Affrontare una salita rappresenta una sfida sia per il cavallo che per il cavaliere. È fondamentale comprendere come il terreno ripido influenzi l’equilibrio del cavallo e quali siano le migliori pratiche per garantire una salita sicura ed efficiente. In questo articolo, esamineremo l’importanza dell’assetto del cavaliere durante la salita e come questo può influenzare il benessere del cavallo.
Una delle caratteristiche principali di una salita è la fatica associata ad affrontarla. Il cavallo è costretto a modificare il proprio equilibrio, a impegnare il massimo impulso e a opporsi alla forza di gravità. Per ridurre al minimo lo sforzo e massimizzare l’efficienza, il cavallo deve essere libero di muoversi, inarcare le reni e distendere l’incollatura verso il basso. Questo gli permette di raccogliere la sua massa sopra gli arti posteriori, sfruttando al massimo la potenza propulsiva e riducendo i tempi di sospensione. In questo modo, il cavallo trova un punto d’appoggio stabile.
La principale responsabilità del cavaliere in salita è quella di facilitare e accompagnare il cambiamento di equilibrio del cavallo, senza ostacolarlo. Il cavaliere non deve mai applicare trazione alle redini, permettendo al cavallo di mantenere la bocca libera e di distendere completamente l’incollatura. Questo è fondamentale perché il cavallo può utilizzare l’incollatura come un bilanciere naturale. Inoltre, il cavaliere non deve restare seduto sul dorso del cavallo, poiché ciò metterebbe a disagio il cavallo e comprometterebbe il suo equilibrio naturale. Al contrario, il cavaliere dovrebbe alleggerire il dorso del cavallo per consentirgli di muoversi con agilità.
In salita, le andature più idonee sono il passo e il galoppo. Il trotto, essendo un’andatura non basculata, fissa il baricentro e impedisce al cavallo di beneficiare delle oscillazioni della massa. Ciò farebbe sì che il cavallo si affaticherebbe di più nella spinta e perderebbe l’equilibrio naturale nello spostamento. Il galoppo dovrebbe essere riservato ai pendii più ripidi e brevi, in modo che il cavallo possa superarli con una breve rincorsa presa nel tratto pianeggiante precedente. Tuttavia, quando la salita è più lunga, il galoppo può diventare faticoso a causa dell’assenza di tempo di sospensione, il che costringe il cavallo a avanzare per piccoli balzi, comportando uno sforzo maggiore.
In situazioni di salita prolungata, il passo è l’andatura ideale, mentre in caso di pendii particolarmente ripidi e difficili, la marcia a piedi con il cavallo a fianco può essere una scelta sagace.
Quando si affrontano salite lunghe, oltre i 15 minuti, è importante pianificare delle soste intermedie per permettere al cavallo di riposarsi. Un minuto di pausa ogni 10 minuti per la prima mezz’ora, seguito da un minuto ogni cinque minuti è una regola pratica. Durante le soste, è fondamentale trovare un terreno pianeggiante o posizionare il cavallo in modo che tenga l’anteriore più in alto del posteriore nel senso di marcia.
Per affrontare pendii brevi, è consigliabile avanzare perpendicolarmente, mantenendo il cavallo ben allineato tra mani e gambe e spingendolo con impulso ma senza eccessiva pressione. Quando il pendio è lungo e non è possibile effettuare soste intermedie, è utile utilizzare delle serpentine per consentire al cavallo di avanzare senza perdere impulso.
ragazza in sella al cavallo: Immagine di artursafronovvvv su su Freepik
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