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La storia dell’ippica, vista dalla TV

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La popolarità dell’ippica deve molto anche alla tv, il mezzo di comunicazione di massa per eccellenza. Dalle prime trasmissioni allo streaming digitale, seguire le corse resta una delle passioni degli italiani

La storia dell’ippica moderna è costellata di avvenimenti importanti, vista la popolarità di una disciplina che può a tutti gli effetti considerarsi un fatto di costume, con proprie regole interne ma anche con precise connotazioni iconografiche nonché con una sua precisa impronta di “socialità”.

Non a caso, le radici dell’ippica sono antiche, e richiamano alle corse delle bighe ma anche alle gare di velocità tra cavalli negli Antichi Giochi Olimpici greci.

L’ippica moderna, nell’attuale concezione del termine, si è poi sviluppata in Inghilterra a partire dal diciassettesimo secolo, mentre in Italia, dopo la Corsa dell’Arno del 1927, l’autonomia della disciplina si è ottenuta a seguito dell’Unità, in particolar modo con l’istituzione del Jockey Club nel 1988.

Prima della Tv: il periodo tra le guerre

Prima dell’arrivo della TV nelle case degli italiani, non si può però non menzionare il periodo compreso tra le due Guerre: nel 1932 nasce l’Unire, Direzione generale per la promozione della qualità agroalimentare e dell’ippica – tuttora esistente con la denominazione di Assi – mentre le società anonime divengono industriali, e favoriscono così la diffusione dell’ippica come fenomeno popolare e di costume.

Sono gli anni dell’importazione dei cavalli dagli Stati Uniti, ma anche gli anni dei grandi eventi di mondanità ippica come il Derby delle Capannelle, che favoriscono nel pubblico il gusto di assistere alle corse tra cavalli, tra vip e personalità illustri della sfera politica e sociale.

Si delinea, dunque, un’estensione a larga scala della partecipazione alle sfide dei principali ippodromi, mentre, contemporaneamente, si affermano le scommesse come fenomeno di massa. Il 24 marzo 1942 all’Unire viene riservata, per legge, la facoltà di raccogliere scommesse per le corse dei cavalli, sia dentro gli ippodromi che fuori.

Dopo lo stop della Seconda guerra mondiale, fu nel 1945 che il giornalista ebreo Massimo della Pergola propose un concorso basato sui pronostici mutuati dal calcio, con i tradizionali simboli 1×2 e gestito da una nuova società, fondata con Fabio Jegher e Geo Molo. Parliamo della SISAL (Sport Italia Società a Responsabilità Limitata).

Il concorso divenne così popolare da portare, in seguito, alla nascita del Totip, cessato nel 2007 e sostituito da altre tipologie di scommesse ippiche, ad oggi gestite dal Ministero per l’Economia e le Finanze.

Piccolo schermo, grande successo

L’attenzione della stampa verso l’ippica, a partire dagli anni Sessanta, trovò amplificazione e risonanza anche nel piccolo schermo, entrato in punta di piedi nelle case degli italiani, anche grazie a personaggi storici come Mike Bongiorno.

Fu proprio il popolarissimo presentatore a condurre il quiz “Scommettiamo?”, ispirato alle regole delle scommesse sull’ippica, e con la possibilità, per il pubblico a casa, di scommettere a propria volta sul futuro campione, tramite l’invio di una cartolina indirizzata alla sede RAI.

Non solo: è del 1956 il celeberrimo film “Lascia o Raddoppia?” interpretato da Totò e ispirato proprio alla indimenticata trasmissione di Mike, appassionato di ippica come altri idoli del piccolo schermo, tra cui Alain Delon, Gina Lollobrigida, Gigi Proietti (peraltro co- protagonista di “Febbre da Cavallo”, 1976, insieme a Enrico Montesano). La trama del film si snoda tutta intorno alle vicende del duca Gagliardo della Forcoletta, che vive la propria vita in albergo, ma anche negli ippodromi, dove vende informazioni su presunti cavalli vincenti.

Da allora, di film ambientati nel mondo dell’ippica ne sono usciti tanti, da “Corri, cavallo, corri” (1983) a “Seabiscuit” (2003), passando per “Un anno da ricordare” (2010).

Produzioni cinematografiche a parte, è il piccolo schermo a farla da padrona, e le tv generaliste iniziano a trasmettere le gare e i premi più importanti, come quelli dall’ippodromo delle Capannelle.

Arriva lo streaming

Con il tempo, sempre più spazio è stato dedicato all’ippica in tv, grazie anche all’affermazione della tecnologia della Rete e allo streaming: RaiSport è il canale di riferimento, ma è su Rai Play che, ad oggi, si possono seguire eventi in diretta e gare registrate di rilievo, dai Gran Premi ai Campionati Europei, passando per il Royal Ascot.

L’attenzione e la curiosità del pubblico hanno trovato risposta in contenuti sempre più specializzati, come quelli della nuova EQUtv, l’emittente televisiva voluta dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, e visibile in chiaro sul digitale terrestre al canale 151 e sulla pay TV di Sky al canale 220.

EQUtv dà ampio spazio alle corse ippiche, ma anche a rubriche di approfondimento con ospiti in studio e alle dirette dagli ippodromi.

Come è noto la TV ha il potere di amplificare la conoscenza di sport e attività che non sempre sono alla portata di tutti, mentre la tecnologia favorisce esperienze immersive e inclusive.

Oltre ai semplici spettatori, infine, anche il pubblico degli scommettitori ormai non può più fare a meno dello streaming, e i maggiori operatori del comparto offrono dirette dalle gare sulle proprie web Tv, visibili anche da smartphone, da app, e da tablet: una finestra a portata di click sui maggiori avvenimenti ippici di ogni stagione.

Foto di bsharon117 da Pixabay

 

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Serena Cappello

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