Lo sguardo del cavaliere deve essere ampio attento. La visione panoramica è essenziale per l’assetto e per infondere sicurezza al cavallo.
Essere un tutt’uno con il proprio cavallo. Questo è l’obiettivo di ogni cavaliere. Riuscire a connettersi con il proprio compagno a tal punto da dar l’idea a qualsiasi spettatore che lui si limiti a pensare e il cavallo ad agire. Un obiettivo difficile da realizzare e si deve cominciare con lo sguardo. Infatti, un cavaliere con uno sguardo attento e panoramico sarà in equilibrio in sella e infonderà fiducia nel proprio cavallo.
I principianti spesso guardano a terra. Molti si guardano le mani o i piedi se sono tenuti correttamente nelle staffe. Alcuni si guardano le gambe per vedere se le stanno tenendo nella posizione corretta. Altri ancora guardano in basso per verificare che stanno trottando sul diagonale corretto o se il cavallo galoppa sul piede giusto. A volte guardano in basso semplicemente in modo istintivo, per guardare dove “mettono i piedi”, una questione di sicurezza.
In realtà lo sguardo rientra tra gli aiuti naturali insieme a mani, gambe, peso e voce.
In effetti, il punto in cui è rivolto il nostro sguardo influenza notevolmente la nostra posizione. Di conseguenza influenza la comunicazione con il cavallo. Di fatto, se guardiamo in basso provochiamo una serie di cambiamenti nell’assetto. Il più delle volte, anche senza nemmeno rendercene conto. Ci irrigidiamo, ci ingobbiamo. Se poi incliniamo la testa da un lato o dall’altro spostiamo il nostro peso e sbilanciamo il cavallo.
I cavalli percepiscono l’assetto del cavaliere anche attraverso la sella e il sottosella. Avvertono una mosca che si poggia sul pelo (non sulla pelle, ma sul pelo!) figuriamoci se non percepiscono facilmente i cambiamenti nella posizione del cavaliere che addirittura esso stesso potrebbe non notare. (Robert M. Miller, I misteri del cavallo, Zoraide editore p. 48)
La nostra testa, con il suo peso, contribuisce per un terzo all’intera azione dinamica del nostro corpo, per cui è chiaro che la posizione in cui la teniamo influisce sul nostro assetto. Quindi se teniamo la testa alta e guardiamo avanti, rimarremo automaticamente dritti e centrati in sella, con le spalle aperte e nel giusto equilibrio.
Guardare in basso, o altrove, significa anche non guardare dove si sta andando e quindi non essere pronti e reattivi a ogni evenienza. Come, ad esempio, in un campo gara o in un’area affollata, evitare spiacevoli collisioni con altri cavalieri che probabilmente guardano in basso anche loro.
Uno sguardo attento e panoramico è anche un requisito per una guida sicura. Una visione ampia potrebbe prevenire spiacevoli reazioni del nostro compagno di passeggiate causate da un veicolo o un branco di cani che si avvicina o un telone sventolante.
Molti cavalieri guardano la testa del cavallo per controllare l’atteggiamento del collo. Non dovresti aver bisogno di guardare la testa per sapere che sta andando avanti. È un esercizio di sensibilità ed è meglio farlo con lo sguardo alto in modo da poter sentire al meglio la quantità di energia che il cavallo sta creando.
Uno sguardo attento e panoramico infonde fiducia nel cavallo e ci porterà dove stiamo guardando. Se avanziamo decisi con lo sguardo aperto il cavallo si sentirà al sicuro, si fiderà di noi e andrà tranquillamente dove desideriamo.
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