Cura del cavallo: il rapporto tra un cavallo e il suo addestratore è un delicato equilibrio di fiducia, rispetto e comprensione.
Questo legame non si esaurisce al termine di una sessione di addestramento, ma continua nel tempo, estendendosi a tutte le fasi della cura del cavallo. Pensare al cavallo dopo un allenamento non significa semplicemente lasciarlo riposare, ma prendersi cura del suo benessere fisico ed emotivo in modo completo. Questo è un concetto centrale nel libro “Un dono da ogni cavallo” di Massimo Pierini, che offre una prospettiva profonda e rispettosa del mondo equino.
L’importanza della cura fisica post-addestramento
Dopo una sessione di addestramento, il cavallo ha bisogno di un recupero adeguato per mantenere il suo stato di salute ottimale. Come sottolineato nel libro di Pierini, il primo passo è allentare la sella per ridurre la pressione sul dorso dell’animale. Questo gesto semplice ma essenziale aiuta a prevenire eventuali irritazioni o lesioni che potrebbero svilupparsi a causa di un equipaggiamento non rimosso tempestivamente.
La cura fisica si estende anche all’asciugatura del sudore e al raffreddamento dei tendini. Questi aspetti non sono soltanto una routine, ma una necessità per evitare problemi muscolari o tendinei che potrebbero compromettere le future prestazioni del cavallo. Un corretto raffreddamento dei tendini è fondamentale per prevenire l’insorgenza di infiammazioni, un problema comune che può essere evitato con una cura attenta e tempestiva.
L’ascolto delle esigenze emotive del cavallo
Ma non è solo il corpo del cavallo a richiedere attenzione; il suo benessere emotivo è altrettanto importante. Dopo una sessione intensa, è cruciale che il cavallo si senta sicuro e protetto. Nel passaggio memorabile del libro di Pierini, l’autore racconta come abbia scelto di rimanere accanto alla sua cavalla al centro del tondino, offrendole parole di conforto e trasmettendole fiducia. Questo gesto simbolico è il cuore del concetto di “pensare al cavallo”: farlo sentire parte di un branco, circondato da un ambiente di supporto e sicurezza.
Quando un cavallo si sente emotivamente appagato, è più incline a rispondere positivamente agli addestramenti futuri. Questo è il motivo per cui è essenziale che il cavaliere o l’addestratore dedichi del tempo a stabilire una connessione con l’animale, facendolo sentire apprezzato e rispettato. Un cavallo che si fida del suo addestratore è un cavallo che lavora con più dedizione e meno stress.
Il lavoro continuo: benessere e addestramento
Come Pierini sottolinea nel suo libro, il lavoro con il cavallo non si limita all’addestramento fisico; è un impegno costante per il suo benessere totale. Questo significa che ogni sessione di allenamento deve essere seguita da una cura attenta e dedicata, che non si ferma alla fine dell’esercizio ma continua fino a quando il cavallo non ha completamente recuperato, sia fisicamente che mentalmente.
Prendersi cura del cavallo dopo l’allenamento significa, in definitiva, pensare a lui in modo olistico. È un approccio che combina l’attenzione ai dettagli fisici con una sensibilità verso le esigenze emotive, creando un ambiente dove il cavallo può prosperare. Solo così si può costruire un legame forte e duraturo, che va oltre la semplice dinamica dell’addestramento.
Quindi, pensare al cavallo dopo le sessioni di addestramento non è solo una questione di buona pratica; è un imperativo morale per chiunque desideri instaurare un rapporto basato sulla fiducia e sul rispetto reciproco. Massimo Pierini, nel suo libro “Un dono da ogni cavallo”, ci ricorda l’importanza di questo approccio, sottolineando come la cura fisica e emotiva del cavallo sia fondamentale per il suo benessere complessivo. Solo attraverso un’attenzione costante e dedicata possiamo garantire che il cavallo rimanga non solo in salute, ma anche felice e appagato.
Libri di cavalli: Massimo Pierini, Un dono da ogni cavallo, zoraide editore, p. 31
È un libro che parla di cavalli e di uomini. Il testo si compone di tre storie che raccontano di un ragazzo che cresce in una valle sperduta e che impara a coniugare gli insegnamenti del passato con la sua esperienza personale e le esperienze più moderne in campo etologico e addestrativo.
Per Maria Cristina Magri di Cavallo Magazine, Massimo con il suo libro ha messo in luce «l’aspetto poco illuminato» del lavoro e dei sentimenti dell’addestratore che per mesi e mesi lavora con un cavallo per risolvere problemi difficili, instaura con lui un legame stretto come un nodo «e poi arriva qualcuno che prende il cavallo, lo carica su un van», se lo porta via e con molta probabilità non lo incontrerà mai più.
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