L’imprinting non è un semplice processo di apprendimento. Questo fenomeno, studiato approfonditamente da Konrad Lorenz, presenta caratteristiche distintive che lo rendono unico nel campo della psicologia comportamentale e dell’etologia.
Lorenz ha enunciato le proprietà dell’imprinting definendo il concetto con precisione e identificando le sue caratteristiche principali: l’irreversibilità, la fase sensibile, il breve tempo di esposizione, l’esposizione passiva e la mancanza di necessità di stimoli di rinforzo.
Una delle proprietà più significative dell’imprinting è la sua irreversibilità. Una volta che un comportamento è stato imprintato, non può essere riorientato o modificato. Numerosi esperimenti hanno dimostrato che ciò che viene appreso attraverso l’imprinting rimane stabile nel tempo, senza possibilità di estinzione o oblio. Questo contrasta con i processi di apprendimento convenzionali, che possono essere soggetti a cambiamenti e dimenticanza.
L’imprinting si verifica durante una “fase sensibile”, un periodo specifico nella vita di un individuo in cui è particolarmente recettivo a determinati stimoli. Questa fase è limitata nel tempo e rappresenta una finestra critica durante la quale l’imprinting può avvenire. Fuori da questa fase, l’individuo non risponde agli stessi stimoli con la stessa intensità.
Il processo di imprinting richiede solo un breve periodo di esposizione agli stimoli chiave durante la fase sensibile. Anche una breve interazione può essere sufficiente per fissare un comportamento per tutta la vita dell’individuo. Questa caratteristica rende l’imprinting un processo altamente efficiente ma al contempo rigido.
L’imprinting non richiede un’azione attiva da parte dell’individuo. Al contrario, avviene attraverso un’esposizione passiva agli stimoli biologici, che emettono segnali chiave. Questi segnali innescano l’imprinting senza bisogno di rinforzi o ulteriori stimoli.
Un’altra caratteristica distintiva dell’imprinting è che non necessita di stimoli di rinforzo per essere efficace. A differenza di altri processi di apprendimento, dove i rinforzi positivi o i rinforzi negativi giocano un ruolo cruciale, l’imprinting si realizza senza necessità di premi o punizioni.
Secondo Marco Poli, l’imprinting può includere una fase di latenza durante la quale non è osservabile alcun effetto. Tuttavia, questi effetti diventano evidenti al raggiungimento della maturità sessuale. È stato osservato che gli uccelli, ad esempio, rivolgono le loro attenzioni sessuali verso oggetti analoghi a quelli su cui erano stati imprintati durante la fase sensibile.
Lorenz cita uno studio di Hellmann sui pappagalli ondulati, che ha evidenziato come le prime esperienze post-nascita influenzino gli atteggiamenti sessuali in età adulta. In un esperimento, un maschio e una femmina di pappagallo isolati dagli esseri umani che li avevano allevati mostrarono un comportamento di accoppiamento normale tra loro. Tuttavia, una volta esposti nuovamente agli esseri umani, gli uccelli rivolsero tutte le loro attenzioni agli umani, dimenticando i loro piccoli e lasciandoli morire di fame.
L’imprinting sessuale, che si manifesta solo in età adulta, dimostra chiaramente l’irreversibilità dell’imprinting. Lorenz ha sottolineato che questa proprietà è essenziale per comprendere l’imprinting e che la tendenza a seguire, osservabile nei giovani, è solo un aspetto temporaneo e non sufficientemente dimostrativo.
Circa trent’anni dopo Lorenz, Bateson propose un’ipotesi convincente secondo la quale la scelta del compagno sessuale sarebbe legata all’apprendimento e non a fattori innati. Secondo Bateson, il primo apprendimento consente ai cuccioli di fissare le caratteristiche fisiche dei propri genitori e della propria specie, permettendo loro di riconoscere i membri della propria specie e accoppiarsi esclusivamente con essi in età adulta.
Dunque, l’imprinting è un processo complesso e affascinante che sfida le tradizionali concezioni dell’apprendimento. Le caratteristiche dell’imprinting, come l’irreversibilità e la mancanza di necessità di stimoli di rinforzo, lo distinguono nettamente dagli altri processi di apprendimento. Gli studi di Lorenz, insieme alle osservazioni successive, hanno fornito una comprensione profonda di come le prime esperienze possano influenzare il comportamento animale in modi duraturi e spesso irreversibili.
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