Facciamo sempre di tutto per il bene dei nostri cavalli, scegliamo sempre il meglio per loro sacrificando spesso alcune nostre necessità per garantirgli, per quanto possibile, la miglior vita possibile. Il “per quanto possibile” è proprio il punto chiave e al riguardo è fondamentale essere consapevoli che lo stile di vita che proponiamo al cavallo ha un ruolo fondamentale sul suo comportamento e sulla sua salute.
È, spesso, lo stile di vita che determina se un soggetto è calmo e tranquillo oppure se un individuo è ansioso e pauroso. Si deve essere consapevoli di cosa significhi realmente per un cavallo avere un accesso limitato ad uno stile di vita a lui naturale. È sufficiente riflettere sul fatto che per natura il cavallo è un animale pascolatore e che le sue giornate le trascorre praticamente sempre in movimento per comprendere le ripercussioni fisiche ed emotive che ci possono essere nel vivere in un’area limitata 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Per questo motivo non si può pretendere, ad esempio, che un cavallo rinchiuso in un box 3×3 con al massimo un’ora o due di esercizio quotidiano si mantenga sempre calmo e rilassato.
È pertanto del tutto irrealistico aspettarsi che i cavalli rispondano con calma alla vita di tutti i giorni quando sono intenzionalmente bloccati e limitati in ogni loro manifestazione di se stessi. Diversi studi, ad esempio, hanno dimostrato che i cavalli che non sono soggetti a stimoli richiedono più tempo a imparare rispetto ai cavalli che sono mentalmente impegnati durante il giorno. Inoltre i problemi comportamentali di cui così tanti cavalieri e proprietari si lamentano sono strettamente collegati a una stimolazione limitata e non sono altro che una strategia messa in atto dai cavalli per fornire a se stessi ciò di cui l’uomo gli ha privati.
Non si può nemmeno escludere che l’ansia e lo stress provocato dalle limitazioni sia collegato a dolori fisici. Un cavallo impaziente, vigile, iperattivo e irrequieto potrebbe in realtà provare dolore. Come gli esseri umani soffrono di disturbi psicosomatici allo stesso modo, afferma Carissa Wickens, PhD, Equine Extension Specialist e assistente universitario presso il Dipartimento di Scienze animali dell’Università della Florida, i cavalli ansiosi possono soffrire di disturbi fisici correlati allo stress. Non sorprende, continua Wickens, che veterinari, ricercatori ed esperti di comportamento equino rilevino dolori cronici in cavalli ansiosi, come ad esempio quelli causati da sindrome navicolare, artrite o ulcere gastriche.
Un’alimentazione non adeguata è dannosa tanto quanto le limitazioni del movimento e della socialità. Troppi zuccheri o calorie nella dieta potrebbero causare picchi o cali di energia. Uno studio condotto su puledri in svezzamento tra le 2 e le 40 settimane ha dimostrato che una loro maggiore o minore attività era strettamente collegata al contenuto energetico della dieta. È estremamente importante discutere la dieta del cavallo con un nutrizionista equino, in quanto potrebbero esserci squilibri che possono essere facilmente risolti con il controllo delle porzioni, un tipo di alimento diverso o anche semplici integratori.
Amare il cavallo, impegnarsi nel volerlo conoscere a fondo vuol dire avere la volontà di capire che, come ritiene Paolo Baragli, il suo stile di vita deve, il più possibile, essere simile a quello che avrebbe in natura ma per arrivare a questo – conclude Baragli – “devono prima cambiare le persone e il loro modo di percepire i cavalli”.
I misteri del cavallo
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