Una volta si credeva che durante la gravidanza, per garantire le giuste calorie alla futura mamma e al nascituro, si doveva mangiare per due. Il vecchio detto non è più valido neanche per le fattrici che durante la gravidanza devono seguire una corretta e bilanciata alimentazione. Se la fattrice si appesantisce troppo, visto il peso già ingente del puledro, il rischio è quello di causarle dolori articolari che non le permetteranno di muoversi adeguatamente per mantenere i muscoli tonici di conseguenza avrà maggiori difficoltà a partorire. Al contrario, con uno scarso regime alimentare la fattrice sarebbe costretta a intaccare il proprio patrimonio organico per consentire il normale sviluppo del feto; quindi non aumenterebbe di peso con il progredire della gravidanza e, dopo il parto, avrebbe serie difficoltà a sostenere una lattazione normale e ciò avrebbe ripercussioni devastanti sulla nascita e crescita del puledro. Inoltre, le gestanti che non ricevessero razioni sufficientemente energetiche tenderebbero a posticipare il parto nel tentativo di far nascere comunque puledri di peso adeguato. Programmare la giusta razione da somministrare rappresenta per l’allevatore l’attività più importante ma entrano in gioco diverse variabili. Innanzitutto l’area geografica di allevamento, le variazioni stagionali del clima oltre alla disponibilità o meno di pascolo e alla sua qualità. Vanno poi considerate le variabili all’interno di una stessa razza che impone la necessità di poter apportare aggiustamenti sulle quantità e integrazioni della composizione secondo le necessità dei soggetti in questione: si deve valutare se si tratta di un soggetto che ingrassa facilmente o se, al contrario, tende a rimanere sottocondizione, se si tratta di cavalla di buona indole o di un animale nevrile. Idealmente, a fine gravidanza la cavalla ben alimentata aumenta il proprio peso del 15%, mentre quello del nascituro dovrebbe essere il 10% del peso originale della madre da “vuota”. Fatta questa premessa come può orientarsi l’allevatore per scegliere e programmare le razioni o per correggere e integrare eventuali carenze? Innanzitutto, può monitorare lo stato nutrizionale e controllare la sua fattrice in base alla quantità di grasso visibile e palpabile nella regione del collo, delle spalle, del costato, delle anche e della groppa. Si deve prevedere, quindi, un’alimentazione differenziata secondo le diverse fasi della gravidanza. In linea generale nei primi 3 mesi l’alimentazione di una fattrice, in buone condizioni che non sta allattando o che non fa attività sportiva, è molto simile a quella di un soggetto in mantenimento poiché la formazione di nuovi tessuti è molto limitata.
Nel secondo trimestre di gravidanza la placenta ha un rapido sviluppo pertanto il National Research Council’s, raccomanda di aumentare l’energia della dieta. Con il progredire della gravidanza aumenta anche il fabbisogno proteico dal momento che tutti i tessuti (utero, placenta e feto) richiedono una maggiore quantità di amminoacidi biodisponibili. Gli aminoacidi sono degli elementi costitutivi delle proteine che vanno a costituire i tessuti. Se è vero che la fattrice gravida richiede una maggior quantità di proteine è altrettanto vero che le esige di elevato valore biologico.
Durante l’ultimo trimestre di gestazione, il feto accelera la crescita per raggiungere le massime dimensioni. Mentre gli aminoacidi comuni sono normalmente sintetizzati dall’organismo, quelli essenziali, invece, non possono essere autoprodotti, e devono essere assunti con gli alimenti per non provocare carenze e deprimere l’ovulazione, lo sviluppo dell’embrione e la crescita fetale. La fattrice ha bisogno anche di un aumentato apporto di molti minerali quali Cloro, Rame, Iodio, Sodio, Potassio, Magnesio, Fosforo e Calcio. L’erba medica di buona qualità apporta sufficienti quantità di Calcio, Cloro, Iodio e Magnesio. Il Rame e lo Zinco non sono contenuti in misura adeguata dalla maggior parte dei foraggi ed è normale che le diete delle fattrici siano carenti di rame e zinco se non opportunamente integrate. L’osso del cavallo è composto per il 35% da Calcio e per il 16% da fosforo, cosicché le deficienze o gli squilibri di questi due elementi nella dieta della fattrice causano vari disordini ossei nel nascituro. L’eccesso di fosforo, tipico delle razioni prevalentemente basate sui cereali, impedisce l’assorbimento del calcio e provoca le più comuni patologie ortopediche dello sviluppo. Il contenuto di fosforo della dieta non deve mai eccedere quello del calcio. La biodisponibilità del fosforo contenuto nei cereali è maggiore di quella del calcio contenuto nei foraggi, quindi non è semplice compensare l’eccesso di fosforo dei cereali con un’alimentazione ricca di fieno e per garantire un sufficiente apporto di calcio è necessario il supporto di vitamina D. Questo steaming-up, ovvero l’incremento della somministrazione di alimenti ricchi di energia, di minerali e di proteine nell’ultimo mese di gestazione, permette di portare la fattrice al parto in modo ben integrato. In conclusione la fattrice richiede fieno di buona qualità o erba di pascoli fertili; i cereali, quali alimenti energetici, sono necessari per mantenere il corretto stato di nutrizione durante la gravidanza e la lattazione. Supplementi proteici di elevato valore biologico, opportunamente integrati sono necessari per soddisfare i fabbisogni di aminoacidi essenziali, di vitamine e di minerali. Rame, Zinco e Vitamina E devono essere sempre somministrati assieme alla vitamina A. Eventualmente un esperto in alimentazione può aiutare nella scelta di mangimi o supplementi ideali per le necessità specifiche della fattrice.
Attenzione: il presente articolo è stato redatto consultando diverse fonti tecnico/scientifiche e forum di discussione. Il suo scopo è solo quello di fornire spunti di riflessione e approfondimenti. Per maggiori informazioni si consiglia di rivolgersi al proprio veterinario.
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