La posizione del cavaliere, secondo Beudant, riflette nell’aneddoto di d’Abzac una lezione profonda sull’arte dell’equitazione.
La posizione del cavaliere a cavallo è un elemento cruciale che va ben oltre l’apparenza estetica. Étienne Beudant, celebre maestro di equitazione del XIX secolo, ha dedicato molta attenzione a questo aspetto fondamentale, offrendo indicazioni preziose e pratiche sulla posizione del cavaliere per ottenere la massima efficacia e armonia con il suo destriero.
Un interessante aneddoto che illustra in modo vivido i principi di Beudant è legato al visconte d’Abzac, un personaggio dal coraggio straordinario e dalla determinazione indomita. Beudant, attraverso questa storia, offre una chiave di lettura della posizione del cavaliere che va al di là della mera tecnica, coinvolgendo aspetti di sensibilità, equilibrio e comunicazione con il cavallo.
L’Incidente con il Cavallo Ribelle
L’episodio coinvolge un cavallo particolarmente difficile e ribelle, oggetto di sconforto per un cavallerizzo tedesco. Il visconte d’Abzac, sentendo parlare di questa “sfida”, decide di affrontarla nonostante gli avvertimenti sulle tendenze selvagge dell’animale.
Beudant sottolinea che il cavaliere deve affrontare questa impresa con un mix di audacia e rispetto per l’equilibrio.
Il visconte d’Abzac curava particolarmente la sua posizione a cavallo. l’aneddoto che illustra la sua esperienza è riportato nel pregiato libro di Farmain de Sainte-Reine. In questa narrazione, si racconta che il visconte d’Abzac si trovava a Coblentz nell’esercito noto come quello di Condé, quando venne a conoscenza di un cavallo particolarmente pericoloso e quasi selvaggio che apparteneva al maneggio. Determinato a sfidare la bestia, il visconte chiese di montarla. Nonostante il cavallerizzo, uomo leale, avesse segnalato i difetti dell’animale, d’Abzac, nel pieno vigore della sua età, insistette con sicurezza: «Permettetemi di tentare».
Étienne Beudant, Esterno e Alta Scuola, Zoraide editore, p. 45
La lealtà del cavallerizzo che avvisa d’Abzac dei difetti della bestia dimostra l’importanza di comprendere il partner equino, un elemento chiave nella filosofia di Beudant.
La Postura Perfetta: Equilibrio, Tocco e Sensibilità
Secondo Beudant, la postura del cavaliere è il riflesso della sua capacità di comunicare in modo efficace con il cavallo. Nell’aneddoto, d’Abzac dimostra una combinazione di forza e sensibilità. La sua postura, enfatizzata dalla distesa delle cosce e dalla precisione nella gestione delle staffe, illustra il concetto di equilibrio dinamico.
L’écuyer si aspettava uno scontro dal quale il temerario francese avrebbe potuto uscirne sconfitto. Tuttavia, avvenne un vero e proprio miracolo! L’animale, contenuto da una mano sapiente e da un assetto morbido e allo stesso tempo fermo, fu ricondotto alla scuderia bianca dopo mezz’ora di lavoro, senza però aver fatto nessuna follia. «In fede mia, signor écuyer», disse il visconte, «io non avevo mai cavalcato questo cavallo prima.» Di fronte a tali parole, il cavallerizzo, esprimendo il suo apprezzamento, esclamò: «che solo il signor d’Abzac fosse capace di una simile impresa». Il visconte lo salutò e rispose: «Vi ringrazio per la lode, io sono d’Abzac.»
Étienne Beudant, Esterno e Alta Scuola, Zoraide editore, p. 47
La Lunghezza delle Staffe come Dettaglio Significativo
Beudant, attraverso l’aneddoto di d’Abzac, mette in evidenza l’importanza della lunghezza delle staffe. Non è solo una questione di estetica, ma di funzionalità. Una staffa correttamente calibrata, come spiega Beudant, deve permettere al cavaliere di adattarsi facilmente al tallone dello stivale, garantendo al contempo una stretta corretta del ginocchio.
Conclusioni
La storia di d’Abzac, narrata da Beudant, non è solo un’aneddoto affascinante, ma una lezione profonda sull’arte dell’equitazione. La posizione del cavaliere, secondo Beudant, va oltre la semplice meccanica fisica; è un’espressione di armonia, comunicazione e rispetto reciproco tra uomo e cavallo. La lezione di d’Abzac, audace e sensibile, rimane un esempio tangibile di come la comprensione profonda della posizione del cavaliere possa trasformare una sfida apparentemente insormontabile in un’opportunità di connessione e successo.
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