Lo stato mentale di un cavallo (che sia rilassato o spaventato) ha un forte impatto sulla sua capacità di apprendimento. In tutto il processo di formazione, e in generale in una frequentazione quotidiana dei cavalli, è importante capire l’importanza della soglia della paura. L’addestratore, il proprietario o semplicemente il cavaliere che pratica un’equitazione occasionale dovrebbe essere in grado di riconoscere i livelli di paura nel proprio cavallo e sapere come gestirli.
Innanzitutto bisogna capire cos’è uno stimolo. Uno stimolo può essere qualsiasi cosa. Azioni o movimenti che il gestore mette in atto, eventi ambientali o persino un dolore fisico. Tutto ciò che provoca o potrebbe causare una reazione in un cavallo può essere considerato uno stimolo.
Ad esempio: una gamba che sollecita per avanzare è uno stimolo. La sella posizionata male che sfrega la schiena è uno stimolo. Questi stimoli però generano delle reazioni spiacevoli perché provocano disagio o dolore. Quindi per il cavallo sono una minaccia o un pericolo e innescano la paura.
Spesso le reazioni fisiche alla paura provocano aumento della frequenza cardiaca, respirazione accelerata, rilascio dell’ormone adrenalina, sudorazione, tremori muscolari e potenti implicazioni durature sul cervello e sui ricordi.
La paura di solito innesca una risposta di lotta o di fuga. Considerando la natura del cavallo è più probabile che una situazione di paura inneschi in lui una fuga più che una lotta.
Quando lo stimolo ha un’intensità abbastanza forte da provocare una paura essa genera un effetto fisiologico o psicologico che può si posizionare in tre diversi stadi, i cosiddetti livelli della “soglia della paura”.
Stare “sotto” la soglia della paura
Avvicinarsi “alla” soglia della paura
Andare “oltre” la soglia della paura
A differenza degli umani, i cavalli non possono semplicemente aprire la bocca e dire che hanno paura. Alcuni cavalieri, addestratori, formatori percepiscono istintivamente quando un cavallo sta raggiungendo la sua soglia. Quindi intervengono per evitare di andare “oltre”. Chi non ha questo dono si deve impegnare ad ascoltare il cavallo, di cui ne è responsabile. Deve cercare di comprendere il linguaggio del suo corpo che comunica i livelli. Quindi gestire lo stato emotivo e mentale dell’animale e lavorare in una situazione di sicurezza per entrambi.
Quando un cavallo è “sotto” la soglia non mostra paura o ansia per lo stimolo presentato. Si mostra rilassato, calmo e attento. I muscoli sono rilassati, il respiro è regolare, i lineamenti del viso sono rilassati, gli occhi sono dolci, le orecchie sono rilassate, il battito cardiaco è regolare. Si considera “al sicuro”. Ed è in questo atteggiamento che idealmente si vorrebbe sempre il proprio cavallo. Restare “sotto” la soglia può essere più facile per alcuni cavalli che per altri. La genetica, l’allenamento e l’ambiente hanno la loro influenza.
Se un cavallo si avvicina “alla” soglia, è in una fase di “valutazione”, un punto in cui può manifestare paura e reagire a essa o mantenere la calma. Riconoscere quando un cavallo è “alla” soglia può essere un po’ più difficile, può anche variare da cavallo a cavallo. Quando si avvicina alla soglia gli occhi si spalancano, i muscoli si irrigidiscono, le orecchie sono bruscamente puntate in avanti. Può essere riluttante a muoversi, solleva la testa, ha una lieve irregolarità o un aumento della frequenza respiratoria, un leggero aumento della frequenza cardiaca, delle contrazioni muscolari, andature e movimenti accorciati. Quando un cavallo ha raggiunto questo stadio, spesso dipende dal conduttore se la situazione si aggrava o si attenua.
Quando un cavallo è andato “oltre” la soglia, mostra segni apparenti di angoscia, ansia e paura verso lo stimolo. Questo è il punto in cui viene innescata la risposta di fuga. Si è entrati in una “zona pericolosa”. Comportamenti comuni riguardano le contrazioni muscolari, gli occhi spalancati, le narici dilatate, la testa elevata, la coda alta, il tremore, la sudorazione, un respiro pesante, degli sbuffi forti, un aumento della frequenza cardiaca, il rifiuto di mangiare e un tensione generale del corpo.
È assolutamente vitale per il benessere del cavallo, il successo di un programma di allenamento e la sicurezza personale conoscere il proprio compagno e i livelli della sua soglia della paura.
Principi di apprendimento – il ruolo del rinforzo positivo
di Eleonora Dordoni
Il princi
Il saggio analizza dettagliatamente le tecniche del rinforzo positivo e illustra i vantaggi dell’utilizzo del clicker training nel lavoro con i cavalli. Il libro si apre con una prefazione del prof. Antonio Lucio Catalano (già Presidente del Corso di Laurea in Scienze e Tecniche Equine della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Parma) e con una introduzione del dr. Angelo Telatin il quale sottolinea che «questo libro contribuisce, grazie a molti esempi e a una filosofia di base, a ridurre il gap tra psicologia dell’apprendimento e addestramento […] Eleonora Dordoni è stata in grado, grazie alla sua abilità di tradurre in un linguaggio accessibile concetti complessi, di fare una sintesi accurata e intuitiva di cosa sia la psicologia dell’apprendimento».
Il libro è impreziosito dalle splendide foto scattate da Giulia Basaglia che contribuiscono a rendere ancora più piacevole la sua lettura. Fotografa, grafica pubblicitaria e web designer, Giulia Basaglia è specializzata in fotografia equestre. Per lei riuscire a catturare il fascino dei cavalli ed esaltarne la bellezza è una vera e propria sfida con me stessa.
Questo libro permetterà al lettore di approfondire i concetti della psicologia dell’apprendimento e di acquisire nuove capacità per interagire in modo corretto con il proprio cavallo.
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