Avere mani morbide e che sappiano mantenere un buon contatto rappresenta la pietra angolare per sviluppare una connessione uniforme ed elastica con la bocca del cavallo. Questo aspetto dell’equitazione non è solo essenziale per la comunicazione sottile tra cavaliere e cavallo ma è anche un indicatore del livello di armonia e comprensione tra i due.
Un buon cavaliere deve avere una guida precisa del cavallo attraverso varie esercitazioni, e gestire contemporaneamente l’equilibrio e le proprie gambe, senza trascurare il posizionamento delle mani, è una sfida non da poco. Una posizione corretta delle mani durante il lavoro in sella non solo migliora la guida, ma influisce anche sull’equilibrio e sulla postura generale del cavaliere. Per questo motivo, le mani devono essere un’estensione armoniosa degli avambracci, muovendosi con intenzione ma senza rigidità.
Una presa sicura e delicata delle redini consente al cavaliere di sentire la bocca del cavallo, trasmettendo comandi chiari e misurati. La postura del polso è altrettanto cruciale: deve rimanere dritto, con il pollice leggermente piegato in posizione superiore, garantendo che la redine sia ben fissata contro il dito indice. Questa configurazione permette al cavaliere di esercitare un’influenza positiva, indirizzando il cavallo con precisione senza essere invasivo o costrittivo.
L’errore nel posizionamento delle mani può interrompere questa linea di comunicazione delicata, creando confusione e potenzialmente portando a una risposta non desiderata dal cavallo. Un equilibrio tra fermezza e flessibilità è essenziale per mantenere un dialogo aperto e rispettoso con il nostro compagno equino.
Nel viaggio verso la maestria nell’equitazione, cavalieri di ogni livello possono inciampare negli errori più comuni, particolarmente nell’uso e nel posizionamento delle mani. Identificarli è il primo passo per correggerli e affinare le proprie abilità. Ecco i tre errori più frequenti che si verificano nella gestione delle redini.
Un errore comune è interpretare il concetto di “mani morbide” come un invito a non mantenere alcun contatto con la bocca del cavallo. Questo può portare a segnali confusi e una guida inefficace. Ingrid Klimke suggerisce l’uso delle redini a ponte per garantire un contatto costante ma gentile [puoi vedere come si impugnano le “redini a ponte” cliccando sul seguente link: equineink.com]. Questa tecnica implica tenere le redini in modo che formino una sorta di ponte formato dalla sovrapposizione delle mani che restano fisse sul collo del cavallo. Il ponte è formato dalla redine destra e quella sinistra sovrapposte. Questo modo di impugnare le redini aiuta a stabilizzare le mani e a distribuire la pressione in modo uniforme. Il contatto deve essere elastico, simile alla tensione di una molla, permettendo al cavaliere di sentire la bocca del cavallo senza tirare o essere troppo rigido.
Un altro errore frequente è utilizzare le mani per compensare squilibri derivanti dalla posizione in sella. Questo può causare tensione e segnali errati al cavallo. Le mani dovrebbero essere libere di muoversi indipendentemente dal resto del corpo, permettendo una comunicazione chiara e precisa. L’esercizio delle redini a ponte incoraggia il cavaliere a sviluppare un assetto indipendente, poiché impone di mantenere un contatto uniforme senza appoggiarsi sulle mani per mantenere l’equilibrio.
Spesso, in risposta a un cavallo che va troppo veloce o è difficile da controllare, i cavalieri possono reagire portando le mani indietro verso il proprio corpo. Questo comportamento può instaurare un circolo vizioso di resistenza e contrazione. L’uso delle redini a ponte aiuta a mantenere le mani in una posizione corretta, in avanti e vicino al corpo del cavallo, evitando la tentazione di tirare indietro in modo reattivo.
Ingrid Klimke è un’amazzone di fama mondiale nota per i suoi successi sia nel completo che nel dressage, con la conquista di numerose medaglie e riconoscimenti, e per la sua notevole comprensione dei cavalli e la sua paziente filosofia di addestramento influenzata da diverse personalità di spicco. Le sue tecniche di addestramento, sono progettate per rafforzare la connessione tra cavaliere e cavallo attraverso una comunicazione chiara e coerente. Ingrid Klimke è nota non solo per la sua capacità di montare ogni cavallo con aiuti fini e sottili, ma anche per la sua calma e la sua pazienza, che sono i pilastri della sua filosofia di addestramento. Per lei è fondamentale offrire varietà a ogni cavallo durante l’addestramento di base, indipendentemente dalla disciplina in cui si specializzerà in seguito. Una combinazione di dressage, cavalletti, cross country o esercizi all’aperto sono la sua ricetta per addestrare con successo i suoi cavalli e, in seguito, migliorare le loro capacità fino ai più alti livelli di competizione.
Migliorare la posizione e l’uso delle mani in equitazione richiede pratica e consapevolezza. Il consiglio di Ingrid Klimke, riguardo le redini a ponte, può fare una grande differenza nel modo in cui i cavalieri comunicano con i loro cavalli. Questa impugnatura delle redini non solo corregge gli errori comuni ma promuove anche un’equitazione più armoniosa e efficace. Con dedizione e attenzione, ogni cavaliere può imparare a montare con mani morbide e precise, migliorando significativamente l’esperienza di equitazione sia per sé che per il cavallo.
Immagine redine a ponte: equineink.com
di Reiner Klimke e Ingrid Klimke
Due grandi campioni Ingrid e Reiner Klimke, dopo aver condotto al successo i propri cavalli, spiegano come sviluppare al meglio le naturali attitudini del cavallo attraverso un lavoro svolto sui cavalletti. Una guida completa all’utilizzo di questa tecnica con utilissimi programmi di lavoro direttamente sperimentati, con successo, dagli autori. Questa nuova edizione italiana riporta gli aggiornamenti ultimati nei primi mesi del 2018. Uno “speciale” su come affrontare le gabbie e uno sulla sequenza dei movimenti al galoppo in circolo. 201 foto e 25 illustrazioni a colori.
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