La laminite è una patologia comune che causa vari gradi di dolore e zoppia al piede e può mettere in pericolo la vita dell’animale.
La laminite è una patologia comune che causa vari gradi di dolore e zoppia al piede, dal semplice “camminare sulle uova” fino a zoppie gravi che possono mettere in pericolo la vita dell’animale. I proprietari spesso sottovalutano il suo potenziale negativo che può comportare un’infermità a lungo termine.
La laminite, nella sua forma più semplice, è un’infiammazione dello strato sensibile (lamine) dello zoccolo. La terza falange è sospesa all’interno dello zoccolo grazie a diverse “foglie” (lamine) specializzate composte di tessuto sensibile, che si interdigitano. In corso di laminite, questo delicato tessuto risulta danneggiato comportando dolore, infiammazione e, in alcuni casi, la creazione di spazi tra le lamine. In casi molto leggeri, un trattamento appropriato può risolvere il problema abbastanza rapidamente senza effetti permanenti. Quando l’infiammazione è più grave e progressiva, le lamine sensibili possono perdere il loro flusso sanguigno e necrotizzarsi, con la conseguente perdita di solidità tra la terza falange e lo zoccolo corneo. Ciò può portare alla separazione della terza falange dallo zoccolo con rotazione e/o sprofondamento dell’osso all’interno della scatola cornea. Se il cavallo sta in piedi e cammina, può verificarsi una penetrazione della suola da parte della terza falange, con conseguenze fatali (il c.d. Rifondimento).
CAUSE. Il problema principale è l’interferenza con il normale approvvigionamento sanguigno del tessuto sensibile del piede. Le cause, sia dirette che indirette, possono essere:
Iperalimentazione.
Eccessiva assunzione di carboidrati, ad es. Cereali.
Tossiemia associata ad infezioni, specialmente intestinali.
Reazioni avverse ad alcuni farmaci, compresi corticosteroidi ed antibiotici.
Gravi traumi, ad esempio fratture o infezioni articolari che comportano un eccessivo carico dell’arto controlaterale.
Un piede trascurato o mal pareggiato, con punta lunga e talloni bassi.
Eccessiva concussione dovuta a lavoro su fondo duro.
Assunzione da parte del cavallo di un’eccessiva quantità d’acqua fredda quando accaldato.
Come esito di alcune patologie (febbre, costipazioni,sindrome metabolica,ecc)
Alcuni cavalli anziani che hanno laminite cronica o ricorrente, hanno come fattore predisponente il tumore della ghiandola pituitaria (ipofisi), l’adenoma della pituitaria, che causa la sindrome di Cushing.
SINTOMI. Nei casi lievi di laminite, il cavallo può sembrare “camminare sulle uova”. Gli arti anteriori sono colpiti più frequentemente, benché sia possibile che siano coinvolti solo i posteriori o tutti e quattro gli arti. Il o i piedi colpiti sono caldi ed il polso delle arterie digitali rilevato a livello dei nodelli può essere particolarmente rinforzato. I cavalli laminitici spesso stanno con gli arti posteriori sotto di se e gli anteriori fuori di se, nel tentativo di togliere carico al piede colpito. I cavalli colpiti si muovono appoggiando prima i glomi per cercare di evitare la concussione della regione della punta, che provoca dolore. Se sono colpiti tutti e quattro gli arti, possono restare coricati per lunghi periodi o continuare a sollevare alternativamente dall’appoggio i piedi. I casi più gravi comportano l’incapacità o la riluttanza al movimento e tutti i cavalli con rotazione e perforazione sono incapaci di sopportare il carico sul o sugli arti colpiti.
ESITI. I cavalli che guariscono da un attacco di laminite, o i casi cronici hanno spesso un’alterazione della forma dello zoccolo con talloni lunghi e una suola più convessa che concava. Questi cavalli vanno monitorati molto attentamente per eventuali segni di dolore, e richiedono regolari ferrature correttive. I cavalli colpiti da questa patologia sono spesso soggetti a ricadute.
È importante rendersi conto che la laminite può progredire da un grado lieve ad uno più grave anche se trattata tempestivamente. Devono essere subito riconosciuti i primi sintomi e deve essere immediatamente istituita una terapia.
CURA. I casi lievi rispondono bene al riposo in box, ad una restrizione della dieta, terapia antinfiammatoria (fenilbutazone), ed alla rimozione delle cause della laminite, laddove siano state identificate. I casi più gravi possono richiedere anche trattamenti aggiuntive per ridurre la pressione sanguigna, pareggio e ferratura dello zoccolo e terapia antinfiammatoria per periodi più prolungati (spesso mesi). Nei casi cronici con rotazione della terza falange, un pareggio progressivo che accorci la punta ed abbassi i talloni riporterà gradualmente il piede ad una conformazione più confortevole rispetto alla posizione della terza falange. Nei casi in cui c’è rotazione grave o penetrazione della suola da parte della terza falange, un pareggio drastico ed una ferratura con un cuneo possono essere combinate con un intervento chirurgico per la resezione del tendine flessore profondo per cercare di prevenire un’ulteriore rotazione. Nei casi in cui vi sia stata già perforazione della terza falange nella suola, la prognosi può essere infausta.
PREVENZIONE. I pony e le razze rustiche si sono evoluti nella vita selvatica per lavorare pesantemente a fronte di un’alimentazione povera e qualsiasi soggetto che abbia accesso ad un foraggio di buona qualità dovrebbe essere tenuto strettamente sotto controllo per segni di obesità o per i primi sintomi di laminite. Quando l’erba cresce è molto appetibile, il pascolo dovrebbe essere limitato ed il lavoro dovrebbe essere aumentato per regolare il peso corporeo. Si devono evitare repentini aumenti dell’ingestione di concentrati così come il lavoro intenso su fondo duro. Non ignorate le patologie associate ad infezioni, soprattutto coliche e diarrea (colite) o infezioni uterine (metriti) dopo ritenzione placentare. Tutte queste condizioni sono fattori ad alto rischio predisponenti alla laminite. In tal caso, il veterinario dovrà essere immediatamente chiamato.
CONCLUSIONI
La laminite si può presentare con sintomi che variano da una minima indisposizione ad una condizione di pericolo di vita e non deve mai essere presa alla leggera. Anche casi lievi possono richiedere mesi per migliorare, ed alcuni cavalli non recuperano più una piena funzionalità. Prevenire è meglio che curare e la maggior parte dei casi, se non tutti, possono essere prevenuti con una buona gestione.
Dr. Andrea M. Brignolo
Dr. Andrea M. Brignolo, veterinario ippiatra con particolari competenze in medicina interna e sportiva e aspetti peritali medico legali ed assicurativi della medicina veterinaria.
Club Member and past president presso SIVE International, Resident assistant presso UCDavis Veterinary Medical Teaching Hospital e Vicepresidente con delega agli Equini presso ANMVI Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani. Nel 2007 ha conseguito un Dottorato di Ricerca in Scienze Cliniche Veterinarie alla Facoltà di Medicina Veterinaria di Torino.
Ha scritto pubblicazioni sia scientifiche che divulgative pubblicate su riviste di settore e giornali a livello provinciale, nazionale ed internazionale ed effettua dal 1989 seminari, corsi ed incontri presso varie associazioni ed enti legati all’ambiente del cavallo sportivo.
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Dr.Andrea M. Brignolo
Medico Veterinario DVM-PhD
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