L’alta scuola non è solo un “lusso”, eleganza. Per Étienne Beudant è la ricerca della perfezione nell’addestramento del cavallo.
In alta scuola il cavallo è come uno strumento ben accordato ma a differenza del musicista il cavaliere non maneggia delle corde musicali che rispondono sempre agli stessi tocchi. Egli fa vibrare un corpo animato soggetto a energia e tensione.
«L’alta scuola è la ricerca del completo possedimento delle forze del cavallo, in modo che il cavaliere possa disporne a suo piacimento e, in un certo senso, giocare con loro.
Sulla base di questa affermazione, la leggerezza, su cui si basa l’equitazione sapiente, ha trovato la sua formula.
Quasi tutti, se non tutti, i difetti dell’equitazione di fantasia derivano dalla mancanza di impulso.
D’altronde, nessun movimento può essere ben eseguito senza la leggerezza di bocca, dal momento che questa leggerezza è il segno che indica l’equilibrio.»
A Molti cavalieri non piace
«Molti cavalieri avversano l’alta scuola e le ragioni che adducono sono:
1 – Il cavallo di alta scuola di solito non è facilmente cavalcabile in gruppo da tutti.
2 – Il cavallo spesso prende arbitrariamente andature artificiali. Questo ha come piccolo inconveniente quello di farlo affaticare inutilmente, e con esso anche il suo cavaliere.
3 – L’alta scuola attira l’attenzione di coloro che ci si dedicano e tende a distoglierli dall’obiettivo che i cavalieri militari devono ricercare, ossia montare cavalli solidi, abili all’esterno ed estremamente resistenti alla fatica.
4 – Il cavaliere che si lascia andare alla violenza nel voler insegnare ai cavalli delle arie di alta scuola, compromette la loro franchezza e genera tare più o meno gravi.
Così sembra che l’alta scuola e l’equitazione di fantasia devono essere considerate solo un “lusso”, un’eleganza. D’altra parte, l’equitazione di fantasia e gli esercizi richiesti dalle andature artificiali, anche quando del tutto inutili per l’allenamento ordinario, aiutano a raggiungere la perfezione dell’addestramento. […]
Ma si deve pensare ad esse solo con un cavallo il cui addestramento ordinario è confermato a tal punto da poter essere assolutamente sicuri di non rimuovere, chiedendogli troppo, le qualità indispensabili del cavallo da sella.
Infine, non si deve cercare di far brillare un cavallo fino a quando non lo si sente in grado di resistere a prendere, senza che gli venga chiesto, le andature di alta scuola che gli sono state insegnate.
L’addestramento di alta scuola consiste nel rendere leggero, cioè a distruggere tutte le resistenze che si oppongono alla completa obbedienza delle varie parti del cavallo alle indicazioni degli aiuti del cavaliere. L’animale, così ammaestrato, non ripete nulla a memoria, cambia e regola i vari movimenti, secondo l’estro dell’artista che lo cavalca.»
È un addestramento che si applica a tutti i cavalli
«Questo addestramento si applica, checché se ne dica, a tutti i cavalli da sella, indipendentemente dalla loro conformazione.
Come ho ripetuto più volte, lo scoglio più grande dell’addestramento è l’abitudine di correggere gli effetti, piuttosto che ricercare la loro causa per modificarla o eliminarla, a seconda dei casi, o per sfruttarla.
Questo è ancora più vero nell’alta scuola, perché i mezzi che permettono di compiere i movimenti che costituiscono le difficoltà equestri, derivano naturalmente da un’unica origine: «la leggerezza» […]
Quando il cavallo è leggero, è uno strumento ben accordato con cui l’uomo di talento può eseguire immediatamente le melodie più armoniose. […]
L’addestramento che dà questa perfezione è la vera alta scuola, che comprende, inoltre, le arie e le andature di fantasia.
Il lavoro, l’esperienza e anche le teorie sapienti, insegnano questa equitazione trascendente e artistica, ma non vi è nulla di straordinario se non si è appassionati e talentuosi. […]»
«Il talento non dipende solo dall’immaginazione dell’artista o dall’abilità delle sue dita. L’écuyer non maneggia delle corde musicali che rispondono sempre con le stesse note o agli stessi tocchi. Egli fa vibrare delle molle animate che sono influenzate da capricci, energia, dalla buona o dalla cattiva eccitazione dell’animale.
È quindi necessario, in un momento preciso, estremamente fugace, che il maestro unisca i suoi pensieri, la sua volontà e la forza fisica di cui dispone con la volontà e le forze fisiche del cavallo al servizio della sua immaginazione. […]
La portata di questa equitazione è, per così dire, senza limiti. Parte dalla regolarizzazione e dal perfezionamento dei movimenti e delle andature ordinarie, o naturali al cavallo libero (passeggio, trotto a estensione sostenuta, cambiamenti di piede al galoppo).
Include movimenti e andature innaturali, che il cavallo non esegue mai quando è in libertà (appoggiate, trotto spagnolo, trotto e galoppo indietreggiando, galoppo su tre gambe, etc.). Infine, si estende ai movimenti il cui svolgimento è in contrasto con le leggi della meccanica “appoggiate verso il lato opposto del piede sul quale il cavallo galoppa, piroette e piroette rovesciate al galoppo rovescio, etc.”
I movimenti più brillanti sono ben lungi dall’essere quelli che hanno più valore e il talento del cavaliere può essere giudicato solo da come i suoi cavalli sono «messi», dal grado di perfezione di ciò che egli può ottenere combinando gli effetti di mano e di gambe. Il lavoro al galoppo e i cambiamenti di andature a volontà e, soprattutto, le variazioni di estensione e di cadenza dei movimenti sono, credo, il criterio del lavoro nell’alta scuola.
Un cavallo può essere stato addestrato al piaffo, al trotto spagnolo, etc., senza essere stato istruito con gli aiuti del cavaliere. Ma la transizione da una di queste andature all’altra, e, soprattutto, l’estensione e la cadenza dei movimenti, allo stesso modo dell’appoggiata, le piroette, etc., denotano un’obbedienza agli aiuti che di fatto costituisce l’equitazione di alta scuola.
Il miglior risultato dell’alta scuola è il cavallo leggero ed equilibrato a tutte le andature e in ogni circostanza.
Nessun piacere equestre è paragonabile a quello che si prova a cavalcare un cavallo ben messo.»
Étienne Beudant, Esterno e Alta Scuola, Zoraide editore, pp. 81-84
Esterno e Alta Scuola
Étienne Beudant
Esterno e alta scuola è la prima e unica edizione italiana della pubblicazione del grande cavaliere francese. Si tratta di un’edizione evento in quanto riunisce in un unico volume l’edizione del 1923, la versione inedita del 1948 e dei testi inediti sul generale Faverot de Kerbrech.
Uno dei classici più letti della letteratura equestre. Un bestseller secondo le classifiche di IBS.IT
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