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La cura del piede del cavallo

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La cura del piede del cavallo è fondamentale per un buon funzionamento dell’apparato locomotore e, in generale, per un buon stato di salute.

Nel cavallo per piede s’intende il settore anatomico che comprende lo zoccolo e le strutture in esso contenute. La parete dello zoccolo è prodotta dal suo margine superiore, la corona, e raggiunge il margine inferiore nel giro di 8-12 mesi. La velocità di crescita varia da cavallo a cavallo ed è anche un indice dello stato generale di salute.
Le strutture che compongono il piede sono tali da permettere un assorbimento dei traumi derivanti dalla deambulazione grazie alla loro elasticità e plasticità. La parete dello zoccolo, aperta posteriormente in corrispondenza dei talloni, si dilata ad ogni appoggio. Ciò favorisce la discesa della parte centrale della suola, il “fettone” o “forchetta” che funziona come un vero e proprio ammortizzatore, assorbendo gran parte delle concussioni.
I piedi del cavallo rappresentano le colonne su cui poggia l’intero animale. Anche a causa degli enormi carichi che devono sopportare ogni alterazione a questo livello si ripercuote sul buon funzionamento dell’apparato locomotore. Tenendo conto della lentezza della crescita dei tessuti che lo compongono diventa quindi molto importante la prevenzione. Tutte queste strutture crescono e sono naturalmente consumate e rinnovate quando il cavallo vive allo stato brado.
I cavalli sportivi, invece, sono di solito sottoposti alla ferratura. La ferratura va eseguita a scadenze regolari in quanto, indipendentemente dall’uso, l’unghia cresce e va quindi “pareggiata” ogni 40-50 giorni. Il maniscalco elimina il tessuto corneo in esubero che, non potendo essere consumato per la presenza del ferro, potrebbe causare sollecitazioni non corrette agli arti per l’alterazione dei normali equilibri dinamici. Durante la ferratura, interviene anche per modificare eventuali difetti di crescita e di consumo.

La pratica del cavallo scalzo

In alternativa, soprattutto in questi ultimi anni, si è diffusa la pratica del cavallo scalzo (in inglese barefoot horse). Dopo una revisione critica della secolare abitudine della ferratura, i ricercatori attuali stanno riconsiderando criticamente i ferri di cavallo. I loro studi si stanno concentrando sugli effetti sulla forma, sulla struttura, sulla funzionalità e sulla salute di ognuna delle componenti dello zoccolo. La filosofia del barefoot horse mira quindi alla salute del piede. L’obiettivo è quello di riportare il cavallo a uno stile di vita più naturale.
L’animale deve però avere la possibilità di muoversi liberamente in paddock appositamente approntati. In particolare, devono avere un terreno di varia composizione per poter ripercorrere schemi comportamentali naturali. Il pareggio naturale effettuato con regolarità (la frequenza va adeguata al terreno e al singolo cavallo) imita, infatti, gli zoccoli efficienti, naturalmente usurati dei cavalli selvaggi (i “mustangs” del West americano, i “brumbies” australiani), e gli analoghi zoccoli delle zebre e dei cavalli sferrati mongoli. Non ferrare più i cavalli non significa non prendersi cura dei loro piedi o abbandonarli in un paddock.
Il proprietario deve in ogni caso aver cura spesso del piede. Va mantenuto pulito per evitare infezioni che coinvolgano strutture così importanti per l’utilizzo dell’animale. Il fettone va liberato da sporcizia ed eventualmente ingrassato con prodotti specifici. Lo stesso per la parete dello zoccolo per la quale si deve aver cura di scegliere le sostanze più indicate secondo le caratteristiche dell’unghia (secca, fragile, troppo grassa, ecc.). Periodicamente potrebbe anche essere utile l’applicazione di sostanze antisettiche (solfato di rame, amuchina, composti iodati, acido picrico, ecc.). La lettiera del cavallo va mantenuta sempre pulita e asciutta per evitare fenomeni di fermentazione o putrefazione dannose. Allo stesso modo vanno evitati pascoli troppo asciutti o troppo umidi e fangosi.
Lo scopo della prevenzione è diretta non solo a mantenere questa parte in condizioni ottimali ma anche e soprattutto a prevenire gravi patologie che potrebbero compromettere, anche gravemente, la salute dell’animale e il suo utilizzo. Ne ricordiamo alcune tra le principali.

Distacco della parete

Si tratta di una separazione della parete dello zoccolo del cavallo dalle lamine sensitive sottostanti a livello della linea bianca, con conseguente formazione di una cavità che si riempie di sporcizia, sostanza cornea e detriti ed è suscettibile ad infezioni.

Ematomi soleari

Sono dei particolari tipi di ematoma della suola. Nello specifico a carico dell’angolo tra la muraglia e le lacune, più frequentemente nella parte mediale (interna) dei piedi anteriori.

Cancro e necrosi del fettone

Sono causati da una infezione del solco laterale e centrale del fettone del piede del cavallo. È causata per lo più da batteri e occasionalmente da funghi. Può coinvolgere il tessuto corneo del piede comportando la formazione di materiale soffice, umido e fragile.

Cheratoma

È un raro tumore benigno. Si forma all’interno del piede del cavallo. Colpisce lo strato più profondo della parete dello zoccolo, rivestito da cellule epidermiche che producono cheratina. Il tumore si accresce lentamente, si espande e separa le lamine della parete dello zoccolo. Causa dolore e zoppia. Il tumore si accresce verso il basso, poiché lo spazio per la crescita è ristretto all’interno della struttura rigida dello zoccolo. Il cheratoma tende a svilupparsi più comunemente in punta e qualsiasi piede può esserne colpito.

Setole

Si intende una sorta di “spaccatura” che si può formare sulla parete dello zoccolo del cavallo, di solito con direzione verticale, e originano sia dalla superficie soleare o, meno frequentemente, dal margine coronale. Possono essere complete (dalla superficie soleare fino al margine coronale o viceversa) o incomplete (estendendosi parzialmente verso l’alto o il basso lungo la parete dello zoccolo dalla superficie soleare o dal margine coronale). Mentre le setole incomplete che partono dal basso raramente causano zoppia, a meno d’infezioni secondarie ,quelle alte spesso ne sono causa.

dr. Andrea M. Brignolo

 

Dr. Andrea M. Brignolo, veterinario ippiatra con particolari competenze in medicina interna e sportiva e aspetti peritali medico legali ed assicurativi della medicina veterinaria.
Club Member and past president presso SIVE International, Resident assistant presso UCDavis Veterinary Medical Teaching Hospital e Vicepresidente con delega agli Equini presso ANMVI Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani. Nel 2007 ha conseguito un Dottorato di Ricerca in Scienze Cliniche Veterinarie alla Facoltà di Medicina Veterinaria di Torino.
Ha scritto pubblicazioni sia scientifiche che divulgative pubblicate su riviste di settore e giornali a livello provinciale, nazionale ed internazionale ed effettua dal 1989 seminari, corsi ed incontri presso varie associazioni ed enti legati all’ambiente del cavallo sportivo.

Per maggiori informazioni sul Dr. Andrea M. Brignolo potete visitare il sito: www.andreabrignolo.com oppure la pagina Facebook: @andreabrignoloveterinario

Dr.Andrea M. Brignolo
Medico Veterinario DVM-PhD
Piazza Cattedrale 2 – 14100 AT
tel: +39335481719
fax: +390270038182
email: andrea.brignolo@alice.it

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Serena Cappello

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