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La passeggiata a cavallo di notte

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La passeggiata a cavallo di notte è una delle esperienze più intense dell’equitazione ma occorre prepararsi adeguatamente per viverla al meglio.

La passeggiata notturna è probabilmente l’esperienza più intensa, affascinante e divertente che si può vivere d’estate insieme al proprio cavallo, soprattutto se si è accompagnati e “guidati” dalla luna piena. Ma uscire a cavallo di notte, percorrere dei sentieri e attraversare (qualora fosse obbligatorio) dei tratti stradali può essere un’impresa pericolosa se cavalli e cavalieri non sono ben visibili.

Non bisogna dimenticare poi che la circolazione del cavallo sulla strada è regolata dal relativo Codice pertanto prima di intraprendere una simile avventura (ma ciò vale anche per le uscite diurne) è meglio documentarsi sulle regole da seguire.

Per quanto riguarda la visione notturna del cavallo, tutti gli esperti concordano sul fatto che, di notte, i cavalli vedono meglio degli uomini. Per questo motivo è meglio non dar fastidio al nostro compagno o ai cavalli degli altri cavalieri equipaggiando il cap con una luce o indossando un pettorale dotato di una luce running. Piuttosto, si possono utilizzare delle bacchette luminose che si possono trovare on line oppure nei negozi per accessori auto.

Ecco alcuni consigli utili per affrontare una passeggiata notturna in sicurezza:

– Indossare un giubbino di sicurezza catarifrangente;
– Mettere delle fascette (o adesivi) catarifrangenti sul retro della sella e sul pettorale del cavallo;
– Portare una torcia o una bacchetta luminosa e tenerla accesa in modo da segnalare la presenza;
–  Mettere delle fasce pile catarifrangenti sugli stinchi del cavallo;
– Rimanere fuori dalle corsie del traffico quando possibile;
– Attraversare solo strade con incroci illuminati.

Anche se tutti i cavalli hanno una buona visione notturna, non è detto che tutti i cavalli tollerino le luci artificiali. Alcuni potrebbero farsi sopraffare dalla sorpresa nel vedere delle luci che si muovono a terra, pertanto se non si è sicuri della reazione del proprio cavallo è meglio prepararlo per tempo a una simile esperienza. Raggiungilo al pascolo o nel paddock con una torcia elettrica, accendila e spegnila per incuriosirlo, “accarezzalo” con il fascio di luce, poi spostaglielo sul suo corpo (avanti, accanto, dietro, sopra la testa, tra le orecchie), nella mangiatoia, sulle pareti della capannina o del box o sulla recinzione. In altre parole lo si deve desensibilizzare come a qualsiasi altro nuovo oggetto. Quando sarà indifferente alla luce della torcia, prova a montarlo al buio nel tondino o nel campo per simulare la passeggiata. L’ultima cosa che si vuole è quella di essere lanciati al galoppo di notte perché il proprio cavallo si sente “aggredito” da una luce.
Non fate una passeggiata notturna se vi sentite insicuri, impreparati o se avete dei dubbi sulle reazioni del vostro cavallo. La vostra sicurezza e quella degli altri deve avere sempre la priorità.


La mia passeggiata notturna (tratto da una storia vera)

Sono rientrata da una passeggiata (notturna) a cavallo in un euforico stato confusionale. Ho intrapreso quest’esperienza con l’entusiasmo e la presunzione di chi ha la certezza di avere il mondo tra le redini. Ero certa, infatti, che i miei occhi si sarebbero adeguati al buio e che avrei ricordato, senza esitazione, quel percorso affrontato in tante belle mattinate. Quella sera nemmeno la luna faceva da guida ai miei passi e quelle strade conosciute erano diventate meravigliosamente nuove come se le stessi affrontando per la prima volta.

Così ho avuto la consapevolezza che intorno a me è ancora tutto da scoprire, da imparare, da affermare. Per trovarmi, spesso, mi sono cercata negli occhi dei miei cavalli, e quella sera proprio gli occhi della mia cavalla sono diventati i miei, mi hanno fatto vedere il mondo intorno a me come non lo avevo mai percepito: una scoperta commovente, inevitabile, autentica.

Questa esperienza notturna mi ha lasciato mille stimoli e sto ancora cercando di raccoglierli tutti. La mia cavalla mi ha riportato a casa col cuore pieno e la testa impigliata in qualche ramo che non sono riuscita ad evitare.

Ci vorrà del tempo per sbrogliarla per bene. Ma alla fine so di essermi riscoperta col bisogno di affermare me stessa davanti al mondo, riaffermando quello che credevo di conoscere e di vedere.

 

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Serena Cappello

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