Il termine “imprinting” indica «la fissazione di un istinto innato su un determinato oggetto». È un processo con cui una persona ha la possiblità di “farsi accettare” in modo naturale da un puledro appena nato come se fosse un individuo della sua specie.
L’imprinting, per le sue caratteristiche, non è una forma di apprendimento né una forma di addestramento né, ancor meno, un mezzo per poter intervenire sulla personalità e temperamento del puledro.
È una registrazione cerebrale delle prime percezioni sensoriali. Il puledro nasce neurologicamente maturo e inizia ad orientarsi subito attraverso i suoi sensi: apre gli occhi, ascolta i suoni, annusa gli odori.
La persona presente non deve in nessun modo inibire il naturale legame che il puledro instaura con la madre. Il piccolo deve essere riscaldato e accudito dalla madre che lo stimolerà ad alzarsi, ad orientarsi per trovare i capezzoli, trovare il colostro e in generale la fonte di cibo.
La persona può partecipare a questo processo, emettendo insieme alla fattrice dei segnali chiave che aiuteranno il puledro a categorizzare l’essere umano nella lista delle cose gradite e piacevoli e soprattutto non pericolose.
In una società che utilizza i cavalli in contesti sempre meno naturali, è importante che essi sin da puledri crescano psicologicamente sani, tranquilli e fiduciosi nell’uomo. Per questo motivo è fondamentale avviare il prima possibile, la formazione del puledro in modo sano.
La gestione di quest’ultimo, solo in apparenza è semplice, (non facciamoci ingannare dalla taglia!!). Gli errori che vengono commessi sono spesso molteplici e variegati e renderanno i futuri cavalli timorosi e con disturbi comportamentali.
L’addetto alla manipolazione del nuovo nato deve avere una preparazione che gli permetta di affrontare ogni azione e reazione del puledro senza causargli traumi. Ogni prima esperienza resterà impressa nella mente del puledro per tutta la vita. Per questo motivo l’unico obiettivo del manipolatore sarà quello di insegnargli il rispetto e la collaborazione in maniera non violenta e coercitiva, rispettando comunque la natura e i tempi dell’animale.
Ciò permetterà al puledro di includere l’essere umano nella lista delle cose gradite e piacevoli.
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