Molti proprietari di cavalli, prima o poi, avranno a che fare con la nascita di un puledro. E presto o tardi sarà necessario compiere piccole e semplici operazioni come condurre madre e figlio nel paddock o in un recinto. Ci si rende quindi conto che non è una manovra così scontata. Si cerca di prendere il piccolo e si ha a che fare con un’esplosione di energia.
Il puledro non ti vuole vicino. A questo punto si agita anche la madre. In poco tempo, il piccolo rischia di schiantarsi contro il recinto, di scivolare e cadere male. All’improvviso, tutti rischiano di ferirsi: il puledro, la cavalla e tu.
Si può evitare tutto ciò? Possiamo avere un puledro che cerca la nostra compagnia invece di evitarla?
Decisamente si, ritiene il dr. Robert Miller, il veterinario californiano che ha scritto “Imprint Training”, il libro che descrive la procedura omonima.
Se ci si approccia al puledro nel momento e nel modo giusto, sostiene Miller, il piccolo stabilirà un legame sia con l’umano che con la madre. L’Imprint Training è un approccio precoce ai puledri. Prevede una serie di manipolazioni che iniziano subito dopo la nascita e continuano costantemente nei giorni successivi. Se eseguito correttamente, in futuro sarà molto meno probabile che il puledro resista a pratiche come la ferratura, l’inserimento di un sondino nasogastrico, la tosatura, un esame rettale, etc.
Sulla validità o meno della procedura Imprint Training, riporta Alice Calmasini nel suo saggio “Imprinting e Training precoce nel puledro”, nessuno è ancora stato in grado di fornire prove scientifiche.
Gran parte dei dati raccolti sono le testimonianze di cavalieri e proprietari che hanno raccontato le loro esperienze e descritto le sensazioni di calma e serenità che percepiscono dai loro cavalli. Hanno descritto la facilità e la serenità con cui ogni giovane cavallo affronta ogni imprevisto o nuova situazione. Tra i dati più oggettivi ci sono quelli raccolti da alcuni studiosi (Cappello, 2013) con i cardiofrequenzimetri. Tuttavia, anche da questi casi non si può estrapolare la certezza assoluta.
Forse, per registrare dati oggettivi bisognerebbe incrociare la stessa fattrice con lo stesso stallone per almeno dieci anni consecutivi. Quindi sottoporre cinque puledri alla procedura Imprint Training e cinque a metodi tradizionali. Si capisce quanto sia lunga e complicata questa soluzione. Inoltre, possono intervenire una grandissima quantità di variabili tra cui le diversità caratteriali. È ovvio che i puledri, ma qualsiasi essere vivente, anche se nato dagli stessi genitori avrà le proprie caratteristiche e la propria personalità.
Tra le varie testimonianza il dr. Miller ha raccolto quelle di Monty Roberts, allevatore di cavalli da corsa e addestratore della California noto in tutto il mondo. Ci racconta la storia della cavalla L’Adorable, definita cavalla “difficile” che diede alla luce 11 puledri. Di questi, i primi 5 morirono per colpa della madre o dell’uomo o per incidenti in maneggio. Gli altri furono sottoposti al processo di imprinting e tutti vissero a pieno la loro vita con caratteri considerati “normali” (Miller, 2010).
Alice Calmasini, “Imprinting e Training precoce nel puledro” , Zoraide editore, 2017, pp. 32-33
Alice Calmasini
Con “Imprinting e training precoce nel puledro” di Alice Calmasini, Zoraide editore lancia una nuova serie di libri in REALTA’ AUMENTATA.
“Imprinting e Training precoce nel puledro” è una storia di passione e di tenerezza, di umiltà e di rispetto verso i cavalli. In particolare verso un momento delicato quale è quello della nascita.
Alice Calmasini da un lato espone la procedura “Imprint Training” ideata dal dr. Robert M. Miller dandone una lettura critica e disincantata cogliendo la reale volontà del veterinario americano. Dall’altro valuta in modo oggettivo se veramente i principi del metodo sono efficaci. L’autrice, frequentando il corso per imprinter tenuto dalla dr. Serena Cappello e dall’addestratore/istruttore Lucio Cetra, ha applicato lei stessa la tecnica, apprendendo cosa significhi seguire la gravidanza delle cavalle ed essere presente al momento del parto. La sua esperienza è significativa da due punti di vista: allevatoriale/sportivo ed emotivo. La dr. Calmasini ha individuato alcuni dei possibili risvolti positivi che la procedura, se opportunamente studiata e approfondita, può dare in ogni ambito del mondo equestre, e ne ha messo in luce anche i punti deboli suggerendo una variante del metodo.
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