girare

Impariamo a girare, il cavallo non è una bici

Imparare a girare è una parte molto importante dell’equitazione. È una grande sfida che il cavaliere alle prime armi non può trascurare.

Girare è un’abilità di base che deve essere appresa sin dalle prime lezioni. Molti cavalieri quando devono girare a destra o a sinistra tendono a scambiare le redini per il manubrio di una bicicletta, compiendo spesso con mani e braccia una vera e propria impresa da contorsionisti.

Richiede un bel po’ di concentrazione per capire che la mano sinistra dà il segnale per la svolta a sinistra e la mano destra usa la redine destra per dare il segnale per la svolta a destra ma che non sono solo le redini a indurre il cavallo a girare.

Infatti, man mano che si progredisce nell’equitazione, si impara come eseguire con precisione una girata in modo fluido e corretto piegando in modo morbido il tronco e l’incollatura del cavallo. Eseguire una buona girata vuol dire eseguirla facilmente, mantenendo la cadenza, un impulso vivace e conservando il ritmo e l’equilibrio.

Per ottenere tutto ciò oltre le mani è necessario che vi sia un intervento concreto anche degli altri “aiuti” (gambe e peso del corpo). Ed è a questo proposito che si parla di coordinazione degli aiuti.

Le azioni delle mani

Nel gergo equestre, le azioni delle mani vengono indicate come aiuti di redine. Le redini devono essere usate con finezza e precisione e servono solo per far flettere il cavallo e cambiare il suo centro di gravità in funzione della direzione da seguire.

Una buona girata non deve mai essere improvvisa. Il cavallo non ama farsi sorprendere da richieste inaspettate. Inoltre, una girata richiede determinati adattamenti fisici del cavallo che deve assecondare con il proprio corpo la traiettoria verso cui procede. Infatti è un movimento che modifica sia l’equilibrio del cavallo che quello del cavaliere.

È pertanto opportuno prevedere una breve fase di preparazione. Quindi, pochi metri prima di raggiungere il punto in cui intendiamo girare, la mano della direzione verso cui intendiamo procedere (mano interna) si allontana leggermente – senza indietreggiare – dal collo per indicare al cavallo la direzione del movimento. Si chiama «redine di apertura».

L’altra redine (mano esterna) resta in posizione normale vicino al collo del cavallo senza avanzare. Serve per sostenere il cavallo ed evitare che esso cada sulla spalla esterna. Il cavaliere deve mantenere lo stesso contatto sulle due redini.

Le azioni della redine di apertura preservano la bocca del cavallo da qualsiasi tensione e agiscono unicamente sul suo equi­librio. Anthony Paalman, “Il nuovo libro dell’equitazione”, Zoraide editore, 2018, p.134

Procedendo verso il punto stabilito per girare, l’azione della redine interna si intensifica fino a che il cavallo non si sarà spostato effettivamente dalla pista.

La mano esterna, che non è direttamente coinvolta nella richiesta di girare, ricopre comunque un ruolo importante. Infatti, mantenendo un contatto preciso con la bocca, impedisce al cavallo di girare eccessivamente l’incollatura per effetto dell’intervento della redine interna, sfuggendo al controllo del cavaliere.

Le azioni delle gambe

Occorre fare la premessa. Anthony Paalman nel suo mauale “Il nuovo libro dell’equitazione” spiega che le gambe hanno due ruoli diversi.  Quando entrambe le gambe esercitano all’unisono, dietro il sottopancia, una pressione in modo uguale sono gambe di impulso.

Quando le gambe agiscono in modo diverso toccando il cavallo in differenti punti, quindi toccando differenti muscoli per provocare differenti reazioni allora si parla di gamba isolata.

Se si gira a mano destra, la gamba interna applicherà una ferma pressione appena dietro il sottopancia per mantenere il movimento in avanti. La gamba esterna arretra leggermente e sostiene la flessione del costato intorno alla gamba interna e agisce più direttamente sui posteriori evitando che si spostino all’esterno della curva. La sua azione evita che il cavallo sbandi, perdi la direzione o come si dice in gergo “scarrozzi”.

L’assetto

Lo sguardo del cavallo e del cavaliere deve seguire la direzione che si intraprende. Non inclinatevi mentre girate, ma rimanete dritti in sella. Lo spostamento del peso in una direzione o nell’altra potrebbe avere l’effetto di farci perdere l’equilibrio, mettendo in difficoltà anche il cavallo.

Errori da evitare

Non tirate le redini. Una forte pressione sulla bocca può turbare il cavallo e renderlo insensibile ai vostri comandi. Non tirare o strattonare mai all’improvviso.

Non stringete troppo le dita sulle redini, in quanto ciò esercita una pressione sull’imboccatura e questo oltre a creare un disagio confonde il cavallo, che con il tempo potrebbe imparare a ignorare gli aiuti o, peggio, a reagire al disagio con azioni di rifiuto.

Evitate di stringere troppo le gambe. Non solo vi fate male, ma potrebbe anche confondere il cavallo. Più i muscoli delle gambe sono tesi, più il corpo è teso. Il cavallo percepirà questa tensione e potrebbe reagire di conseguenza.

 

Il nuovo libro dell’Equitazione
Anthony Paalman

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