differenza tra una caduta senza conseguenze e un incidente grave. Ecco alcune tecniche che possono essere insegnate e apprese per cadere in modo sicuro:
- Lasciare le redini: Insegnare ai cavalieri a lasciare le redini quando cadono è fondamentale. Tenere le redini serrate durante una caduta può causare lesioni al cavallo o al cavaliere. Il rilascio rapido delle redini può aiutare a evitare che il cavallo venga trascinato o ferito.
- Caduta controllata: In un ambiente controllato, come una scuola di equitazione o in una palestra con un materasso sportivo, è possibile eseguire esercizi di caduta controllata. Gli istruttori specializzati insegnano ai cavalieri come cadere, rotolare e rialzarsi in sicurezza. Questo può aiutare a ridurre il rischio di lesioni durante una caduta.
- Tecniche di rotolamento: Imparare a rotolare durante una caduta può aiutare a distribuire l’impatto e ridurre il rischio di lesioni gravi. Le tecniche di rotolamento possono variare a seconda del tipo di caduta, ma in generale implicano la protezione della testa e del collo e la distribuzione dell’impatto lungo il corpo.
- Mantenere la calma: Il panico durante una caduta può portare a decisioni irrazionali. Gli istruttori possono insegnare ai cavalieri a rimanere calmi e a prendere decisioni razionali in situazioni di emergenza.
- Pratica su superfici morbide: La pratica di cadute controllate su superfici morbide, come sabbia o erba, può aiutare i cavalieri a migliorare le proprie abilità di caduta.
- Allenamento mentale: Lo sviluppo della forza mentale è importante per affrontare la possibilità di una caduta. La visualizzazione mentale e la preparazione mentale possono aiutare i cavalieri a reagire in modo appropriato durante una caduta.
È importante notare che l’allenamento alla caduta non può eliminare completamente il rischio di lesioni, ma può ridurlo significativamente. La preparazione alla caduta è particolarmente importante per i cavalieri che praticano discipline ad alto rischio come l’equitazione da concorso completo, il salto ostacoli o il rodeo. In ogni caso, è fondamentale indossare l’equipaggiamento di sicurezza adeguato, come un casco omologato e un corpetto protettivo per ridurre ulteriormente il rischio di lesioni.
La preparazione alla caduta è un aspetto importante della sicurezza nell’equitazione, e tutti i cavalieri dovrebbero considerare la possibilità di apprendere queste tecniche per proteggere sé stessi e i loro cavalli.
Piero Santini, Principi Fondamentali del Sistema Naturale, zoraide editore, pp. 123-127
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Principi Fondamentali del Sistema Naturale
di Piero Santini
Principi Fondamentali del Sistema Naturale di Piero Santini, discepolo del capitano Federico Caprilli, maggiore della cavalleria italiana, è un manuale che promuove il rivoluzionario Sistema Naturale di Equitazione di Caprilli. In questo testo, un classico della letteratura equestre, Santini, con un linguaggio semplice e dettagliato, introduce, spiega e promuove il Metodo Italiano e l’assetto in avanti. Si rivolge sia ai cavalieri principianti che ai cavalieri esperti e agli istruttori. I primi saranno aiutati a fissare i principi di base prima di prendere qualsiasi parte attiva in un campo all’aperto o in una competizione. I cavalieri esperti troveranno in queste pagine molti contenuti e spunti di riflessione per migliorare la loro tecnica. Gli istruttori, che, a beneficio dei loro allievi, desiderano condensare e semplificare i concetti di base dell’equitazione all’aperto e del sistema naturale, ne trarranno una risorsa incredibile. Il testo è arricchito da numerose fotografie, disegni e diagrammi.
Piero Santini (1881-1960). Cavaliere di grande esperienza e reputazione internazionale, fu un autore molto rispettato. Espose per la prima volta in lingua inglese, il rivoluzionario “sistema di equitazione naturale”. Ciò gli portò una fama immediata. Di padre italiano e madre americana, Santini parlava e scriveva inglese come seconda lingua. Tra le sue opere si annoverano 5 libri, tra cui “Learning to Ride”, “The Forward Impulse” e “Riding Reflections”. Ha inoltre tradotto e curato gli articoli di Caprilli.
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