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Konrad Lorenz e l’imprinting

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Konrad Lorenz e l’imprinting: come il comportamento di una taccola e di un’ochetta ha Rivoluzionato la psicologia.

Konrad Lorenz, noto etologo e zoologo, ha fornito contributi fondamentali alla comprensione del comportamento animale attraverso le sue osservazioni su due volatili: una taccola e un’ochetta. Queste osservazioni hanno portato alla definizione del fenomeno dell’imprinting, una scoperta che ha influenzato profondamente la psicologia animale e umana. In questo articolo, esploriamo come Lorenz sia arrivato a formulare la sua teoria dell’imprinting e quali implicazioni abbia avuto questa scoperta sullo studio del comportamento.

La taccola Cioc e il primo segnale di imprinting

Nel 1925, Lorenz acquistò una taccola, affettuosamente chiamata Cioc per il suono del suo verso. Inizialmente, l’intento dello scienziato era semplicemente nutrire l’uccello e rilasciarlo una volta raggiunta la maturità. Tuttavia, con il passare del tempo, Cioc sviluppò un forte attaccamento per Lorenz, tanto da rifiutarsi di volare via quando ne ebbe l’opportunità. Questo legame insolito fu il primo indizio che portò Lorenz a indagare più a fondo il fenomeno dell’attaccamento nei giovani volatili.

Cioc, inoltre, dimostrò un’affinità sorprendente per una domestica della famiglia, che nel tempo si trasferì in un altro paese. Nonostante la distanza, Cioc visitava quotidianamente la donna, evidenziando un comportamento di attaccamento che trascendeva l’ambiente immediato, una dimostrazione precoce delle dinamiche dell’imprinting.

L’esperimento con l’ochetta Martina

Il caso dell’ochetta Martina fu ancor più illuminante. Lorenz covò personalmente dieci uova, e al momento della schiusa del primo uovo, fu il primo essere vivente che l’ochetta vide. Quando Lorenz si allontanava, emettendo versi simili a quelli delle oche, la piccola Martina lo seguiva immediatamente, ignorando gli altri suoi simili e persino la madre biologica.

I tentativi di far accettare a Martina la sua madre naturale fallirono, confermando l’idea di Lorenz che l’imprinting fosse un processo irreversibile e profondamente radicato. Martina aveva scelto Lorenz come sua madre, seguendolo ovunque e mostrando segni evidenti di distacco emotivo quando lui non era presente.

Definizione e proprietà dell’imprinting

Attraverso questi esperimenti, Lorenz fu in grado di definire l’imprinting come il processo mediante il quale un giovane animale stabilisce un legame comportamentale con il primo oggetto mobile che incontra (generalmente un genitore). Le proprietà chiave dell’imprinting, come osservato nei casi di Cioc e Martina, includono:

  • Irreversibilità: una volta che l’imprinting si è verificato, è quasi impossibile riorientare il comportamento verso un altro oggetto o individuo.
  • Fase sensibile: esiste un periodo critico subito dopo la nascita durante il quale l’imprinting deve avvenire.
  • Breve tempo di esposizione: l’imprinting richiede solo un breve periodo di interazione per stabilirsi.
  • Esposizione passiva: l’imprinting avviene attraverso l’esposizione passiva, senza necessità di rinforzi esterni.

Queste proprietà evidenziano la potenza e la specificità dell’imprinting nel modellare le interazioni sociali e affettive degli animali.

Conclusioni

La scoperta dell’imprinting da parte di Konrad Lorenz ha aperto nuove frontiere nella comprensione del comportamento animale e umano. Il fenomeno ha importanti implicazioni per la psicologia evolutiva e per la pedagogia, offrendo spunti sulla formazione dei legami affettivi precoci e sul loro impatto a lungo termine. Le ricerche di Lorenz continuano a influenzare studi contemporanei, sottolineando l’importanza di questi primi momenti di vita nella formazione dell’individuo.

Serena Cappello, A prima vista –  Esperienze di imprinting, zoraide editore, pp. 14-15

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